Tassi in calo, small cap in rally: il mercato scommette sulla svolta della Fed
pubblicato:Dollar Index ai minimi dal 2020 mentre il Russell 2000 guida la ripresa: è tornato davvero lo scenario “Goldilocks”?

La prospettiva di un taglio dei tassi accende i riflettori sulle small cap: mercato in rally, dollaro in caduta, lavoro in indebolimento
La seduta di mercoledì ha messo in evidenza una dinamica sempre più chiara nei mercati: l’aspettativa di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve è tornata dominante, sostenendo soprattutto i titoli più sensibili al costo del denaro. Il movimento più evidente si è visto sul Russell 2000, l’indice delle small cap, salito dell’1,9%, in netto vantaggio rispetto agli altri benchmark americani.
Per gli investitori, infatti, un ciclo di tassi più bassi significa minori oneri finanziari, maggior accesso al credito e un ambiente più favorevole per la crescita degli utili delle aziende di piccola e media dimensione, solitamente più indebitate e più cicliche delle large cap.
Perché il mercato crede ai tagli? Lavoro che scricchiola e Beige Book in deterioramento
Solo poche settimane fa la probabilità di un taglio dei tassi nella riunione del 10 dicembre era inferiore al 50%. Oggi, secondo i dati CME FedWatch, è salita a quasi il 90%.
A far cambiare il quadro sono stati soprattutto i segnali di indebolimento del mercato del lavoro.
1. Il rapporto ADP: contrazione inattesa
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Le aziende private hanno tagliato 32.000 posti di lavoro a novembre, contro le attese di +40.000.
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È un dato che assume più peso del solito, perché la pubblicazione dei numeri ufficiali del Bureau of Labor Statistics è stata ritardata dal lungo shutdown governativo.
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Anche ottobre è stato rivisto al ribasso (da +47.000).
2. Il Beige Book: domanda di lavoro in calo, aziende caute
Il Beige Book conferma un quadro coerente:
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Occupazione in lieve calo, con circa metà dei distretti che segnalano una domanda di lavoro più debole.
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Prevale la strategia del “replacement only hiring” e delle assunzioni congelate piuttosto che licenziamenti diretti.
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Aumentano i casi in cui l’intelligenza artificiale sostituisce ruoli entry-level.
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Le imprese regolano le ore lavorate anziché assumere o licenziare.
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Salari in aumento modesto, tranne in settori come manifattura e sanità, dove la mancanza di personale continua a tenere alte le pressioni.
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I costi assicurativi e sanitari continuano a salire, mettendo pressione sui margini.
Il dollaro scivola: sette giorni consecutivi di calo, come non accadeva dal 2020
Parallelamente, la prospettiva di politiche più accomodanti negli Stati Uniti sta avendo un impatto marcato sul Forex.
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Il WSJ Dollar Index è sceso per sette sedute consecutive, il peggior trend dal luglio 2020.
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Il motivo è semplice: tassi più bassi = valuta più debole.
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Il movimento è accentuato dal fatto che altre banche centrali globali stanno seguendo una rotta diversa:
la Bank of Japan ha segnalato la possibilità di un rialzo dei tassi, creando un ulteriore differenziale sfavorevole al dollaro.
Come sintetizza José Torres (Interactive Brokers):
“Se la Fed taglia mentre le altre banche centrali alzano o restano ferme, la domanda per il dollaro scende.”
Wall Street in recupero: Dow e S&P vicini ai massimi, Nasdaq più cauto
La prospettiva di un ciclo di easing ha sostenuto tutti gli indici:
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Dow Jones +0,9% (circa +408 punti)
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S&P 500 +0,3% → ora a solo 0,6% dai massimi storici
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Nasdaq +0,2%, più debole dopo le prese di profitto sui titoli tech nel pre-Thanksgiving
Bitcoin continua il suo recupero (+2%), segnale di un ritorno del risk-on.
La sintesi del momento la dà Terry Sandven (U.S. Bank Asset Management):
“Inflazione contenuta, tassi in calo, utili in miglioramento: è uno scenario Goldilocks per le azioni.”
Pressioni sui costi: tariffe e input più cari, margini sotto stress
Il Beige Book contiene anche un’analisi importante sui costi:
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Le pressioni su materie prime e input produttivi restano diffuse, soprattutto in manifattura e retail.
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Le tariffe imposte negli ultimi mesi stanno comprimendo i margini:
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molte aziende non riescono a trasferire gli aumenti sui clienti,
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altre lo fanno solo parzialmente per via della domanda debole e della forte concorrenza.
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Alcuni materiali mostrano cali di prezzo grazie a:
domanda fiacca, ritardi nell’attuazione delle tariffe, o riduzioni delle stesse.
Nel complesso, la Fed osserva che le pressioni sui costi rimarranno, ma la volontà di aumentare i prezzi nei prossimi mesi è “mista”, segno che la domanda non è più così solida.
Quadro finale
Il mercato sta scontando uno scenario preciso:
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Lavoro più debole = Fed più vicina ai tagli
- 2.
Tagli = beneficio immediato per small cap, consumi discrezionali e settori ciclici
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Dollar weakness = venti di coda per commodity e asset rischiosi
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Margini aziendali sotto pressione per tariffe e costi fissi
- 5.
Economia Goldilocks… ma fragile, perché legata a un atterraggio morbido e a un raffreddamento dell’inflazione senza recessione.
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