La storia dei lingotti d'oro: evoluzione e significato nell'investimento

di FTA Online News pubblicato:
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Curiosità e aneddoti di una riserva di valore senza tempo. Gli standard, gli impieghi e le caratteristiche del metallo giallo più famoso

La storia dei lingotti d'oro: evoluzione e significato nell'investimento

L’investimento in oro è diventato di stringente attualità con i nuovi record dei prezzi del metallo giallo, ma la sua storia si perde nei tempi. Naturalmente scarso sul pianeta Terra, nei secoli l’oro è stato considerato un simbolo di ricchezza e i lingotti e le altre forme in cui veniva forgiato sono stati raccontati da generazioni. Ci sono prove della raffinazione d’oro nell’Antica Mesopotamia, già nel terzo millennio a.C., con la prima Dinastia di UR, che ha lasciato anche l’elmetto d’oro del re sumero Meskalamdug.

Attraverso i millenni l’oro ha conservato la funzione essenziale di deposito di valore, che ne ha imposto anche rigidi controlli quantitativi e qualitativi.

Oro: carati, once e lingotti

Non tutti sanno che il carato, l’unità di misura da 0,2 grammi usata per pietre e metalli preziosi, deriva il proprio nome dal seme di carrubo, che sembra avere con straordinaria costanza questo peso esatto.
Nel caso specifico dell’oro, il carato ha un impiego particolare, infatti quantifica la purezza della lega a base d’oro in 24/24esimi (ossia in 24 parti su 24). Questo significa che un lingotto d’oro a 13 carati, per esempio, è costituito da una lega in cui l’oro copre 13 parti della lega e altri metalli occupano le successive 11 parti. Per convenzione, quindi, un chilo d’oro a 24 carati è integralmente d’oro fino a un margine dello 0,01%, ossia non ha meno di 999,9 grammi d’oro.  Va aggiunto che spesso l’oro è mescolato con altre leghe perché puro sarebbe troppo morbido.

Barre e monete d’oro hanno attraversato la storia: è leggendaria la donazione dell’ultimo re di Lidia Creso ad Apollo di 117 lingotti d’oro.
Oggi esistono nuovi standard, come quelli del London Good Delivery (LGD) citato dalla Banca d’Italia, che pone i lingotti Good Delivery a circa 12,4 chilogrammi, ossia 400 once troy, con purezza del 99,5%.
Ai prezzi di 4.100 dollari l’oncia di questo periodo, significherebbe un valore di oltre 1,42 milioni di euro per lingotto.
Proprio alla “Troy ounce” fanno riferimento i mercati mondiali quando prezzano l’oro in “dollari l’oncia”: sono 31,103 grammi per l’esattezza.
Ci sono naturalmente altri tipi di lingotto oro pesati anche in grammi e con diversi gradi di purezza. Le pezzature più diffuse variano da 1 grammo a 10g, a 50 g, persino fino al chilogrammo.

Oro, ecco perché attrae

Ma perché si parla ancora tanto d’oro? Tradizionalmente l’oro è considerato un bene rifugio capace di difendere il valore nelle fasi più incerte dei mercati azionari e dell’economia.
L’oro riesce normalmente ad apprezzarsi anche quando l’inflazione cresce e diversi analisti lo considerano un utile strumento di diversificazione del portafoglio. Oltre che per gli investimenti, l’oro è molto richiesto per gioielli, per le riserve delle banche centrali e per usi industriali.

L’acquisto di lingotti d’oro fisico, di monete, di barre o di strumenti collegati può essere quindi un investimento, anche se bisogna richiedere le garanzie necessarie, come quella della LBMA, la London Bullion Market Authority, una rispettata autorità del settore dei preziosi e delle commodity metalliche che certifica anche gli emittenti di lingotti d’oro.

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