Dollaro, bond e borse: il nuovo equilibrio fragilissimo che dipende dalla Fed

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
5 min

Treasury a 2 anni vicino a una svolta tecnica: cosa significa per tassi, equity e rischio sistemico

Dollaro, bond e borse: il nuovo equilibrio fragilissimo che dipende dalla Fed

Dollaro, borse e bond: un equilibrio sempre più fragile mentre la Fed torna al centro della scena

Negli ultimi giorni i mercati finanziari hanno vissuto un inatteso cambio di narrative. Fino alla settimana scorsa sembrava scontato che la Federal Reserve non avrebbe tagliato i tassi nella riunione del 10 dicembre: l’euro stava indebolendosi, il dollaro si preparava a una fase di forza e i rendimenti dei Treasury apparivano stabilmente compressi.

Poi, una serie di dati macro ha ribaltato il tavolo.


Il quadro macro cambia: il lavoro rallenta, la Fed torna “dovish”

Il mercato del lavoro statunitense sta mostrando segnali di indebolimento più marcati del previsto. I dati ADP, l’ISM servizi e altre indicazioni provenienti dalle imprese raccontano una dinamica chiara: la domanda di lavoro sta rallentando e sempre più aziende stanno riducendo assunzioni o ricorrendo ad attrition e tagli delle ore lavorate.

Questo ha rimesso sul tavolo l’ipotesi di un taglio dei tassi già nella riunione della prossima settimana, e i mercati hanno immediatamente reagito:

  • dollaro più debole,

  • borse più forti grazie al sollievo sui tassi,

  • rendimenti dei Treasury che tentano di stabilizzarsi ma disegnano figure tecniche critiche.


EUR/USD: un equilibrio sottile tra rimbalzo e rischio di crollo

L’euro-dollaro ha disegnato negli ultimi mesi una struttura tecnica complessa, dominata da un potenziale doppio massimo:

  • Primo massimo: luglio

  • Secondo massimo: settembre

  • Area dei picchi: 1,1850

La linea di base del doppio massimo, tracciata in parallelo ai due top passando per il minimo di agosto, transita in area 1,1480/90, un livello testato più volte da inizio novembre.

Finché questo supporto rimane intatto, i compratori mantengono una chance. Ma:

🔹 Il mercato era già pronto all’assenza di taglio da parte della Fed

L’euro stava indebolendosi e il dollaro stava riprendendo forza.

🔹 Il rallentamento del lavoro ha ribaltato le attese

Gli operatori ora prezzano un taglio dei tassi → il dollaro si indebolisce → EUR/USD rimbalza.

Il cross è infatti risalito fino a 1,1685, dove incontra:

  • il lato alto del flag discendente in formazione da inizio novembre,

  • il 38,2% di ritracciamento dell’ultima gamba ribassista.

Il punto chiave è proprio questo flag

Finché non verrà rotto al rialzo, il rischio che la figura di doppio massimo finisca per completarsi resta molto alto.

Livelli decisivi:

  • Sotto 1,1480 → doppio massimo completato → fase di forza del dollaro →
    possibile accelerazione fino a 1,1380
    target successivo 1,10, livello che avrebbe pesanti ripercussioni sul mercato azionario.

  • Sopra 1,17 → il rimbalzo accelera → obiettivi 1,18 – 1,1850 (ritorno sui massimi estivi).


Bond USA a 2 anni: un testa e spalle rialzista che cambia tutto

Il rendimento del Treasury a 2 anni, pur rimanendo fermo intorno al 3,50%, sta costruendo una figura tecnica molto rilevante:

Potenziale testa e spalle rialzista

  • Neckline a 3,63%

  • Testa sul minimo del 5 settembre

  • Spalle formate tra settembre e novembre

Superamento di 3,63% → figura completata
possibile ritorno dei rendimenti verso 3,90–4,00%, un movimento che segnalerebbe:

  • tensione sui mercati,

  • riduzione delle aspettative di taglio,

  • pressione negativa sull’azionario.

Scenario opposto: rottura di 3,40/3,45%
Questo sarebbe un segnale di forte distensione, con target:

  • 3,00%

  • 2,70%

Qui entrerebbe in gioco una linea di supporto fondamentale:
la trendline che unisce il minimo di marzo 2023 con il minimo di settembre 2024.

Passa proprio in area 3,45% ed è difesa dal mercato da mesi con ostinazione.


Borse e valuta: perché tutto è collegato

La dinamica è chiara:

  • Se i rendimenti salgono → il dollaro si rafforza → le borse soffrono.

  • Se i rendimenti scendono → il dollaro si indebolisce → le borse respirano e crescono.

  • L’EUR/USD agisce da barometro delle aspettative sui tassi.

  • La Fed resta il fulcro: ogni dato macro sposta le attese e quindi sposta dollaro, bond e azioni.

Al momento:

  • il mercato vede un taglio imminente,

  • il dollaro si indebolisce,

  • l’equity sale,

  • ma i segnali tecnici su euro, bond e volatilità restano delicati e potenzialmente reversibili.


Conclusione: un mercato “condizionale”, non direzionale

L’economia USA manda segnali misti, la Fed è sotto pressione e il quadro tecnico dei principali indicatori suggerisce una fase estremamente sensibile agli shock.

Livelli chiave da monitorare:

EUR/USD

  • Supporto cruciale: 1,1480

  • Resistenza decisiva: 1,17

  • Breakdown verso 1,1380/1,10 = rischio forte sull’equity USA

Treasury 2 anni

  • Neckline H&S: 3,63%

  • Supporto strutturale: 3,40–3,45%

Borse

Finché il dollaro resta debole e i rendimenti compressi, il risk-on può continuare. Ma ogni inversione su questi due asset sarà un segnale precoce di stress per l’azionario.

Comments

Loading comments...