Momento difficile per due titoli di Piazza Affari
pubblicato:Due titoli in rosso ieri a Piazza Affari. Scopriamo se si tratta soltanto di una flessione temporanea o se può essere destinata ad ampliarsi. Ecco lo scenario grafico e gli obiettivi.

Tenaris risente dell'andamento dell'indice Pipelogix
Ieri Tenaris ha registrato un deciso calo (-3,24%), nonostante il rialzo del prezzo del petrolio che ha raggiunto livelli massimi da metà di agosto. Tra le ragioni che sembrano aver contribuito a questo ribasso potrebbe rientrare il crollo dell'indice Pipelogix avvenuto mercoledì scorso.
Questo indice è strettamente legato ai prezzi dei tubi OCTG (Oil Country Tubular Goods), i quali vengono impiegati nelle operazioni di perforazione ed estrazione di petrolio e gas. Negli Stati Uniti, l'indice Pipelogix ha subito una flessione del 9%. Ciò che rende questa situazione ancora più significativa è la marcata connessione tra l'andamento di tale indice e i prezzi di vendita dei prodotti Tenaris negli Stati Uniti. Tali prezzi, infatti, seguono l'evoluzione dell'indice con un ritardo temporale di circa sei mesi.
Il quadro grafico di Tenaris evidenzia come il titolo sia tornato indietro nelle ultime settimane, dopo aver testato l'ultimo dei riteracciamenti di Fibonacci della discesa dai top di febbraio, riferimento a 15,55 circa. Niente di preoccupante per il momento, da monitorare però con attenzione il supporto a 14,00 euro, la cui violazione muterebbe il sentiment di breve medio termine in favore di una ripresa della corrente ribassista che potrebbe spingere i corsi verso quota 13,00, sostegno successivo in area 11,80/12,00, strategica in ottica temporale più lunga.
Necessario il superamento di quota 16,70 per allentare le recenti tensioni e predisporre il terreno per un ulteriore allungo che permetta il ricongiungimento con i massimi annuali toccati tra 17,50 e 18,00 euro. Obiettivo intermedio a 16,60 euro.
Aquafil, semestre negativo
Aquafil chiude il primo semestre 2023 con risultati in deciso peggioramento. I ricavi scendono dell'11,4% a/a a 311,1 milioni di euro (con un'accelerazione nel secondo trimestre, -19,8% a/a), l'EBITDA del 39,2% a/a a 31,3 milioni e il risultato netto segna un rosso di 4,1 milioni contro i +17,7 milioni dello stesso periodo del 2022.
Indicazioni negative anche sul fronte debito: il rapporto PFN/EBITDA LTM è salito x3,48 rispetto a x2,69 del 31 dicembre 2022. Per il secondo semestre il management prevede che "Asia e Stati Uniti confermino una sostanziale tenuta della domanda di mercato", mentre nell'area EMEA permarrà "invece un mercato estremamente lento". L'analisi del grafico di Aquafil mette in evidenza la solida tendenza ribassista in essere da novembre 2021.
Il titolo Aquafil sta mettendo pressione sui minimi di ottobre 2020 a 3,0450 euro. L'eventuale violazione confermata in chiusura di seduta di questo supporto anticiperebbe probabilmente un test del minimo storico di marzo 2020 a 2,61. Le possibilità di assistere a un recupero significative sono legate alla capacità delle quotazioni di riportarsi in pianta stabile sopra i 3,40, operazione che creerebbe le condizioni per un'estensione verso 3,80 almeno, con obiettivo successivo a 4,16, massimo di metà giugno.
Il primo segnale utile a ipotizzare un tentativo di inversione della tendenza ribassista arriverebbe con il superamento dell'ex supporto rappresentato dal minimo di ottobre 2022 a 4,6950.