Asia-Pacific in negativo ma il Nikkei 225 guadagna lo 0,52%
pubblicato:Dopo lo stop di giovedì 23 novembre a Wall Street (per la celebrazione del Thanskgiving, il giorno del Ringraziamento), alla riapertura delle contrattazioni sui mercati asiatici la tendenza è ampiamente in negativo nonostante il recupero della piazza di Tokyo (sui massimi dallo scorso 3 luglio il Nikkei 225), tornata a scambiare dopo una sessione di pausa per la Festa del Lavoro e del Ringraziamento (Kinr?-Kansha no hi). In ottobre il tasso d'inflazione è salito in Giappone al 3,3% annuo dal 3,0% di settembre e contro il 3,4% atteso dagli economisti. Su base sequenziale l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,9% contro lo 0,3% precedente. L'inflazione core è invece cresciuta al 2,9% annuo dal 2,8% precedente (3,1% in luglio e agosto), contro il 3,0% del consensus di Reuters. Il clima negativo per la regione si concretizza intanto in una perdita di oltre l'1% per l'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.
Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci principali monete, è in marginale rialzo a fronte di un modesto rafforzamento per lo yen sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 guadagna lo 0,52% (andamento simile per l'indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,54%). Sul fronte macroeconomico, in settembre l'indice anticipatore del Giappone è sceso a 108,9 punti dai 109,2 punti di agosto, sopra comunque ai 108,7 punti della lettura preliminare comunicata a inizio mese. L'indice di coincidenza, che sintetizza lo stato attuale dell'economia, è cresciuto a 114,7 punti dai 114,6 punti precedenti, in linea con il dato flash. In novembre l'indice Pmi Jibun Bank del Sol Levante stilato da S&P Global è invece calato su base preliminare a 48,1 punti dai 48,7 punti registrati in ottobre, contro il marginale rialzo a 48,8 punti del consensus.
Petrolio ancora in arretramento. L'Organization of the Petroleum Exporting Countries (Opec, l'organizzazione dei 13 maggiori produttori di greggio con riserve provate superiori al 70% del totale mondiale) ha formalizzato il meeting dell'Opec+ (che dal 2016 comprende i Paesi alleati) per il prossimo 30 novembre. La riunione, in cui dovrà essere decisa la strategia sulla produzione, era prevista originariamente in presenza a Vienna per 25-26 novembre ma sarà in videoconferenza. Tutte in negativo le piazze cinesi. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 perdono lo 0,68% e lo 0,66% rispettivamente, contro il declino dell'1,08% dello Shenzhen Composite. Molto male Hong Kong: a meno di un'ora dal termine delle contrattazioni l'Hang Seng è infatti in calo di circa l'1,80% (fa anche peggio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, con una flessione intorno al 2%). A Seoul è stato dello 0,73% il ribasso del Kospi, mentre a Sydney un S&P/ASX 200 in controtendenza ha guadagnato lo 0,17% in chiusura.
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