Dividendi: Piazza Affari limita l’impatto del "Dividend Day"

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Da Eni a Generali, da A2A a Interpump, molte grandi del Ftse Mib staccano la cedola. Il pagamento sarà dopodomani, ma i listini italiani già oggi tengono bene e molti titoli già avviano il recupero

Dividendi: Piazza Affari limita l’impatto del "Dividend Day"

Avvio di ottava sottotono per l’azionario italiano dopo lo stacco di cedole miliardarie da parte di importanti società del Ftse Mib e non solo. L’impatto dei dividendi su tutta Piazza Affari è stato stimato in circa 26 miliardi di euro complessivi, circa l’1,24% sul listino principale.

Partendo da questo dato i cali del Ftse Mib dello 0,75% a fronte di indici azionari europei sottotono, indicano una reazione importante e solida in controtendenza. A 27.313 punti contro i 27.520 della chiusura di venerdì, il paniere principale di Milano registra performance quindi già in recupero dallo stacco delle cedole.

Più di 60 le società che hanno staccato oggi una cedola a Milano, ma i soci incasseranno i dividendi dopodomani alla data di pagamento.

Dividendi, la reazione di Eni, Generali e Intesa

Solo nel Ftse Mib numerosi i nomi e i settori interessati da questa tornata di dividendi, da Generali ad Amplifon da Intesa ad Eni.

Generali recupera già l’1,23% ed Eni, che ha staccato un saldo, riprende lo 0,14%, mentre Intesa mostra una performance positiva dello 0,95 per cento. Si tratta ovviamente di performance calcolate sui prezzi di oggi ex dividendo, basti pensare che Generali quota a 18,065 euro contro i 19,005 della chiusura di venerdì.

Eni vale 13,248 euro contro i 13,45 euro dell’ultima chiusura ed Intesa tratta a 2,3485 euro (+0,95%) contro i 2,4165 dello scorso closing. Nei tre casi la cedola era rispettivamente di 1,16 euro, di 22 centesimi (ma per Eni è la quarta tranche del dividendo) e di 0,0901 euro (ma per Intesa si tratta di un saldo). 

Dividendi, la finanza stacca la cedola e avvia la rimonta

Diverse le società finanziarie che oggi hanno staccato una cedola per i propri soci. Oltre alla citata Generali, si segnalano Bper (+2,05%) che ha staccato un dividendo di 12 centesimi, Fineco (+1,57%) ha staccato 49 centesimi per azione e Banca Generali (+1,41%) 1 euro.

Anche Azimut ha staccato 1,3 euro ai soci e recupera ora l’1,41% Nessuna di queste ha già ripreso i corsi di venerdì prima dello stacco, ma la dinamica comune è orientata al recupero. Come dimostra anche Unipol (+0,02% dopo uno stacco da 37 centesimi).

Dividendi, altri settori staccano per i soci

Altro settore rappresentato nel ventaglio dei distributori odierni di valore è quello delle utility. A2A ha staccato un dividendo da 0,0904 euro e in queste ore recupera lo 0,97% Italgas segna invece un -0,09% a 5,47 euro dopo lo stacco di una cedola da 31,7 centesimi che già ai nastri aveva portato il valore da 5,79 euro a 5,473 euro. L’azione quindi in questo caso non recupera ma prosegue nel ribasso.

Sul fronte energetico si segnala anche il saldo di Tenaris in dollari: $ 0,34 staccati, titolo in recupero dello 0,96% a 12,135 euro.

Va comunque considerato che i dividend yield, il rendimento da dividendo dei titoli, mostrano valori anche molto diversi e quindi per chi ha reso di più con la cedola ai soci sarà probabilmente più faticoso ritrovare i livelli di venerdì.

Dividendi, impatto relativo limitato su Piazza Affari

Comunque sia, anche alla luce della debolezza dei mercati tra mille incertezze, le performance complessive di Milano limitano i danni o almeno li camuffano con l’andamento generalmente fiacco delle borse.

In queste ore infatti l’EuroStoxx 50 cede lo 0,34%, il Dax lo 0,40%, il Cac 40 lo 0,35%, mentre l’Ibex 35 segna un rialzo corposo dello 0,52%

Piazza Affari è dunque la peggiore tra i maggiori listini del Vecchio Continente, ma vista la ricchezza delle cedole di quest’anno, figlia della ripresa economica, ma anche dei bassi multipli delle nostre quotazioni rispetto agli scenari europei e statunitensi, si può dire che le cose vanno meglio del previsto.

Da qui a calcolare i tempi di recupero delle cedole, che poi saranno specifici per ogni titolo, ne passa. Bisognerà in molti casi attendere settimane almeno. Probabilmente nel frattempo nuove incertezze sulle dinamiche della politica monetaria, il processo di approvazione del tetto al debito pubblico Usa, la guerra in Ucraina o i conflitti tecnologici tra grandi potenze soppianteranno il tema dei nostri dividendi nell’attenzione degli investitori.

Di certo però sarà un argomento solo momentaneamente accantonato, perché nonostante le tasse e la complessità dei mercati, le strategie alternative e gli approcci dinamici e attivi ai mercati, la ricerca del dividendo rimane una costante del mercato e del mercato italiano in particolare.

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