Asia-Pacific in negativo ma il Nikkei 225 guadagna il 2,15%
pubblicato:Dopo una partenza d'ottava in negativo per Wall Street (peggiore dei tre principali indici newyorkesi il Dow Jones Industrial Average, deprezzatosi dello 0,45% lunedì), alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza ribassista è stata confermata anche se si è fatta più contrastata. Riflettori sulla guerra commerciale Usa-Cina. A poche ore dalla scadenza della tregua decisa in maggio, Donald Trump ha firmato l'ordine esecutivo che rinvia ulteriormente al 10 novembre l'entrata in vigore dei nuovi dazi Usa del 145% sull'export di Pechino. Come deciso nei negoziati di Ginevra le tariffe commerciali restano quindi ferme al 30% per le merci cinesi e al 10% per l'export Usa. Il clima alla fine negativo per la regione si concretizza intanto nel calo intorno allo 0,30% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.
Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci maggiori monete del mondo, è in marginale arretramento a fronte di uno yen parimenti poco mosso sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 guadagna un deciso 2,15% (fa peggio l'indice più ampio Topix, apprezzatosi comunque dell'1,39%). Sul fronte macroeconomico, in luglio la massa monetaria M2 è salita in Giappone dell'1,0% annuo, a 1.269.600 miliardi di yen (7.366 miliardi di euro), in ulteriore accelerazione rispetto allo 0,9% di giugno (e allo 0,6% di maggio) e sopra allo 0,8% atteso. La massa monetaria M3 è invece aumentata dello 0,6% annuo, contro lo 0,4% precedente.
Piazze cinesi complessivamente in positivo. A meno di un'ora dallo stop agli scambi Shanghai Composite e Shenzhen Csi 300 guadagnano circa lo 0,50% entrambi, contro un rialzo intorno allo 0,20% per lo Shenzhen Composite. Più contrastata la giornata di Hong Kong: l'Hang Seng si muove infatti appena sotto la parità (segno opposto per l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, comunque solo in marginale progresso). A Seoul è di circa lo 0,40% il declino del Kospi, mentre a Sydney l'S&P/ASX 200 ha segnato una crescita dello 0,41% in chiusura. La Reserve Bank of Australia (Rba) ha tagliato i tassi di 25 punti base e peggiorato l'outlook economico, spiegando di ritenere improbabile che la crescita della domanda più debole del previsto all'inizio dell'anno possa essere compensata nel resto del 2025. Il costo del denaro è stato portato sul 3,60% (sui minimi di due anni), come ampiamente previsto. L'istituto centrale di Sydney ha ridotto dal 2,1% all'1,7% la stima di espansione dell'economia nel 2025.
RR - www.ftaonline.com