Wall Street si avvia a chiudere il 2025 con cautela: mercati prudenti tra prese di profitto e attese per il nuovo anno

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
6 min

Sguardo al 2026 tra ottimismo selettivo, Fed al centro e materie prime sempre più volatili

Wall Street si avvia a chiudere il 2025 con cautela: mercati prudenti tra prese di profitto e attese per il nuovo anno

Wall Street apre con prudenza l’ultima settimana del 2025

I mercati statunitensi iniziano l’ultima settimana dell’anno con un atteggiamento cauto, tipico del periodo festivo, caratterizzato da volumi ridotti e da una maggiore sensibilità alle prese di profitto. In avvio di seduta, i principali indici si muovono in territorio negativo: l’S&P 500 arretra di circa lo 0,3%, il Nasdaq cede poco più dello 0,5% e il Dow Jones perde quasi mezzo punto percentuale.

Il movimento riflette soprattutto aggiustamenti di portafoglio dopo i recenti massimi storici e un temporaneo raffreddamento dei grandi titoli tecnologici, più che un vero cambio di scenario. Sullo sfondo resta infatti l’aspettativa di un supporto stagionale negli ultimi giorni dell’anno, il cosiddetto Santa Claus Rally, che molti operatori continuano a monitorare.

Sguardo al 2026: ottimismo, ma con più selettività

Il sentiment di fondo sul 2026 rimane costruttivo. Numerosi strategist continuano a indicare uno scenario favorevole per l’azionario statunitense, sostenuto da:

  • un’inflazione percepita come sotto controllo,

  • la possibilità di tagli dei tassi nel corso del prossimo anno,

  • utili societari complessivamente resilienti.

Allo stesso tempo, il mercato appare più riflessivo su due temi chiave: la sostenibilità delle valutazioni legate all’intelligenza artificiale e la reale traiettoria della politica monetaria della Federal Reserve, che potrebbe muoversi con maggiore gradualità rispetto alle attese più aggressive.

Macro: segnali solidi, ma non esplosivi

Dal fronte macroeconomico arrivano indicazioni incoraggianti dal settore immobiliare: le vendite di case pendenti di novembre sono cresciute del 3,3%, ben oltre le attese, segnalando una domanda più robusta del previsto nonostante tassi ancora elevati.

L’attenzione degli operatori resta però concentrata sulle minute della Fed di dicembre, attese nei prossimi giorni, che potrebbero fornire indicazioni più chiare sul grado di fiducia della banca centrale nel processo di disinflazione.

Valute e materie prime: volatilità in aumento

Sul mercato valutario, il dollaro si mantiene stabile. L’euro oscilla in area 1,1760 contro biglietto verde, la sterlina resta poco mossa, mentre lo yen mostra un lieve rafforzamento, coerente con una ricerca selettiva di asset difensivi.

Nel comparto delle materie prime domina la volatilità:

  • il rame resta sostenuto vicino ai massimi, alimentato da timori di carenza di offerta,

  • il petrolio WTI si muove al rialzo, complice il contesto geopolitico ancora teso,

  • i metalli preziosi, dopo una corsa eccezionale, avviano una fase di ritracciamento tecnico.

Focus Argento: ritracciamento fisiologico in un trend ancora forte

Il grafico dell’argento mostra con chiarezza un movimento chiave: dopo una progressione verticale che ha portato i prezzi su nuovi massimi pluriennali, il metallo sta attraversando una fase di correzione rapida, con una candela di forte volatilità e prese di profitto evidenti.

Dal punto di vista tecnico:

  • il trend di fondo resta nettamente rialzista,

  • la discesa attuale appare coerente con una fase di scarico degli eccessi dopo un rally molto esteso,

  • la media mobile esponenziale a 10 periodi rappresenta il primo riferimento dinamico da monitorare: finché i prezzi restano sopra questa area, testata dai minimi odierni di area 70,50, il movimento correttivo può essere letto come una pausa fisiologica e non come un’inversione.

Non sorprende quindi la debolezza dei titoli minerari auriferi e argentiferi, che amplificano i movimenti del sottostante e risentono in modo più violento delle prese di beneficio sul metallo.

Minerari dell’oro in difficoltà: prese di profitto colpiscono il settore

Nel corso della seduta odierna i titoli delle principali società minerarie aurifere stanno mostrando un tono dimesso, riflettendo la correzione tecnica del metallo prezioso dopo i recenti guadagni esplosivi. È un fenomeno relativamente comune: quando il prezzo dell’oro rallenta o ritraccia, i minerari — che sono leva naturale sull’andamento del metallo — tendono ad amplificare il movimento al ribasso.

Ecco come si muovono i principali titoli del settore:

  • Newmont (NEM.N): in calo, risente delle prese di profitto generalizzate sul comparto.

  • Barrick Gold (ABX.TO): debolezza diffusa, in linea con il movimento del sottostante oro.

  • Gold Fields: scende seguendo la tendenza ribassista del metallo.

  • Harmony Gold: performance negativa, amplificata dalla volatilità del settore minerario.

  • Sibanye Stillwater: cedimenti simili agli altri peer, riflettendo l’atteggiamento prudente del mercato.

La pressione al ribasso sui minerari auriferi è accompagnata da un buzz sui media finanziari, che evidenziano come “i minerari d’oro scendono mentre il metallo si ritira per le prese di profitto” — un sintetico segnale che il mercato sta spogliandosi di posizioni rischiose dopo il rally.

Anche i minerari dell’argento soffrono: prese di utili spingono i titoli giù

Il movimento non è limitato all’oro. Anche i titoli legati all’argento stanno mostrando una certa debolezza tecnica, coerente con il ritracciamento del metallo.

Tra i minerari e gli ETF legati all’argento:

  • Hecla Mining (HL.N): in territorio negativo, segue il trend dei metalli preziosi.

  • Coeur Mining (CDE.N): cedimenti analoghi, con pressione di vendita su livelli recenti.

  • Endeavour Silver (EDR.TO): deprezzamento accentuato dalla volatilità del mercato dei metalli.

  • Silvercorp Metals (SVM.TO): performance negativa riflette la fase di presa di profitto.

Anche i principali ETP sull’argento fisico partecipano al trend correttivo:

  • Abrdn Physical Silver Shares ETF: in flessione, riflette la rotazione di portafoglio fuori dai metalli preziosi.

  • iShares Silver Trust ETF: mostra variazione negativa, in linea con la diminuzione della domanda speculativa di argento.


In sintesi

  • Wall Street si avvia a chiudere l’anno con prudenza, ma senza segnali di deterioramento strutturale.

  • Il 2026 resta visto come un anno potenzialmente favorevole, seppur con maggiore selettività.

  • Le materie prime mostrano dinamiche divergenti: energia e metalli industriali forti, preziosi in consolidamento.

  • Sull’argento, il quadro resta costruttivo nel medio periodo, anche se nel breve la volatilità è destinata a rimanere elevata.

In un contesto come questo, più che anticipare i movimenti, diventa cruciale seguire il trend con disciplina, distinguendo tra semplici correzioni tecniche e veri segnali di inversione.

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