UniCredit apre la stagione delle trimestrali: solidità, dividendi e nuova spinta sulla redditività

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
5 min

Buy confermato per Unicredit e target price rivisto a 71,5 euro, grazie a prospettive positive su utile e margini nel biennio 2026–2027 e a una politica di remunerazione tra le più generose in Europa

UniCredit apre la stagione delle trimestrali: solidità, dividendi e nuova spinta sulla redditività
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UniCredit apre la stagione delle trimestrali: attese alte e margini sotto osservazione

Mentre il Governo prepara la prossima manovra e si attendono i dettagli delle nuove misure sul settore bancario, l’attenzione degli investitori si concentra sui conti del terzo trimestre 2025. Sarà UniCredit, il 22 ottobre, ad aprire la stagione delle trimestrali, in un momento in cui il comparto bancario italiano continua a mostrare una redditività sorprendentemente elevata, con oltre 5 miliardi di utili cumulativi attesi per l’intero sistema.

UniCredit arriva a questo appuntamento in una posizione di forza, ma anche in un contesto più complesso. Dopo due anni di tassi d’interesse favorevoli e risultati record, la banca guidata da Andrea Orcel si trova a gestire una fase di normalizzazione dei margini: la discesa dei tassi e la competizione crescente sul fronte della raccolta iniziano infatti a pesare sul margine di interesse, uno dei principali driver di redditività degli ultimi trimestri.


Equita: trimestre solido e performance sopra la media

Secondo le stime di Equita Sim, UniCredit presenterà un terzo trimestre solido, confermando la sua capacità di difendere la redditività anche in un contesto meno favorevole. L’analisi prevede ricavi totali per 6,17 miliardi di euro, in lieve crescita sia rispetto al trimestre precedente (+1%) che all’anno scorso (+3%).

Nel dettaglio, il margine di interesse è atteso a 3,4 miliardi di euro, in calo del 2% trimestre su trimestre e del 4% su base annua, ma con una buona tenuta grazie al contributo dell’internalizzazione del business assicurativo, stimato in circa 70 milioni di euro. Le commissioni dovrebbero invece segnare un -5% rispetto al trimestre precedente, ma un +2% rispetto all’anno scorso, confermando la resilienza del business legato alla gestione del risparmio e dei servizi alle imprese.

L’utile operativo è visto a 3,8 miliardi, sostanzialmente stabile, mentre l’utile netto dovrebbe attestarsi a 2,48 miliardi di euro, con un costo del rischio ancora contenuto — un segnale di solidità della qualità del credito, nonostante la congiuntura economica più fragile.


CET1 in calo tecnico, ma la banca resta patrimonialmente solida

L’unico indicatore in flessione attesa è il coefficiente patrimoniale CET1, stimato in area 14%, in calo dal 16,2% del secondo trimestre. Tuttavia, si tratta di un movimento tecnico, legato non a deterioramento del capitale ma a scelte strategiche di investimento, come l’aumento delle partecipazioni in Commerzbank e AlphaBank, e all’impatto degli aggiustamenti sui modelli di rischio (RWA).

Il livello resta comunque ampiamente superiore ai requisiti regolamentari e coerente con la strategia di UniCredit, che continua a bilanciare crescita selettiva e ritorno per gli azionisti.


Dividendi, buyback e una politica di ritorno generosa

Sul fronte della remunerazione, UniCredit conferma la sua linea di continuità. La banca ha già annunciato il pagamento di un interim dividend da 2,1 miliardi di euro sugli utili 2025 e l’avvio dell’ultima tranche del buyback da 1,8 miliardi, pari complessivamente al 4% della capitalizzazione di mercato.

Queste mosse consolidano la reputazione del gruppo come uno dei titoli bancari più remunerativi d’Europa e mostrano come la gestione di Orcel continui a puntare su una combinazione di efficienza operativa, capitale robusto e ritorni agli azionisti.


Outlook e valutazioni: Equita alza le stime e conferma il Buy

Guardando avanti, Equita Sim mantiene un giudizio positivo. L’istituto ha confermato la guidance di utile 2025 a 10,5 miliardi di euro, ma ha anche rivisto al rialzo del 2% in media le stime per il biennio 2026–2027, ipotizzando una ripresa del margine di interesse a partire dal 2027, dopo un calo moderato (-1%) nel 2026.

Secondo Equita, la crescita futura sarà favorita da un mix equilibrato di:

  • miglioramento della redditività operativa,

  • riduzione graduale del contributo dalla Russia,

  • e consolidamento dell’espansione in Germania e Sud Europa.

Alla luce di queste dinamiche, il target price è stato alzato del 4%, a 71,5 euro, con raccomandazione Buy confermata.


Lettura strategica: una banca pronta alla “fase due” del ciclo del credito

Il caso UniCredit è emblematico di una nuova fase per il settore bancario europeo. Dopo anni in cui la redditività è stata alimentata quasi esclusivamente dai tassi elevati, il futuro richiederà una crescita più qualitativa: gestione efficiente del capitale, innovazione dei modelli di business, digitalizzazione e controllo dei costi.

UniCredit sembra posizionata per affrontare questa sfida. La banca ha costruito una macchina operativa solida, in grado di generare cassa anche in scenari di tassi più bassi, e può contare su un modello integrato paneuropeo che riduce la dipendenza dal singolo mercato domestico.


Analisi tecnica

Unicredit ha testato per due volte nelle ultime tre sedute la media mobile esponenziale a 100 giorni, passante a 6,170 euro circa, supporto critico anche in ottica di medio termine. Dal massimo di agosto i prezzi si sono mossi all'interno di un canale ribassista con limiti attualmente a 60,80 e a 64,85.

La rottura del lato alto del canale permetterebbe di considerarlo un "flag" di continuazione, ovvero un elemento correttivo del rialzo precedente. Oltre 64,85 probabile la ripresa dell'uptrend con prima resistenza a 66 euro, successiva a 68,72, lato alto del gap ribassista del 26 agosto.

Per il momento lo scenario di fondo resta rialzista, con target fino a 76 euro almeno. Sotto i 60 euro probabile una estensione del rialzo verso 58,28, base del gap del 23 luglio.


In sintesi

Il terzo trimestre 2025 potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase per UniCredit: meno “spinta” dai tassi, ma più orientata alla sostenibilità della redditività e alla strategia di lungo periodo.
Il titolo resta ben impostato, la visibilità sugli utili rimane alta e la politica di distribuzione continua a rendere il gruppo una delle storie più convincenti del panorama bancario europeo.

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