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Assegno Unico, più alto per tutti e senza ISEE dal 2023. Ecco quando scatta l’aumento

di Chiara Turano pubblicato:
3 min

Assegno Unico e Universale per i figli a carico interessato da importanti novità. Dal 2023 tutti i percettori della misura, indipendentemente dall’ISEE, riceveranno un pagamento mensile INPS più alto come confermato dalla stessa ministra per la famiglia, Eugenia Maria Roccella. Ecco le ultime novità e quando scatterà l’aumento.

Arrivano interessanti novità per le famiglie con figli a carico beneficiarie dell’Assegno Unico e Universale.

Questa volta non si tratta di ipotesi ma di novità confermate dalla stessa ministra per le pari opportunità e la famiglia, Eugenia Maria Roccella

In verità, i primi ritocchi sull’Assegno Unico sono stati messi in atto dal Governo Meloni nella Legge di Bilancio 2023. Il provvedimento porterà all’introduzione a partire dal prossimo anno di ben 2 novità:

  • una maggiorazione degli importi del 50% per le famiglie con figli entro l’età anagrafica di 1 anno, fino ai 3 anni d’età per i figli successivi al secondogenito; 

  • un aumento automatico per tutti (a prescindere dall'ISEE) dal 2023 determinato in base all’inflazione registrata nell’anno in corso. 

Stiamo parlando di un aiuto molto importante, voluto dal Governo Meloni per mantenere fede al perseguimento di un obiettivo ben preciso: incentivare la natalità nelle famiglie italiane il più delle volte restie a mettere al mondo un bambino per problemi di natura economica.

Ma quando scatterà l’aumento degli importi da prossimo anno e come il criterio dell’Assegnazione dell’Assegno Unico alle famiglie in base all’ISEE potrebbe cambiare dal 2023?

Assegno Unico, più alto per tutti e senza limite ISEE dal 2023. Ecco quando scatta l’aumento

Come anticipato poco fa l’aumento dell’Assegno Unico confermato dalla Ministra interesserà tutti, a prescindere dall’ISEE dei beneficiari, dal prossimo anno: da marzo 2023 per la precisione. 

La data scelta non è occasionale. Dalla prossima primavera, infatti, gli importi dell’Assegno Unico e Universale verranno adeguati in automatico sulla base della variazione del costo della vita fatta registrare nell’ultimo anno (2022).

Molti si staranno chiedendo come mai questo aumento scatterà a marzo 2023 e non da inizio anno. 

Per rispondere è necessario rispolverare alcuni requisiti dell’Assegno Unico.

Il riconoscimento del contributo va da marzo 2022 a febbraio 2023, dunque solo da marzo del prossimo anno si avrà l’adeguamento delle cifre.

Stesso identico motivo per cui le famiglie potranno presentare all’INPS la nuova domanda per beneficiare dell’Assegno Unico entro e non oltre febbraio 2023.

Assegno Unico, più alto dal 2023: di quanto si stima l’aumento dal prossimo anno

Allo stato attuale, il tasso di rivalutazione provvisorio da applicare alle pensioni è del 7,3%.

Quello ultimo, definito, che dovrebbe interessare l’Assegno Unico si stima potrebbe essere poco più altro, dell’8% circa. 

Ma ciò cosa sta a significare in termini di aumento dell’importo dell’Assegno Unico dal 2023

Complice la rivalutazione degli importi dell’Assegno Unico al tasso appena visto, le famiglie percettrici della misura dal marzo 2023 potrebbero beneficiare di un aumento delle cifre del contributo che oscilla da 175 a 189 euro della quota base o massima.

Un adeguamento questo che si estende anche alle fasce ISEE e che genera come contropartita un allargamento della platea dei beneficiari che fruiscono del tetto massimo d’importo dell’Assegno Unico.

Assegno Unico, dal prossimo anno anche senza ISEE? 

Mentre in un primo momento l’intenzione del Governo Meloni era quella di sostituire già dal 2023 l’ISEE con il Quoziente familiare come parametro di quantificazione dell’Assegno Unico, il poco tempo a disposizione ha costretto l’Esecutivo a ritrattare la posizione assunta.

Per il 2023, dunque, rimane tutto com’è. Questo non significa che la sostituzione verrà accantonata, tutt’altro.

Il Governo ha infatti nelle sue priorità la revisione dell’ISEE per rendere l’Assegno Unico più conforme alle reali esigenze dei nuclei familiari percettori e prossimi fruitori.

Per il momento, però, bisogna attendere quando si deciderà per il passo di cambio.

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