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TARI 2023 non pagata: cosa si rischia? Quali sono le sanzioni previste per mancato pagamento

di Valentina Zappalà pubblicato:
3 min

Cosa succede se non pago la tassa sui rifiuti? Ecco tutte le conseguenze della TARI 2023 non pagata.

TARI 2023 non pagata: cosa si rischia? Quali sono le sanzioni previste per mancato pagamento

La TARI è la tassa sui rifiuti, un'imposta che tutti i cittadini italiani sono tenuti a pagare per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani. Anche chi ha diritto di accesso al bonus TARI 2023, che consente uno sconto sulla tassa, deve comunque pagarla, seppur con uno sconto.

Il mancato pagamento può comportare gravi conseguenze, sia di natura amministrativa che penale. Ecco, dunque, cosa succede in caso di TARI 2023 non pagata.

TARI 2023 non pagata: cosa si rischia? Quali sono le sanzioni previste per mancato pagamento

Innanzitutto, quando si parla di TARI 2023 non pagata, è necessario fare una distinzione tra due casi possibili.

Può infatti succedere di pagare la tassa semplicemente in ritardo, e in questo specifico caso sarà necessario pagare una maggiorazione per il ritardo stesso. Vi è poi un secondo caso, quello cioè in cui il contribuente non paga la TARI 2023, neppure in ritardo. È ovvio che il mancato pagamento comporterà delle problematiche ben più gravi rispetto al semplice pagamento in ritardo.

Partendo proprio dal pagamento in ritardo, sarà ovviamente necessario saldare non solo la tassa, ma anche una sanzione pecuniaria.

In ogni caso, per regolarizzare la propria posizione debitoria in caso di tasse non pagate, il contribuente può avviare la procedura di ravvedimento operoso.

Si tratta di un’opportunità che permette di regolarizzare la posizione alleggerendo però la sanzione dovuta.

È chiaro che maggiore sarà il tempo trascorso dalla data di scadenza, più alto sarà l’importo dovuto dal contribuente per la regolarizzazione.

Chi deciderà di avviare il ravvedimento operoso potrà pagare una sanzione pari allo 0.1% della tassa dovuta su ogni giorno di ritardo, se la procedura viene avviata entro 14 giorni dalla data di scadenza della stessa.

La percentuale sale all’1,5% se viene avviata tra i 15 e i 30 giorni dalla scadenza, mentre se avviene entro il novantesimo giorno è pari all’1,67% della tassa.

TARI 2023 non pagata: quado scatta il reato di evasione?

Nel caso in cui la TARI 2023 non venga pagata, neppure in ritardo, in base all’importo non saldato il contribuente potrebbe andare incontro all’accusa di evasione fiscale.

Se l’importo da saldare rientra entro la somma dei 30.000 euro, si parla di illecito tributario, per cui sono previsti salatissime multe e pignoramenti.

Nel caso in cui il debito contratto sia superiore ai 30.000 euro, si parla di vera e propria evasione. E, in questo grave caso, il rischio più grande non è la sanzione, ma la pena detentiva.

Quando scade il saldo della TARI 2023?

Per evitare tutte le problematiche relative alla TARI 2023 non pagata, dunque, l’unica soluzione è effettuare il pagamento della tassa nei tempi previsti.

È ovvio, a questo punto, domandarsi quando scade il saldo della tassa sui rifiuti per l’anno corrente.

Sfortunatamente, a questa domanda è impossibile rispondere in maniera semplice e lineare, in quanto la scadenza della tassa è variabile. Essendo una delle imposte gestite su base comunale, sono i Comuni a decidere qual è la data ultima per effettuare il pagamento in tempo.

Per questa ragione, quindi, si può conoscere l’esatta data di scadenza della TARI 2023 consultando il proprio Comune di residenza.

In ogni caso, il bollettino della tassa sui rifiuti viene inviato ai contribuenti direttamente via posta ordinaria.

Non riceverlo non salva il contribuente da eventuali sanzioni: la TARI va saldata comunque. Dunque, in caso di mancata ricezione, bisogna rivolgersi all’amministrazione comunale per ottenere informazioni.

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