Asia-Pacific è contrastata. Il Nikkei 225 guadagna lo 0,59%

di FTA Online News pubblicato:
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Dopo una partenza d'ottava in recupero per Wall Street (migliore dei tre principali indici newyorkesi il Nasdaq Composite, apprezzatosi dell'1,52% lunedì), alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza in positivo è stata complessivamente confermata anche se si è fatta più contrastata. Tra gli investitori a prevalere sono i timori legati all'escalation delle tensioni in Medio Oriente, dopo che Donald Trump ha dichiarato che la tutta la popolazione di Teheran dovrebbe evacuare immediatamente la città. Il presidente Usa ha anche abbandonato il summit del G7 in corso a Kananaskis (nello Stato di Alberta in Canada) un giorno prima del previsto proprio a causa della crisi innescata dall'attacco lanciato venerdì da Israele contro l'Iran. Anche se la maggior parte degli osservatori non si aspetta in realtà un'escalation del conflitto, le tensioni continuano a farsi sentire sul prezzo del petrolio, ancora in crescita. Il clima comunque di fatto positivo per la regione si concretizza intanto in un progresso intorno allo 0,20% per l'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci maggiori monete del mondo, è sostanzialmente invariato a fronte di uno yen parimenti poco mosso sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 guadagna lo 0,59% (fa peggio l'indice più ampio Topix, apprezzatosi comunque dello 0,35%). Come ampiamente previsto il board della Bank of Japan (BoJ) con voto unanime ha confermato ancora i tassi d'interesse sui massimi dal 2008 dello 0,50% raggiunto in gennaio con un rialzo di 25 punti base. Parallelamente la BoJ ha comunicato la volontà di rallentare la riduzione degli acquisti mensili di Jgb (Japanese Government Bond, i titoli di Stato nipponici) dagli attuali 400 miliardi di yen (2,39 miliardi di euro) al trimestre a 200 miliardi (1,20 miliardi di euro) nell'esercizio fiscale 2027 (ovvero dal 1° aprile 2026 al 31 marzo 2027). L'obiettivo è di raggiungere per tale data un volume di acquisti mensili intorno a 2.000 miliardi di yen (11,96 miliardi di euro), dai circa 3.000 miliardi (17,95 miliardi di euro) previsti per il 31 marzo 2026. Nell'attuale trimestre la BoJ stima di acquistare mensilmente circa 4.100 miliardi di yen (24,53 miliardi di euro) di Jgb.

In maggio la spesa dei consumatori è salita in Cina del 6,4% annuo, in accelerazione rispetto al 5,1% di aprile e con il tasso di crescita più elevato dal dicembre 2023. Nei primi cinque mesi del 2025 il dato segna invece un progresso del 5,0% annuo, contro il 4,7% precedente. A sostenere i consumi il programma di stimolo che comprendeva sussidi per la rottamazione di elettrodomestici e prodotti di elettronica. Altri fattori sono stati il festival dello shopping 618, iniziato quest'anno il 28 maggio, e l'espansione a un totale di 15 Paesi della politica di ingresso senza visto in Cina. Tutte in positivo le piazze cinesi. A meno di un'ora dallo stop alle contrattazioni Shanghai Composite e Shenzhen Csi 300 perdono circa lo 0,20% entrambi, contro un declino intorno allo 0,40% per lo Shenzhen Composite. Male anche Hong Kong: l'Hang Seng segna infatti una flessione di circa lo 0,50% (fa poco peggio l'Hang Seng China Enterprises Index, con un calo intorno allo 0,60%). A Seoul il Kospi si muove sulla parità, mentre a Sydney è stata di appena lo 0,08% la perdita dell'S&P/ASX 200 in chiusura.

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