HSBC chiude la partita per la presidenza

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Nelson confermato nella successione a Tucker, era una delle partite più delicate della banca più grande d'Europa per attivi in bilancio. L'azione, però, non festeggia

HSBC chiude la partita per la presidenza

La più grande banca d’Europa per attivi, HSBC, ha finalmente nominato un presidente ponendo fine alla ricerca di un nome per una della posizioni più ambite della finanza globale. Una ricerca che il Financial Times ha definito caotica e che è durata, sottolinea il Wall Street Journal un anno.

In gioco d’altronde c’è la guida di una banca da oltre 3,23 trilioni di dollari di asset e un incarico che richiede, sottolinea ancora secondo il quotidiano USA, connessioni di alto livello tra Beijing, Washington e Londra, all’incrocio dunque delle dorsali fondamentali della geopolitica contemporanea. Le notifiche sono partite anche per Hong Kong dove HSBC è quotata e ha un ruolo finanziario di primo piano.à

HSBC, chi è il nuovo chairman Nelson

Il britannico Brendan Nelson, il nuovo presidente del gruppo, ha 76 anni e secondo il CEO di HSBC, il libanese Georges Elhedery, potrebbe non volere ricoprire l’incarico per tutto il mandato che comporterebbe un impegno dai 6 ai 9 anni.

Nelson avrebbe comunque superato la concorrenza di nomi eccellenti per il nuovo ruolo, tra essi, secondo i rumors, anche quelli di George Osborne (ex ministro dell’economia UK) e Kevin Sneader (ex McKinsey oggi in Goldman Sachs per l’aria Asia Pacific ex Japan).

La nomina di Nelson al ruolo di chairman di HSBC sarebbe maturata sul campo, non solo nel consiglio di amministrazione dell’istituto nel quale siede dal settembre 2023, ma proprio nell’incarico di presidente che ha occupato ad interim da questo ottobre 2025 dimostrando – a quanto sembra – le richieste capacità di leadership.

Nelson ha passato 25 anni in KPMG diventandone partner nel 1984 e ha ricoperto in passato incarichi anche in BP e NatWest Group.

La transizione giunge dopo il passo indietro di sir Mark Tucker, che ha annunciato il ritiro dopo 8 anni a maggio e ha raggiunto a giugno un accordo per lasciare l’incarico di chairman di HSBC a settembre. A quanto pare il percorso non è stato poi così lineare come avrebbe potuto e dovuto essere un passaggio tanto delicato. Uno dei motivi probabilmente è stato il ruolo importante che lo stesso Tucker aveva ricoperto in HSBC prima lasciare la compagnia per volare a Hong Kong dove ha preso la presidenza di AIA, che aveva già guidato dal 2010 al 2017.
AIA è una compagnia assicurativa asiatica da oltre 43 milioni di polizze con 6,83 miliardi di dollari di utili nel 2024, un protagonista dell’area che anche HSBC conosce molto bene.

HSBC, il business molto asiatico del gruppo

Nonostante infatti abbia sede e quotazione primaria a Londra, la banca con una storia che risale al 1865, fa gran parte dei suoi affari a Hong Kong e nella grande Cina. Le divisioni dell’istituto di credito londinese rendono conto di un business particolare: c’è la divisione ‘Hong Kong’ che nel terzo trimestre ha fatturato 4 miliardi di dollari è ha un Rote ordinario (return on tangible equity) del 34,5% e c’è la divisione ‘UK’, che ha fatturato 3,3 miliardi di dollari e ha un Rote del 23,3%.

In sinergia lavorano poi la divisione CIB (Corporate & Institutional Banking attivissima in Asia Pacific) che ha fatturato nel terzo trimestre 2025 6,7 miliardi di dollari con un ROTE dal 16,8% e infine la divisione IWPB (International Wealth and Premier Banking) che ha fatturato 3,9 miliardi con un ROTE del 19,7%

Quando lo scorso 28 ottobre HSBC ha dichiarato un utile netto dopo le imposte in forte calo da 6,75 a 4,87 miliardi di dollari nel terzo trimestre, il titolo della banca a Londra in realtà fece un balzo del 4,7% perché al contempo il CEO Elhedery alzò le stime sul 2025 con una nuova previsione del margine d’interesse a 43 miliardi di dollari o superiore e un target sul ROTE ordinario 2025 nei “mid-teens” o meglio, quindi tra il 14 e il 16%.

Il Rote ordinario, ossia il rapporto percentuale dell’utile netto sul capitale tangibile, è quindi una metrica fondamentale del gruppo HSBC e in questo caso conteggia l’utile netto ordinario al netto di “notable items” per 2,54 mld nei 9 mesi del 2025 che comprendono anche accantonamenti per 1,1 miliardi di dollari collegati a una causa di Herald Fund SPC in Lussemburgo relativa al caso Madoff.

Vanno ricordati tra gli eventi anche la cessione del business del private banking di HSBC a BNP Paribas a inizio ottobre e la presenza nel bilancio del gruppo britannico di attività classificate come disponibili per la vendita per 1,5 miliardi di dollari.

C’è anche una proposta di privatizzazione della Hang Seng Bank.

Oggi comunque la stabilizzazione al vertice di HSBC non porta bene al titolo che a Londra cede l’1,34% per tornare a 1073 penny, ma va ricordato che l’azione è arrivata a guadagnare più del 60% dai minimi di aprile ai recenti massimi storici del 13 novembre a 1.126 penny.

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