Bitcoin manda segnali di debolezza mentre il Nasdaq resiste: divergenza da non ignorare

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
5 min

Un rimbalzo che somiglia a un flag ribassista: per il Bitcoin sotto 86.700 rischio di accelerazione verso i minimi di novembre

Bitcoin manda segnali di debolezza mentre il Nasdaq resiste: divergenza da non ignorare

Bitcoin: un rimbalzo che non convince, una divergenza che pesa e un tech americano che manda segnali misti

Il quadro tecnico di Bitcoin nelle ultime settimane continua a essere fragile. Dopo il minimo di fine novembre il mercato ha messo a segno un rimbalzo ordinato, ma forse troppo ordinato: i prezzi si sono mossi all’interno di un canale ascendente molto regolare, la cui struttura ricorda più un flag di continuazione del ribasso che l’inizio di una nuova fase direzionale.

La mancata rottura dei massimi di inizio dicembre in area 94.200 dollari e il nuovo rifiuto della trendline discendente dal top di ottobre sono segnali coerenti con questa lettura prudente. Bitcoin ha provato a superare questi livelli ma è stato respinto con decisione, una dinamica che suggerisce come gli acquisti siano ancora difensivi e non guidati da nuova convinzione rialzista.

Pattern tecnico: perché questo rimbalzo resta sospetto

In un trend ribassista, quando il mercato tenta di recuperare ma lo fa con:

  • minimi e massimi crescenti troppo regolari,

  • volatilità compressa,

  • scambi in calo nella salita,

spesso non è un vero cambio di trend, ma una struttura di pausa prima della ripresa della tendenza dominante.
È esattamente ciò che suggerisce il canale attuale.

La base del flag transita in area 86.700 dollari. Una rottura confermata sotto questo livello avrebbe un valore tecnico molto forte, perché la struttura del rimbalzo verrebbe letteralmente “negata”, aprendo la strada a un’accelerazione ribassista verso:

  • 80.560 dollari, minimo di novembre, primo supporto intermedio.

  • 74.800 dollari, base del canale discendente che incanala il ribasso da ottobre.

Solo sopra 95.000 dollari il mercato comincerebbe a dare segnali più costruttivi, mentre un superamento di 97.500 dollari aprirebbe un varco verso il target psicologico dei 100.000 dollari.

Il problema è che, al momento, il mercato non mostra la forza necessaria per questi breakout.


Il tema della correlazione: Bitcoin e Nasdaq non viaggiano più insieme

Per quasi due anni Bitcoin e Nasdaq si sono mossi quasi all’unisono:
stessi trend, stesse fasi di risk-on, stesse correzioni. La correlazione era forte, sostenuta da:

  • liquidità elevata e abbondante,

  • investitori in larga parte sovrapponibili,

  • narrativa comune di "asset tecnologico e growth",

  • ruolo crescente dell’AI come catalizzatore del sentiment.

Ora la situazione è cambiata. La correlazione si è indebolita sensibilmente, e lo si vede bene confrontando i due grafici: mentre il Nasdaq è tornato a testare i massimi — trainato dai colossi dell’AI — Bitcoin è rimasto indietro, incapace di rompere le resistenze chiave.

Perché si è rotta la sincronizzazione?

Tre i fattori principali:

  1. 1.

    Differenze di esposizione alla liquidità globale
    Bitcoin è più sensibile al drenaggio di liquidità rispetto all’azionario.
    Fed prudenti, Treasury General Account in risalita, emissioni elevate: tutto questo pesa più sulle crypto che sul Nasdaq.

  2. 2.

    Rotazione interna al risk-on: l’AI attira tutto il capitale speculativo
    Per mesi gli investitori hanno trattato Bitcoin come un proxy della tecnologia.
    Oggi quel ruolo è stato totalmente assorbito dai titoli AI:

    • Nvidia,

    • Super Micro Computer,

    • AMD,

    • Broadcom.
      Questo ha sottratto attenzione e flussi al mondo crypto.

  3. 3.

    Flussi sugli ETF Bitcoin meno entusiasmanti
    La prima ondata di entusiasmo si è esaurita. I flussi non sono negativi, ma neppure in accelerazione: un segnale che il mercato vede meno catalizzatori rispetto ai mesi iniziali.

Questa divergenza non è solo un dettaglio statistico: storicamente, quando Bitcoin perde forza relativa rispetto al Nasdaq, spesso anticipa una fase di risk-off più ampia sui mercati tradizionali.

E la domanda che molti iniziano a porsi è:
non sarà che Bitcoin sta già scontando debolezza futura sui tech americani?


Il caso Oracle: un primo scricchiolio nel grande “trade dell’AI”?

In questo contesto, la reazione negativa alla trimestrale di Oracle ha aggiunto un ulteriore elemento di incertezza.
Il titolo ha perso circa l’11% nel post-market, punito da:

  • aumento considerevole del CapEx,

  • margini sotto pressione,

  • indicazioni meno brillanti sulla monetizzazione dei servizi AI.

Finora l’intelligenza artificiale era stata vista come un pozzo infinito di opportunità, capace di giustificare multipli elevati e investimenti record. Ma sta emergendo un tema cruciale:

📌 Quanto sarà facile per i big tech rientrare dagli enormi investimenti AI?

Costruire data center, infrastrutture, GPU farm e servizi dedicati richiede capitali giganteschi.
La redditività futura, però, è ancora tutta da dimostrare.

Se anche altri colossi — Microsoft, Alphabet, Amazon — mostrassero segnali simili, il Nasdaq potrebbe finalmente accusare il colpo. E, come osservato, Bitcoin potrebbe essersi già posizionato in anticipo su questo scenario.


Conclusione: un mercato che manda segnali divergenti

Oggi la situazione è la seguente:

  • Bitcoin mostra debolezza tecnica, rimbalzi incerti e rischio crescente di rottura ribassista.

  • Il Nasdaq continua a tenere, ma emergono crepe nel comparto AI, con pressioni sui costi e questioni di monetizzazione che potrebbero diventare un tema nel 2025.

  • La correlazione tra gli asset si è indebolita, ma non è scomparsa: e le divergenze, storicamente, vanno lette con attenzione.

Il punto non è prevedere un crollo imminente, ma riconoscere che il mercato sta entrando in una fase in cui:

  • i segnali non sono più allineati,

  • la liquidità torna a contare,

  • gli investitori chiedono più prove concrete ai “grandi vincitori” dell’AI trade.

In altre parole: Bitcoin sta parlando, e potrebbe farlo prima del Nasdaq.

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