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Asia-Pacific in deciso recupero. Nikkei 225 guadagna l'1,20%

di FTA Online News pubblicato:
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Dopo una seduta di deciso recupero per Wall Street (migliore dei tre principali indici newyorkesi ancora il Nasdaq Composite, apprezzatosi di un netto 2,48% giovedì), alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza in positivo è stata confermata. Un'iniezione di fiducia è arrivata dopo che un gruppo di big del credito ha offerto un'ancora di salvezza a First Republic Bank, che rischiava di diventare la nuova vittima della crisi del settore bancario esplosa in Usa con il crac di Silicon Valley Bank (Svb) giusto una settimana fa. La decisione della Banca centrale europea (Bce) di andare avanti come previsto con un nuovo rialzo dei tassi di 50 punti base ha contribuito a smorzare i timori degli investitori. C'è tuttavia qualcuno che potrebbe decidere di prendersi una pausa e si tratta della Bank of Japan (BoJ). Per Takahide Kiuchi, economista dal Nomura Research Institute intervistato dalla Cnbc, la BoJ potrebbe infatti ritardare anche di un anno il cambio di politica monetaria che tutti danno per imminente con l'arrivo del nuovo governatore Kazuo Ueda il mese prossimo. E Kiuchi ne sa qualcosa di BoJ, visto che ne è stato membro del board tra 2012 e 2017. Il clima positivo per la regione viene comunque confermato dal progresso ampiamente superiore all'1% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

Sul fronte valutario il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è in flessione di circa lo 0,40% a fronte di un deciso rialzo intorno allo 0,60% per lo yen sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 guadagna l'1,20% (andamento simile per l'indice più ampio Topix, apprezzatosi dell'1,15%). Sul fronte macroeconomico, in Giappone l'indice di attività del settore terziario è salito in gennaio del 2,3% annuo, in accelerazione rispetto all'1,3% di dicembre (1,6% in ottobre e novembre). Su base sequenziale, rettificata stagionalmente, l'indice è invece cresciuto dello 0,9% contro il precedente declino dello 0,4% (0,1% il rialzo di novembre) e l'incremento dello 0,5% atteso dagli economisti.

In febbraio il consumo di energia elettrica è aumentato in Cina dell'11,0% annuo a 695 miliardi di kilowattora. Il dato è indicativo della ripresa dell'attività economica visto che, a fronte di un declino del 9,2% per i consumi residenziali di elettricità, è stato registrato un rimbalzo del 19,7% per l'utilizzo di energia nell'industria secondaria (8,6% e 4,4% i rialzi rispettivamente in quelle primaria e terziaria). Tutte in positivo le piazze cinesi. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano infatti lo 0,73% e lo 0,50% rispettivamente, contro l'apprezzamento dello 0,52% dello Shenzhen Composite. Molto bene Hong Kong: a meno di un'ora dal termine delle contrattazioni l'Hang Seng segna infatti un rialzo di circa l'1,70% (fa anche meglio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, con un progresso superiore al 2%). Crescita dello 0,75% per il Kospi di Seoul, mentre a Sydney è stata dello 0,42% l'espansione dell'S&P/ASX 200 in chiusura.

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