Petrolio ai minimi triennali: tra crescita debole e incertezza globale
pubblicato:Il mercato cerca un equilibrio tra eccesso di offerta e timidi segnali di ripresa: sopra i 63 dollari per il crude oil si aprirebbe spazio per un rimbalzo tecnico, sotto i 55 rischia di innescarsi una nuova fase ribassista

L’andamento del crude oil, tornato ai livelli più bassi degli ultimi tre anni, riflette un mercato in bilico tra fondamentali deboli e prospettive incerte.
La situazione attuale
Il prezzo del greggio è sceso sotto i 60 dollari al barile, zavorrato da una combinazione di fattori: la revisione al ribasso delle stime di crescita globale del Fondo Monetario Internazionale, in particolare per la Cina (pil in crescita +4,8% quest'anno e +4,2% nel 2026), e le nuove proiezioni dell’OPEC, che indicano una crescita della domanda mondiale di petrolio più contenuta rispetto alle attese.
Le dinamiche di fondo
Per il 2025, l’OPEC prevede ora un aumento della domanda di circa 1,6 milioni di barili al giorno, in calo rispetto alle stime precedenti. La crescita nei paesi OCSE sarà marginale (+0,1 mbg), mentre quella dei paesi emergenti rimarrà il principale motore (+1,5 mbg).
Parallelamente, la produzione OPEC+ a settembre è salita di 630.000 barili al giorno, a 43,05 milioni, riducendo il potenziale deficit di offerta per il 2026.
Dati macro e fondamentali – cosa ci dice il FMI e il mercato petrolifero
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Il FMI ha recentemente aggiornato le previsioni di crescita per l’Asia-Pacifico: l’area è stimata crescere del 4,5 % nel 2025, in calo rispetto al 4,6% dello scorso anno ma in aumento di 0,6 p.p. rispetto alla stima di aprile. Tuttavia, il FMI avverte che i rischi al ribasso sono considerabili, in particolare derivanti da un’escalation delle tensioni commerciali USA-Cina.
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Dal lato dell’energia, la International Energy Agency (IEA) e l’Organization of the Petroleum Exporting Countries (OPEC) segnalano che la domanda globale di petrolio si sta espandendo, ma a un ritmo molto più modesto rispetto al passato. L’IEA prevede un picco della domanda intorno al 2029 (105,6 milioni barili/giorno) e evidenzia che la richiesta cinese potrebbe aver raggiunto o si avvicina al picco già intorno al 2027.
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Importanti anche le indicazioni sul lato offerta/inventari: secondo l’EIA (via STEO), i prezzi Brent sono rimasti vicino a ~68 $/b nel 3Q 2025, con stimati accumuli di scorte globali attorno a 1,9 milioni di barili al giorno da maggio a settembre. Le previsioni indicano un aumento degli inventari fino a ~2,6 milioni b/d nel 4Q 2025 e oltre 2,1 milioni b/d nel 2026, fattore che esercita pressione ribassista sui prezzi.
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Un’altra componente chiave: la Cina sembra aver accumulato scorte strategiche di petrolio, aiutando a stabilizzare il mercato ma creando una fonte di domanda “invisibile”, che potrebbe però scomparire o rallentare.
Analisi del grafico del crude oil
Dal grafico del crude oil (ultimi tre anni) emergono alcuni elementi tecnici chiave:
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Si nota una tendenza ribassista di fondo nel corso degli ultimi mesi: i massimi sono progressivamente più bassi e il prezzo si è riportato verso supporti che non vedeva da tempo.
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Il livello che appare come supporto chiave è in area ~55-56 $/barile: qui si sono concentrati tentativi di rimbalzo e interventi del mercato. Il prezzo attuale sembra aver testato tale area.
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Sul lato opposto, una resistenza significativa si colloca attorno a ~70-75 $/barile: un ritorno sopra questo livello potrebbe segnalare un cambio di momentum (le oscillazioni delle ultime settimane si dimostrerebbero un "doppio minimo rialzista").
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La formazione grafica potrebbe essere letta come un rettangolo laterale / consolidamento dopo un trend ribassista, piuttosto che un’inversione netta. In sintesi: finché non avviene una rottura convincente al rialzo o al ribasso, il mercato resta in equilibrio instabile.
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Se consideriamo le proiezioni, la rottura ribassista sotto ~55 $/b potrebbe aprire spazio verso ~45 $/b o meno, mentre una spinta rialzista convincente sopra ~70-75 $/b potrebbe aprire verso aree ~85 $/b o più.
Implicazioni e scenari per investitori
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Considerando il contesto macro (domanda moderata, inventari in crescita) e la struttura tecnica (prezzo vicino a supporto critico), lo scenario più probabile è un consolidamento laterale con oscillazioni o un rimbalzo tecnico moderato, piuttosto che un trend rialzista esplosivo imminente.
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Tuttavia, il rischio ribassista non è da trascurare: una conferma sotto ~55 $/b accompagnata da dati macro deludenti (es. Cina) o da un’ingente espansione di offerta potrebbe innescare una nuova discesa significativa.
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Per gli investitori: trattandosi di un asset con alta sensibilità a macro, geopolitica e offerta, è essenziale adottare strategia difensiva e considerare posizioni che tengano conto del rischio di downside, più che scommettere su un rally immediato.
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