Tassi in calo, small cap in rally: il mercato scommette sulla svolta della Fed

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
5 min

Dollar Index ai minimi dal 2020 mentre il Russell 2000 guida la ripresa: è tornato davvero lo scenario “Goldilocks”?

Tassi in calo, small cap in rally: il mercato scommette sulla svolta della Fed

La prospettiva di un taglio dei tassi accende i riflettori sulle small cap: mercato in rally, dollaro in caduta, lavoro in indebolimento

La seduta di mercoledì ha messo in evidenza una dinamica sempre più chiara nei mercati: l’aspettativa di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve è tornata dominante, sostenendo soprattutto i titoli più sensibili al costo del denaro. Il movimento più evidente si è visto sul Russell 2000, l’indice delle small cap, salito dell’1,9%, in netto vantaggio rispetto agli altri benchmark americani.

Per gli investitori, infatti, un ciclo di tassi più bassi significa minori oneri finanziari, maggior accesso al credito e un ambiente più favorevole per la crescita degli utili delle aziende di piccola e media dimensione, solitamente più indebitate e più cicliche delle large cap.


Perché il mercato crede ai tagli? Lavoro che scricchiola e Beige Book in deterioramento

Solo poche settimane fa la probabilità di un taglio dei tassi nella riunione del 10 dicembre era inferiore al 50%. Oggi, secondo i dati CME FedWatch, è salita a quasi il 90%.
A far cambiare il quadro sono stati soprattutto i segnali di indebolimento del mercato del lavoro.

1. Il rapporto ADP: contrazione inattesa

  • Le aziende private hanno tagliato 32.000 posti di lavoro a novembre, contro le attese di +40.000.

  • È un dato che assume più peso del solito, perché la pubblicazione dei numeri ufficiali del Bureau of Labor Statistics è stata ritardata dal lungo shutdown governativo.

  • Anche ottobre è stato rivisto al ribasso (da +47.000).

2. Il Beige Book: domanda di lavoro in calo, aziende caute

Il Beige Book conferma un quadro coerente:

  • Occupazione in lieve calo, con circa metà dei distretti che segnalano una domanda di lavoro più debole.

  • Prevale la strategia del “replacement only hiring” e delle assunzioni congelate piuttosto che licenziamenti diretti.

  • Aumentano i casi in cui l’intelligenza artificiale sostituisce ruoli entry-level.

  • Le imprese regolano le ore lavorate anziché assumere o licenziare.

  • Salari in aumento modesto, tranne in settori come manifattura e sanità, dove la mancanza di personale continua a tenere alte le pressioni.

  • I costi assicurativi e sanitari continuano a salire, mettendo pressione sui margini.


Il dollaro scivola: sette giorni consecutivi di calo, come non accadeva dal 2020

Parallelamente, la prospettiva di politiche più accomodanti negli Stati Uniti sta avendo un impatto marcato sul Forex.

  • Il WSJ Dollar Index è sceso per sette sedute consecutive, il peggior trend dal luglio 2020.

  • Il motivo è semplice: tassi più bassi = valuta più debole.

  • Il movimento è accentuato dal fatto che altre banche centrali globali stanno seguendo una rotta diversa:
    la Bank of Japan ha segnalato la possibilità di un rialzo dei tassi, creando un ulteriore differenziale sfavorevole al dollaro.

Come sintetizza José Torres (Interactive Brokers):
“Se la Fed taglia mentre le altre banche centrali alzano o restano ferme, la domanda per il dollaro scende.”


Wall Street in recupero: Dow e S&P vicini ai massimi, Nasdaq più cauto

La prospettiva di un ciclo di easing ha sostenuto tutti gli indici:

  • Dow Jones +0,9% (circa +408 punti)

  • S&P 500 +0,3% → ora a solo 0,6% dai massimi storici

  • Nasdaq +0,2%, più debole dopo le prese di profitto sui titoli tech nel pre-Thanksgiving

Bitcoin continua il suo recupero (+2%), segnale di un ritorno del risk-on.

La sintesi del momento la dà Terry Sandven (U.S. Bank Asset Management):

“Inflazione contenuta, tassi in calo, utili in miglioramento: è uno scenario Goldilocks per le azioni.”


Pressioni sui costi: tariffe e input più cari, margini sotto stress

Il Beige Book contiene anche un’analisi importante sui costi:

  • Le pressioni su materie prime e input produttivi restano diffuse, soprattutto in manifattura e retail.

  • Le tariffe imposte negli ultimi mesi stanno comprimendo i margini:

    • molte aziende non riescono a trasferire gli aumenti sui clienti,

    • altre lo fanno solo parzialmente per via della domanda debole e della forte concorrenza.

  • Alcuni materiali mostrano cali di prezzo grazie a:
    domanda fiacca, ritardi nell’attuazione delle tariffe, o riduzioni delle stesse.

Nel complesso, la Fed osserva che le pressioni sui costi rimarranno, ma la volontà di aumentare i prezzi nei prossimi mesi è “mista”, segno che la domanda non è più così solida.


Quadro finale

Il mercato sta scontando uno scenario preciso:

  1. 1.

    Lavoro più debole = Fed più vicina ai tagli

  2. 2.

    Tagli = beneficio immediato per small cap, consumi discrezionali e settori ciclici

  3. 3.

    Dollar weakness = venti di coda per commodity e asset rischiosi

  4. 4.

    Margini aziendali sotto pressione per tariffe e costi fissi

  5. 5.

    Economia Goldilocks… ma fragile, perché legata a un atterraggio morbido e a un raffreddamento dell’inflazione senza recessione.

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