Stellantis, Filosa comincia in un giorno difficile

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Pressioni sull'automotive per la questione iraniana. La nuova squadra di Filosa però prende forma

Stellantis, Filosa comincia in un giorno difficile

Il primo giorno da amministratore delegato di Stellantis non nasconde ad Antonio Filosa le sfide del prossimo futuro.
Il titolo infatti registra ancora in tarda mattina una perdita del 2% quasi a 8,019 euro, dopo un minimo a 7,714 euro che aveva temporaneamente riportato i prezzi allo scorso 22 aprile, una brutta data per le quotazioni della casa che proprio quel giorno con dei minimi a 7,267 euro erano sostanzialmente ritornati alla faticosa ripresa dei prezzi dalla pandemia.

Stellantis, seduta di pressioni per la questione iraniana

In definitiva l’azione di Stellantis continua a essere sotto pressione, anche se forse oggi pesa sul titolo, più che il rinnovo della governance – Filosa ha presentato la nuova squadra su cui torneremo – il contesto geopolitico critico per l’intero settore.

L’Euro Stoxx Automobiles & Parts in queste ore cede soltanto lo 0,29%, ma Volkswagen segna un ribasso dello 0,92% a 86,5 euro, BMW perde lo 0,89%, Mercedes l’1,05% e Renault l’1,06%

Quindi, al di là della reazione più tiepida dell’intero settore, componentistica compresa, è legittimo dire che l’avvio di questa ottava è critico per le quattro ruote europee.

A pesare verosimilmente è la crisi iraniana che potrebbe influire per almeno due ordini di motivi.

Il primo è di carattere più generale. Una crisi geopolitica dagli esiti incerti, anche in termini di prezzi e inflazione, può comprimere la propensione al consumo e impattare direttamente sui beni durevoli per eccellenza: le automobili.

Più in particolare poi i rischi di un blocco dello stretto di Hormuz e di shock nella catena di approvvigionamenti energetici dal Medioriente possono pesare anche sulla domanda di automobili che ancora nella maggior parte dei casi vanno a benzina e quando vanno a energia elettrica potrebbero comunque risentire del rincaro dei prezzi del gas.

La questione è ancora molto fluida in queste ore: il Brent ha toccato dei massimi a 81,4 dollari al barile che hanno riportato ai livelli delle tensioni di un anno fa. In queste ore si torna a 77,34 dollari, su livelli più vicini alle quotazioni precedenti, ma il segnale sul grafico c’è stato da diverse sedute. Anche il WTI si apprezza dello 0,46% a 74,18 dollari, ma ha visto un allungo sui primi scambi che scontavano il nuovo attacco USA a 74,33 dollari.

Il Parlamento iraniano ha già approvato un blocco dello stretto di Hormuz, ma diversi analisti sostengono che Teheran non si spingerà fino a tanto per il semplice fatto che le conseguenze collaterali potrebbero essere troppo elevate. Segnali trasversali si incrociano: gli Stati Uniti non vogliono che i prezzi del petrolio crescano al punto che il segretario di Stato Marco Rubio un’intervista a Fox News ha incoraggiato la Repubblica popolare cinese a sconsigliare all’Iran la chiusura dello stretto da cui transitano 20 milioni di barili di petrolio al giorno, circa un quinto dell’oil consumato ogni giorno su scala mondiale.

Gregor Hirt, CIO Multi Asset di Allianz Global Investor, sottolinea che l’Opec+ potrebbe bilanciare eventuali ammanchi e che la Cina ha tutto l’interesse a evitare shock sul fronte dell’offerta perché importa dal Golfo un terzo del proprio fabbisogno di petrolio ed è quindi ancora più esposta dell’Europa. Teheran e il regime degli ayatollah da decenni al potere, stanno però lottando per la sopravvivenza, quindi mosse estreme non sono da escludersi. La vera domanda che il settore automotive tiene in piedi è se questo, aggiungendosi agli impatti dei dazi Usa, non porterà nuove tempeste inflattive.

Stellantis, la nuova squadra di Filosa, tra conferme e novità

Su Stellantis però qualche parola sul nuovo management resta necessaria. Intanto il nuovo CEO Antonio Filosa ha tenuto per sé anche la guida del Nord America e dei marchi in loco, quindi ha confermato l’estrema attenzione strategica a questo mercato difficile ed essenziale (lo sottolinea anche Jefferies). Jean-Philippe Imparato mantiene la guida dell’Europa Allargata e dei marchi per l’Europa (cui si aggiunge Maserati). Anche Doug Ostermann rimane alla guida finanziaria del gruppo ma assume anche la responsabilità per M&A e joint venture. Ned Curic resta leader per la tecnologia e lo sviluppo di prodotto del gruppo.

Lascia invece il gruppo Maxime Picat, tra i manager che erano stati visti come potenziali candidati al ruolo di amministratore delegato di Stellantis poi ottenuto appunto da Filosa. Secondo alcuni rumors Picat ora potrebbe diventare il nuovo CEO di Renault dopo la recente uscita di Luca De Meo dal gruppo in una mossa che ha influenzato tutto il mercato delle quattro ruote.  

Entrano nel Leadership Team di Stellantis Emanuele Cappellano (responsabile per il Sudamerica cui aggiunge Stellantis Pro One, ossia i veicoli commerciali), Philippe de Rovira (aggiunge Resto del Mondo a Stellantis Financial Services), Davide Mele (dirigerà l’area Product Planning), Sébastien Jacquet (da inizio mese Responsabile dell’area Quality) e Monica Genovese (Responsabile dell’area Purchasing). Nel team di leadership del gruppo entrano Scott Thiele (nuovo responsabile Supply Chain) e Clara Ingen-Housz (Corporate Affairs & Communications) mentre vengono confermati Arnaud Deboeuf (Manufacturing), Xavier Chéreau (Human Resources e Sustainability).

Fuori dal leadership team, ma con riporto diretto al CEO Filosa, ci sono poi Ralph Gilles (Design), Olivier Francois (Marketing), Alison Jones (Parts & Services e Circular Economy) e Giorgio Fossati (General Counsel).

Reuters sottolinea che i manager che riportano direttamente all’amministratore delegato passano dai 33 dell’epoca di Carlos Tavares ai 16 di questa nuova fase Filosa. Una ricerca dell’efficacia della governance che fa leva su risorse tutte interne al gruppo. Anche questo vuol dire qualcosa.