Vediamo come si stanno comportando le società che questa mattina hanno staccato il dividendo. Quattro di esse fanno parte del FTSE Mib, ma a mostrare i muscoli sono soprattutto le small cap.
Questa mattina erano ben 11 le società interessate dallo stacco del dividendo, quattro di esse appartenenti al FTSE Mib. Vediamo allora quale è stata la reazione dei titoli in questione allo stacco della cedola e lo spazio che gli stessi titoli hanno per andare a ricucire il gap che si è creato in apertura di scambi a causa dello stesso dividendo.
Iniziamo con l'analizzare i big del listino interessati, ovvero Hera, Snam, Terna e Poste Italiane in un contesto che vede il FTSE Mib arretrare dello 0,35% circa.
Hera aveva chiuso la seduta di venerdì a 2,904 euro, con lo stacco della cedola pari a 0,125 euro il prezzo atteso questa mattina era di 2,779 euro.
Attualmente il titolo quota 2,762 euro, dunque sta amplificando il dividendo, circostanza che graficamente avvicina i prezzi ad un importante supporto, quello a 2,70 euro, che potrebbe risultare strategico nel medio periodo. Lo scenario di medio periodo resta per ora orientato al rialzo.
Snam ha staccato un dividendo da 0,1651 euro dopo aver chiuso venerdì a 5,0460 euro. Il prezzo atteso di questa mattina era di 4,8809 mentre il titolo fa registrare attualmente 4,8520 euro, dunque una flessione dello 0,6% rispetto a quanto previsto.
Anche in questo caso come per Hera i prezzi si trovano ora a ridosso di un supporto piuttosto delicato, quello a 4,81 euro circa, la cui violazione potrebbe decretare un cambiamento di scenario almeno nel breve con conseguente tentativo di ritorno sui bottom di marzo in area 4,52. Necessaria dunque una pronta reazione per non compromettere il quadro rialzista di medio lungo periodo.
Terna staccava un dividendo da 0,2083 euro con chiusura venerdì a 8,0540 euro. Prezzo atteso questa mattina a 7,8457 mentre il titolo si trova in realtà a 7,83, dunque non molto distante, appena lo 0,2% in meno. Come nel caso delle altre utility, tuttavia, i prezzi sono ora scesi a contatto con supporti rilevanti nel breve, tanto che sarebbe auspicabile la permanenza al di sopra di 7,75 per non rischiare di compromettere quanto di buono fatto da inizio anno.
Poste Italiane ha staccato un dividendo pari a 0,44 euro dopo la chiusura di venerdì a 10,08 euro. Prezzo atteso di stamani a 9,64 euro mentre il titolo quota attualmente 9,734, quasi 1 punto percentuale più in alto.
Una indicazione che se confermata potrebbe rappresentare l'inizio della copertura del gap e del recupero sul grafico del rendimento del 4,3% che Poste offriva agli azionisti al prezzo di venerdì. Una prospettiva interessa che merita di essere seguita con attenzione nel breve.
Relativamente agli altri titoli che staccavano stamani la cedola, da segnalare l'ottimo comportamento di Acinque (dividendo da 0,085 euro), che fa segnare un progresso del 3% che va così a recuperare i tre quarti circa del rendimento atteso pari al 4% ai prezzi di venerdì.
In rialzo anche Iren che recupero mezzo punto percentuale rispetto ad un rendimento del dividendo pari al 6 per cento circa e Masi Agricola, che fa segnare questa mattina un +1,35% che va oltre lo 0,64% del rendimento atteso dalla cedola.
Ed anche gli ultimi due titoli interessati dallo stacco odierno si stanno ben comportando, soprattutto OVS che guadagna il 2,57% portandosi a 2,474 euro, riassorbendo quindi tutto il dividendo, mentre è più contenuto il rialzo di Tamburi che fa segnare un +0,6%, poco meno della metà del rendimento da dividendo pari a +1,33%. Un buon risultato comunque dal momento che osservando il grafico del titolo non si percepisce lo stacco.
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