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Superbonus 110%, salta la proroga. Governo Meloni a lavoro sulla cessione del credito

di Chiara Turano pubblicato:
4 min

Superbonus 110% ancora senza pace. Salta l’ipotesi di una proroga dei termini per presentare la Cilas. Il Governo Meloni ha deciso: coloro che non hanno consegnato la documentazione utile entro la scadenza del 25 novembre non potranno accedere alla detrazione del 110% nel 2023. L’Esecutivo è invece a lavoro per sciogliere il nodo sblocco cessione del credito. Ecco tutte le novità.

 

Ipotesi proroga Superbonus 100% ormai accantonata.

Il Governo Meloni ha di recente chiuso la questione su alcune indiscrezioni trapelate negli ultimi giorni circa una possibile riapertura dei termini per presentare la Cilas, il documento attestante l’inizio dei lavori.

Dunque, cosa accadrà dal prossimo anno? 

L’Esecutivo, fin da subito impegnato a risolvere la spinosa questione del blocco della cessione del credito, è chiaro al riguardo: quanti non hanno provveduto a presentare la Cilas entro il termine di scadenza fissato allo scorso 25 dicembre 2022, dal 2023, dovranno accontentarsi di una detrazione fiscale ridotta.

Nello specifico, il Superbonus 110% non si potrà più richiedere se non per una percentuale massima di “sconto”, da applicare alle spese sostenute per mettere a punto i lavori ammessi all’ agevolazione, pari al 90%.

Per essere più chiari, se non si rispetta il requisito sopra visto sulla Cilas, il Superbonus si fermerà al 90% nel 2023. 

Resta, poi, da chiudere il cerchio sulla cessione del credito su cui il Governo si fa sapere già a lavoro. Vediamo subito quali sono le novità in cantiere.

Superbonus 110%, salta la proroga. Governo Meloni a lavoro sulla cessione del credito

A dare la notizia del salto della proroga del Superbonus 110% è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Stando a quanto confermato da Fazzolari, infatti, la proroga non ci sarà perché il Governo Meloni ha problemi ben più gravi di cui occuparsi.

La priorità va data alla questione sulla cessione del credito e proprio su questo versante il Governo è a lavoro per trovare una soluzione. 

Si mette così la parola fine ad una proroga indiscriminata, chiesta a gran voce da un numero consistente di parlamentari in fase di conversione del Decreto Aiuti Quater, da discutere a breve al Senato.

Volendo farla breve, allo stato attuale non ci sono i presupposti per prorogare il Superbonus 110% accordando una nuova riapertura dei termini ormai chiusi il 25 novembre 2022.

Molto probabile, invece, che il Governo Meloni possa sciogliere la matassa del blocco della cessione del credito, su cui già ci sarebbero delle soluzioni in cantiere.

Superbonus 110%, niente proroga dal Governo Meloni a fine 2023: ecco quanto costa

La riapertura dei termini per le domande per la Cilas, voluta fortemente dalla maggioranza, costerebbe alle casse dello Stato un esborso consistente.

Il Sole 24 Ore parla di stime intorno ai 300 milioni, per un solo mese.

Rimane aperto però un varco per una proroga del Superbonus 110% più limitata a favore di chi ha sottoposto ad approvazione una delibera condominiale entro il 24 novembre 2022

In questo caso, si potrebbe pensare di prorogare la Cilas al 31 dicembre 2022: un’estensione dei termini comunque vantaggiosa anche se ridota.

Mentre il Governo Meloni, però, pare aver messo un punto anche a questa questione, rimane alta le pressioni da parte dei diversi partiti politici sull’argomento: Movimento 5 Stelle e Lega in primis che hanno addirittura presentato degli emendamenti al Decreto Aiuti Quater.

Superbonus 110%, blocco cessione del credito: come il Governo Meloni intende risolvere il problema

Come detto in precedenza, il Governo ha a cuore la risoluzione del problema della cessione del credito da Superbonus 110%.

Priorità dell’Esecutivo – come confermato da Fazzolari stesso – è di trovare un escamotage che induca le banche ad accettare i crediti senza pesare in maniera importante sulle casse dello Stato.

Tuttavia, le soluzioni pensate comportano tutte dei rischi. Quello maggiore è che i crediti d’imposta vengano conteggiati come debito pubblico, sulla base dei criteri Eurostat.

E allora come il Governo intende sciogliere questa matassa? Per il momento, non esiste una soluzione ufficiale al riguardo.

L’unica cosa certa è che l’esecutivo dovrà lavorare affinché le banche possano essere messe nella condizione di acquistare i nuovi crediti derivanti dalle ristrutturazioni da Superbonus 110% senza gravare in maniera importate sui bilanci statali.