Wall Street non va in vacanza: l’M&A accelera e la battaglia per Warner Bros infiamma il mercato
pubblicato:Warner Bros al centro della contesa tra media, streaming e finanza globale, simbolo del nuovo ciclo delle fusioni

Wall Street non va in vacanza: l’M&A accelera e la battaglia per Warner Bros diventa il simbolo del nuovo ciclo
Altro che rallentamento di fine anno. Tra Wall Street, Canary Wharf e Hong Kong, il Natale 2025 si sta trasformando in una stagione ad altissima intensità per fusioni e acquisizioni, con banchieri e consulenti costretti a mettere laptop e telefoni accanto ai regali sotto l’albero.
Solo nel mese in corso sono state annunciate operazioni per oltre 460 miliardi di dollari, circa il 30% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Un’accelerazione che spiega perché molti dealmaker abbiano già avvertito clienti, colleghi e famiglie: le vacanze saranno, nella migliore delle ipotesi, intermittenti.
Il dato più interessante non è solo quantitativo, ma qualitativo. Dopo anni in cui consigli di amministrazione e management cercavano motivi per rimandare le decisioni – tra tassi elevati, incertezza macro e geopolitica – oggi il clima è cambiato.
Come raccontano diversi banchieri d’affari, la filosofia dominante è diventata: trovare ragioni per dire sì, non più per dire no.
In questo contesto, un’operazione emerge come emblema perfetto del nuovo ciclo M&A: la guerra di offerte su Warner Bros. Discovery.
La battaglia per Warner Bros: contenuti, scala e potere industriale
Warner Bros è oggi uno degli asset più ambiti del panorama globale dei media. Il motivo è semplice: scala, library di contenuti e valore strategico.
In un settore in cui lo streaming richiede investimenti crescenti e masse critiche sempre più grandi, controllare un catalogo come quello di Warner significa giocare in un’altra categoria.
Da un lato c’è il fronte Paramount–Skydance, sostenuto dal private equity e guidato da RedBird Capital Partners, che ha lanciato un’offerta ostile da oltre 108 miliardi di dollari, recentemente rivista e accompagnata da una proroga della scadenza al 21 gennaio.
Non è solo una questione di prezzo: l’obiettivo è convincere gli azionisti che questa combinazione industriale possa creare valore in un settore in piena trasformazione.
Dall’altro lato, sullo sfondo ma con un peso enorme, c’è Netflix. Per il leader globale dello streaming, Warner rappresenta un’occasione quasi irripetibile per:
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rafforzare in modo strutturale il catalogo,
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ridurre la dipendenza dalla produzione interna,
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consolidare ulteriormente il vantaggio competitivo.
Il risultato è una guerra di nervi che sta tenendo impegnati advisor legali, banchieri e consulenti di comunicazione anche durante le festività.
Offerte che cambiano struttura, scadenze che si allungano, messaggi calibrati per gli azionisti: è una partita che non si gioca solo sul prezzo, ma sulla visione strategica di lungo periodo.
Un segnale che va oltre Warner Bros
La battaglia su Warner Bros non è un caso isolato. È il riflesso di un mercato che ha ritrovato fiducia e aggressività strategica.
A livello globale, l’M&A ha già superato 4,8 trilioni di dollari, rendendo il 2025 uno dei migliori anni di sempre, secondo solo al 2021.
E ciò che conta di più è che la pipeline per l’inizio del 2026 viene descritta come “molto forte”, con aspettative paragonabili proprio al periodo post-Covid.
Private equity, big tech e grandi gruppi industriali stanno tornando protagonisti, spesso con operazioni trasformative.
Quando deal di questa portata vengono negoziati a ridosso di Natale, il messaggio è chiaro: chi vuole muoversi, non aspetta più condizioni perfette.
In sintesi
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L’M&A globale è tornato in piena accelerazione
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I board sono più propensi a fare operazioni strategiche
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Warner Bros è il simbolo di questa nuova fase
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La competizione su contenuti e scala sta ridefinendo il settore media
Altro che pausa festiva.
Per Wall Street e Hollywood, il film più importante dell’anno si sta girando proprio adesso.
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