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Riforma pensioni: cos'è la pensione a due tempi?

di Carla Tastini pubblicato:
3 min

Il Governo Italiano discute per trovare una riforma delle pensioni che sia definitiva e che scongiuri il ritorno della Legge Fornero. L'ultima proposta è la "pensione a due tempi". Scopriamo nei dettagli di cosa si tratta.

Riforma pensioni: cos'è la pensione a due tempi?

Uno dei temi caldi che da mesi sta tenendo con il fiato sospeso milioni di italiani è la riforma pensionistica.

L'Italia ormai da tempo sta andando avanti a scivoli pensionistici e a decreti temporanei che riguardano la pensione.

Quota 100 è scaduta a fine dicembre 2021, al suo posto è entrata in vigore Quota 41, che resterà in vigore fino al 31 dicembre 2022. E dopo? E dopo, in definitiva, se non ci sarà una riforma pensionistica strutturale, si dovrebbe tornare alla Legge Fornero.

Qual è l'obbiettivo del Governo sulla riforma delle pensioni?

Ovviamente, come in tutte le riforme pensionistiche, l'obbiettivo principale del Governo è trovare un punto d'incontro tra le richieste dei sindacati (che fanno le veci dei pensionati e di chi sta per andare in pensione) e le esigenze dello Stato.

Il problema è che non c'è molto tempo e questo punto d'incontro deve essere necessariamente trovato entro la fine dell’anno, per evitare che una volta scaduta Quota 41, si torni alla Legge Fornero con tutte le sue problematiche ben conosciute.

Riforma pensioni: la cosiddetta "pensione a due tempi": di cosa si tratta?

La pensione a due tempi sarebbe un altro modo di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro prima dei 67 anni stabiliti dalla Legge Fornero. In che modo? Attraverso i cosiddetti due tempi. In cosa consiste questa pensione in due tempi?

Una parte della pensione, quella calcolata con il metodo contributivo, sarà erogata prima dei 67 anni. La parte pensionistica calcolata, invece, con il metodo retributivo, verrà integrata appena compiuti i 67 anni stabiliti dalla Legge Fornero.

Raggiunta dunque l'età della pensione di vecchiaia, il pensionato riceverebbe un assegno pieno, formato dalla quota contributiva e dalla quota retributiva.

Quali sono i requisiti per accedere alla pensione a due tempi?

I lavoratori che vogliono andare in pensione con la pensione a due tempi, devono avere 63 o 64 anni. Dopo la scelta per tre o quattro anni riceveranno un assegno pensionistico calcolato con il metodo contributivo e, compiuti i 67 anni, riceveranno l'assegno pieno, calcolato con metodo contributivo e retributivo.

La pensione a due tempi non è un obbligo, attenzione, ma sarà solo una possibilità di scelta che i lavoratori avranno per poter uscire prima dal mondo del lavoro.

Un altro requisito fondamentale da rispettare sono gli anni di contributi: bisogna aver versato almeno 20 anni di contributi previdenziali e aver maturato una quota contributiva che sia pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale.

Il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, si dice entusiasta della pensione a due tempi e la ritiene flessibile e finanziariamente compatibile.

Quante pensioni si stimano nei prossimi anni?

Secondo le stime dell'Inps, tra questo 2022 e il 2024 si aggiungeranno circa altre 203 mila nuove pensioni, tra il 2025 e il 2027 se ne stimano altre 129 mila. Questo significa che da oggi fino al 2027 ci sarà un totale di nuovo 332 mila pensioni.

Quanto costerebbero tutte queste pensioni all'Inps? Sempre secondo una stima fatta dall'Istituto di Previdenza, i costi si aggirerebbero intorno ai 4,2 milioni di euro tra il 2022 e il 2027.

Si spera davvero che questa pensione a due tempi vada in porto, perché come ricordano i sindacati, la questione pensioni non può essere rimandata ancora a lungo, in quanto se non ci fossero interventi normativi da parte del Governo, dal 1 gennaio 2023 si tornerebbe inevitabilmente alla Legge Fornero.