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Mercato delle criptovalute sopravviverà al collasso di Ftx?

di Raffaele Rovati pubblicato:
3 min

Piattaforme per scambio di criptovalute sotto accusa dopo il collasso da 32 miliardi di Ftx. La soluzione passa da maggiore regolamentazione o ritorno a decentralizzazione?

Mercato delle criptovalute sopravviverà al collasso di Ftx?

Il collasso di Ftx ha in un certo senso sdoganato le criptovalute ma lo ha fatto nel modo peggiore. La bancarotta da 32 miliardi di dollari della piattaforma fondata soltanto nel 2019 Sam Bankman-Fried è destinata a diventare uno degli scandali finanziari più costosi di sempre ma il suo corollario di politica, celebrità, sesso e droga rende più vicine le criptovalute alla finanza tradizionale. In negativo ovviamente.

Il mercato delle criptovalute sopravviverà al collasso di Ftx?

La domanda che si pone Kenneth Rogoff, già chief economist del Fondo monetario internazionale (Fmi) e oggi docente a Harvard, è se il mercato delle monete digitali sopravviverà al crac di Ftx, che non sarà certo l'ultimo scandalo per il comparto.

Il crac di certo mette mette in discussione le piattaforme per lo scambio di criptovalute, che avevano democratizzato il settore, rendendolo accessibile anche ai meno tecnologizzati.

Dal collasso di Ftx perdita di fiducia per mercato criptovalute

Il primo effetto del collasso di Ftx è ovviamente la perdita di fiducia nei crypto exchange, intermediari finanziari che sono stati un fattore importante nell'impennata dei prezzi delle monete digitali.

La stragrande maggioranza delle transazioni in Bitcoin viene oggi effettuata "off-chain", ovvero al di fuori della stessa blockchain del Bitcoin. Il motivo è ovvio: le piattaforme di scambio sono di gran lunga più convenienti, richiedono meno sofisticazione nel loro uso e non sprecano così tanta energia.

Regolamentazione criptovalute ridarebbe fiducia agli investitori

Se lo scandalo Ftx porterà a un maggiore regolamentazione dei crypto exchange ovviamente il settore ne soffrirà. Rendere più sicure le criptovalute significa mettere in discussione quello stesso anonimato che ne ha fatto la loro fortuna.

Escludendo criminali ed evasori fiscali, però, la regolamentazione gioverebbe in primis alle piattaforme che operano in modo onesto (e per Rogoff sono la maggioranza) e restituirebbe fiducia ai normali investitori, per cui la sicurezza è comunque un valore.

Per Buterin criptovalute devono tornare alla decentralizzazione

Per Vitalik Buterin, il russo-canadese che ha creato Ethereum, la vera lezione del tracollo di Ftx è che le criptovalute devono tornare alle loro radici di decentralizzazione.

I crypto exchange centralizzati come Ftx rendono molto più conveniente detenere e scambiare criptovalute ma a scapito di aprire la porta alla corruzione manageriale, proprio come in qualsiasi società finanziaria convenzionale.

Da decentramento criptovalute rischio di maggiore vulnerabilità

Il decentramento può significare una maggiore vulnerabilità agli attacchi ma finora le principali criptovalute come Bitcoin ed Ethereum si sono dimostrate resistenti.

Il problema di avere solo piattaforme decentralizzate è invece la loro inefficienza rispetto, per esempio, ai colossi delle carte di credito come Visa e Mastercard, o alle normali transazioni bancarie nelle economie avanzate.

Rogoff, in suo commento pubblicato da MarketWatch, spiega di ritenere possibile che alla fine si trovino modi per duplicare i vantaggi in termini di velocità e costi degli scambi centralizzati. Tuttavia ciò è assai improbabile nel breve periodo.

Dopo Ftx per il mercato delle criptovalute serve una soluzione

In ogni caso una soluzione va individuata perché il rischio è quello che invece di vietare semplicemente gli intermediari di criptovalute, molti Paesi potrebbero provare a vietare tutte le transazioni crittografiche, come hanno già fatto la Cina e alcune economie in via di sviluppo.

Rendere illegale l'effettuare transazioni in Bitcoin, Ethereum e nelle altre criptovalute non fermerebbe tutti, ma certamente limiterebbe il sistema. Alla fine è probabile che altri Paesi seguano l'esempio della Cina. Certo non lo faranno gli Usa, per ora.

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