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L'Agenzia delle Entrate può pignorare i tuoi beni, scopri in quali casi!

di FTA Online Newspubblicato:

Il pignoramento da parte dell'Agenzia delle Entrate è uno degli incubi peggiori per i contribuenti che sono in debito con il Fisco. Ed effettivamente l'Agenzia delle Entrate Riscossione ha il potere di pignorare beni mobili o immobili dei debitori fiscali, ma solo in alcuni casi. Approfondiamo l'argomento.

L'Agenzia delle Entrate può pignorare i tuoi beni, scopri in quali casi!
L'Agenzia delle Entrate può pignorare i tuoi beni, scopri in quali casi!
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I provvedimenti esecutivi da parte dell'Agenzia delle Entrate possono riguardare anche il pignoramento dei beni mobili del debitore come, per esempio, la retribuzione, la pensione, il conto corrente (solo fino a determinate percentuali prestabilite dalla normativa) canoni di locazione percepiti e così via.

L'Agenzia delle Entrate può effettuare anche il pignoramento dei beni immobili del contribuente, come la casa? No, l'Agenzia delle Entrate non può pignorare gli immobili, a meno che non si tratti di edifici di lusso, ovvero accatastati nelle categorie A/1, A/8 o A/9.

Il pignoramento di beni immobili da parte dell'Agenzia delle Entrate è possibile anche quando il contribuente, oltre alla prima casa di proprietà, è proprietario anche di terreni o altri fabbricati, o quote di essi.

Quando la legge italiana consente all'Agenzia delle Entrate di pignorare i beni mobili dei contribuenti?

Ovviamente il pignoramento è un procedimento esecutivo che l'Agenzia delle Entrate utilizza extrema ratio, non è semplice arrivarci, per fortuna dei contribuenti. Vediamo quali fasi sono propedeutiche al pignoramento.

L'Ente Riscossore innanzitutto deve inviare al debitore fiscale un avviso di accertamento con la descrizione della tassa o dell'imposta non versata. Se dopo l'avviso di accertamento, il contribuente non dovesse comunque saldare il suo debito, quest'ultimo passerebbe all'Agenzia delle Entrate Riscossione (per le imposte statali) o ai comuni e alle regioni per le imposte locali.

Sarà poi l'esattore competente ad inviare al contribuente la vera e propria cartella esattoriale, intimandolo a pagare entro sessanta giorni. Cosa può fare l'Agenzia delle Entrate dopo 60 giorni dall'invio della cartella esattoriale?

Se, una volta passati sessanta giorni dal ricevimento della cartella esattoriale, il debito fiscale non sarà soddisfatto, l’Esattore (Agenzia delle Entrate Riscossione o Ente Locale) potrà procedere alla riscossione forzata e quindi al pignoramento, dopo aver inviato l'intimazione al pagamento, altrimenti ogni tipo di esecuzione forzata sarebbe illegittima.

Nella realtà dei fatti, dalla notifica della cartella al pignoramento possono passare anche anni.

L'Agenzia delle Entrate può pignorare solo entro determinati limiti

L'Agenzia delle Entrate può pignorare stipendi e pensioni solo entro determinati limiti, questo perché l'ordinamento normativo è volto a garantire la sussistenza economica delle famiglie sottoposte a pignoramento.

Per tutti gli altri contribuenti non esistono invece limiti nei pignoramenti di redditi o somme sui conti correnti. Se per esempio un contribuente riceve il pagamento di un canone di locazione mensile, può veder pignorare l’intera mensilità da parte dell'Agenzia delle Entrate.

Quali sono i limiti che l'Agenzia delle Entrate deve rispettare per pignorare stipendio e/o pensione?

L'Agenzia delle Entrate Riscossione della retribuzione mensile può pignorare entro questi limiti:

  • un decimo dell'importo netto, se la retribuzione o la pensione non supera i 2.500 euro mensili;

  • un settimo dell'importo netto, se la retribuzione o la pensione rientra tra i 2.500 e i 5.000 euro mensili;

  • un quinto dell'importo netto, se la retribuzione o la pensione supera i 5.000 euro al mese.

Se il lavoro dovesse terminare per dimissioni o licenziamento, il pignoramento dell'Agenzia delle Entrate si sposterebbe direttamente sulla liquidazione (sul TFR) percepito dal contribuente.

L'unica differenza tra il pignoramento che riguarda lo stipendio e quello che riguarda la pensione, è che da quest'ultima viene prima dedotto il cosiddetto minimo vitale e solo dopo può essere calcolato il pignoramento. A quanto equivale la somma del minimo vitale? Cambia ogni anno ed equivale a una volta e mezza l'assegno sociale che ogni anno viene calcolato dall'Inps.

Quanto può pignorare Agenzia Entrate su un conto corrente?

Se sul conto corrente del debitore fiscale sono presenti già risparmi che eccedono la somma equivalente a tre volte l'assegno sociale Inps, questi possono essere pignorati dall'Agenzia Riscossione.

Stipendi e pensioni versati sul conto corrente potranno invece essere pignorati seguendo i rigidi limiti e le rigide percentuali elencate prima.

Cos'è impignorabile da parte dell'Agenzia delle Entrate?

  • L’assegno Naspi;

  • il reddito di cittadinanza;

  • assegni sociali;

  • assegni di invalidità;

  • assegno di accompagnamento;

  • somme versate per le polizze vita.

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