Credem, breve scossa al titolo dopo i conti
pubblicato:La trimestrale della banca emiliana mostra qualche debolezza, ma è complessivamente solida anche grazie a un business molto differenziato

Il titolo di Credem ha avviato la seduta di oggi, dopo la pubblicazione ieri a mercato chiuso dei risultati del primo trimestre con un primo affondo a 12 euro che ha bruscamente interrotto il recupero dei corsi dai minimi di aprile.
Appena ieri l’azione aveva rivisto a 12,54 euro, livelli che non si toccavano dal 2 aprile. Dopo i primi ripiegamenti del titolo però il mercato ha gradualmente ridotto le vendite e nel primo pomeriggio l’azione di Credem segna un calo dello 0,64% a 12,44 euro.
Credem, i risultati del 2025
I conti di Credem del primo quarto 2025 inviano d’altronde agli operatori segnali diversi. Il gruppo presieduto da Lucio Zanon di Valgiurata ha chiuso il periodo con un utile netto da 229,3 milioni di euro in crescita del 42,5% rispetto ai 160,9 milioni di un anno fa; ma il risultato di quest’anno sconta un beneficio straordinario di 93,7 milioni di euro che deriva dalla vendita del merchant acquiring della banca. Senza quella voce straordinaria l’utile rimane a 135,6 milioni e mostra un calo del 18,6% sul dato del primo trimestre del 2025.
Il margine finanziario della banca flette del 18% a 234 milioni di euro, il 4% sotto le attese secondo un’analisi dedicata al titolo da Barclays. A pesare non soltanto l’andamento dei tassi d’interesse, ma anche la riduzione del portafoglio.
Piace invece alla banca britannica il dato delle commissioni che pure sono calate del 2% a 182 milioni di euro: il dato si è mostrato più resiliente del previsto e anche gli utili da trading hanno mostrato un balzo del 44% a 33 milioni di euro. Barclay evidenzia un calo trimestre su trimestre del 3% dei depositi diretti di circa 1 miliardo di euro, anche se si mantengono stabili gli attivi in gestione e le riserve assicurativa.
Credem nel suo comunicato evidenzia invece la crescita del 6% in un anno della raccolta da clientela a 104 miliardi (38,3 mld quella diretta) e, sul fronte opposto, l’aumento del 2,5% dei prestiti alla clientela che si attestano a 35,4 miliardi di euro.
A fine trimestre sono ben 48 mila i nuovi clienti di tutto il gruppo. Il CET 1 ratio di vigilanza è al 15,68% rispetto al minimo assegnato dalla BCE all’8,01%, il Gross NPL Ratio, che misura il peso dei crediti deteriorati, è sotto la media di sistema e si pone all’1,8 per cento.
Credem, Barclay alza il prezzo obiettivo
Al termine della review Barclays aumenta le previsioni sull’utile netto rettificato per azione del 2% circa per il periodo 2025-2027, ipotizzando commissioni e proventi dal trading superiori alle stime inziali.
Così il prezzo obiettivo cresce del 15% da 10,9 a 12,5 euro (il P/E 2024 è a 6,8x e quello atteso nel 2025 a 7,9x). Il giudizio è invariato a “equal weight”.
Nonostante qualche debolezza, si può comunque osservare che Credem mostra un business molto ben differenziato.
Credemfactor ha registrato crediti ceduti dalla clientela per oltre un miliardo e realizzato un utile trimestrale di 2,9 milioni.
La società del credito al consumo Avvera ha contato 19 mila nuovi clienti e un utile da 7,4 milioni.
Credemtel ha portato un utile da 1,3 milioni.
Credem Euromobiliare Private Banking (CEPB), il ramo private del gruppo con masse da 45,9 miliardi, ha registrato un utile di 11,4 milioni.
Il wealth management del gruppo ha toccato un risultato netto di 28,7 milioni (masse gestite a 31,4 mld).
La banca ha rivendicato in occasione della trimestrale l’aderenza alle proprie direttive strategiche, pur in un contesto di elevata incertezza dovuto alle evoluzioni della guerra dei dazi. Il modello di business completo e articolato di Credem è ovviamente visto come una risorsa. Spazia dalle reti specializzate, alle fabbriche, all’offerta differenziata e fa leva su investimenti in tecnologia che dovrebbero rafforzarne le performance e l'integrazione.
Tutte leve utili per affrontare questa fase di riduzione dei tassi d’interesse.