Meloni rassicura: “Nessun contraccolpo dalle nuove tasse su banche e assicurazioni”
pubblicato:Deficit in calo, crescita debole e fiducia FMI: l’Italia entra in un circolo virtuoso ma servono riforme strutturali per mantenere la traiettoria positiva

Il governo Meloni punta a coniugare rigore di bilancio e misure espansive
La manovra economica 2026 segna una fase delicata di equilibrio per il governo Meloni, che punta a coniugare rigore di bilancio e misure espansive in un contesto di crescita debole ma stabile. L’elemento più discusso è senza dubbio l’aumento delle imposte su banche e assicurazioni, un intervento da 11 miliardi di euro nel triennio 2026-2028, che prevede anche un rialzo dell’aliquota Irap di due punti percentuali — al 6,65% per le banche e al 7,90% per le assicurazioni.
Meloni, nessun approccio punitivo nei confronti delle banche
La premier Giorgia Meloni ha cercato di sgombrare il campo da ogni accusa di approccio punitivo, sottolineando che l’obiettivo non è colpire il settore finanziario, ma coinvolgerlo nella copertura delle priorità nazionali: lavoro, salari e sostegno alle famiglie. “Non temo un contraccolpo – ha spiegato – perché l’intento è costruttivo. Il sistema bancario beneficia della stabilità dei conti pubblici tanto quanto il governo”. Il messaggio è chiaro: la sostenibilità dei conti pubblici deve essere un bene condiviso, e le banche, dopo anni di profitti record, sono chiamate a contribuire in modo proporzionato.
Deficit atteso in calo al 2,8% del PIL nel 2026
La manovra prevede un deficit in calo al 2,8% del PIL nel 2026, rispetto al 3% del 2025, e una spesa aggiuntiva di circa 18,7 miliardi di euro l’anno, destinata soprattutto a tagli fiscali per il ceto medio e incentivi per le imprese industriali. Dopo iniziali divergenze interne alla maggioranza, la coalizione ha trovato un’intesa su come reperire risorse dal settore bancario. Il vicepremier Matteo Salvini, principale sostenitore della misura, ha spiegato che “non si tratta di un esproprio: invece di 50 miliardi di utili, le banche ne faranno 45”.
Giancarlo Giorgetti ha definito gli interventi “sopportabili”
Sul piano tecnico, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha definito gli interventi “sopportabili”, ricordando che le banche saranno parzialmente compensate — circa 1,5 miliardi — per l’Irap versata sui dividendi delle controllate estere, a seguito di una sentenza europea. Inoltre, il governo ridurrà dal 40% al 27,5% l’imposta da versare per lo sblocco delle riserve accantonate legate alla tassa sugli extraprofitti del 2023, misura che potrebbe generare fino a 3 miliardi di entrate fiscali.
Difficile conciliare l’equità fiscale con la stabilità del sistema creditizio
Non mancano tuttavia critiche di incoerenza: prima il governo ha denunciato gli extraprofitti bancari, poi offre incentivi per la distribuzione di nuovi dividendi. È una tensione narrativa che riflette la difficoltà di conciliare l’equità fiscale con la stabilità del sistema creditizio, in un momento in cui il settore resta fondamentale per la trasmissione della politica monetaria e il sostegno agli investimenti.
Per il Fondo Monetario Internazionale l'Italia entra in un "circolo virtuoso"
Sul fronte internazionale, il giudizio è più equilibrato. Il Fondo Monetario Internazionale, per voce del direttore europeo Alfred Kammer, riconosce che l’Italia ha superato gli obiettivi di bilancio dell’UE, entrando in “un circolo virtuoso”: la riduzione del deficit ha abbassato gli spread (oggi intorno agli 80 punti base contro i 250 del 2022), migliorando la fiducia dei mercati e riducendo i costi di finanziamento del debito. Tuttavia, Kammer ha avvertito che la crescita rimane troppo debole – circa lo 0,7% annuo – e che il Paese deve puntare su riforme strutturali interne per consolidare i risultati, soprattutto dopo la fine del PNRR nel 2026.
Per Banca d’Italia il quadro è moderatamente positivo
Anche la Banca d’Italia condivide un quadro moderatamente positivo ma prudente. Le nuove proiezioni vedono il PIL crescere dello 0,5% nel 2025, dello 0,7% nel 2026 (rivisto al ribasso) e dello 0,7% nel 2027, penalizzato da una perdita di competitività delle esportazioni dovuta al rafforzamento dell’euro e ai nuovi dazi statunitensi. L’inflazione, invece, dovrebbe mantenersi su livelli contenuti — 1,7% nel 2025 e 1,9% nel 2027 — segnalando un contesto di stabilità dei prezzi ma anche di domanda interna fragile.
La manovra Meloni è un messaggio di serietà verso i mercati e l’UE
Nel complesso, la manovra Meloni appare come un tentativo di equilibrio tra consenso politico e disciplina economica: un messaggio di serietà verso i mercati e l’UE, accompagnato però da scelte redistributive che chiamano in causa il sistema finanziario. Se l’obiettivo dichiarato è “coinvolgere, non punire”, il successo dell’operazione dipenderà dalla capacità del governo di mantenere la fiducia di banche e investitori, evitando che la leva fiscale diventi un fattore di instabilità per il credito e la crescita.
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