Asia-Pacific in rialzo ma a Tokyo Nikkei 225 perde lo 0,12%
pubblicato:Dopo un avvio d'ottava in negativo per Wall Street (peggiore dei tre principali indici newyorkesi l'S&P 500, deprezzatosi dello 0,20% lunedì), alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza si è fatta contrastata, virando complessivamente in rialzo. Riflettori sui diversi dati macroeconomici in arrivo in settimana da Pechino e Tokyo. Per gli Usa importante sarà la lettura di ottobre del Pce Price Index, metrica privilegiata dalla Federal Reserve (Fed) per l'inflazione in pubblicazione giovedì 30 novembre. Il consensus di Dow Jones Newswires e Wall Street Journal è per un ulteriore declino del dato core al 3,5% annuo dal 3,7% di settembre (3,8% in agosto). Intanto gli economisti di Deutsche Bank prevedono che una recessione in Usa nei primi due trimestri del 2024 spinga la Fed a tagliare i tassi in totale di 175 punti base nel corso del prossimo anno. L'inizio del ciclo di allentamento monetario è atteso per il meeting di 11-12 giugno del Federal Open Market Committee (Fomc). Il clima positivo per la regione si concretizza in una crescita intorno allo 0,40% per l'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.
Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci principali monete, è in flessione di circa lo 0,10% a fronte di un rafforzamento superiore allo 0,20% per lo yen sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 perde lo 0,12% (fa peggio l'indice più ampio Topix, deprezzatosi dello 0,21%). Sul fronte macroeconomico, il tasso d'inflazione core del Giappone stilato dalla Bank of Japan (BoJ) è calato in ottobre al 3,0% annuo contro il 3,4% atteso dagli economisti per una lettura invariata rispetto a settembre (3,3% in luglio e agosto). Settimana scorsa il ministero nipponico di Affari Interni e Comunicazione aveva reso noto che l'inflazione core del Sol Levante (al netto degli alimenti freschi e benchmark su cui la BoJ ha il target del 2%) era cresciuta in ottobre al 2,9% annuo dal 2,8% precedente (3,1% in luglio e agosto), contro il 3,0% del consensus di Reuters.
Piazze cinesi a due velocità. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano lo 0,23% e lo 0,19% rispettivamente, contro il rialzo dello 0,60% dello Shenzhen Composite. Male invece Hong Kong: a meno di un'ora dal termine delle contrattazioni l'Hang Seng è infatti in declino di circa lo 0,80% (fa peggio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, con una perdita superiore all'1%). A Seoul è stato dell'1,05% il progresso del Kospi, mentre a Sydney è stata dello 0,39% la crescita dell'S&P/ASX 200 in chiusura. In ottobre le vendite retail sono salite in Australia dell'1,2% annuo, in rallentamento rispetto al 2,0% di settembre (1,5% in agosto). Su base sequenziale (rettificata stagionalmente) le vendite al dettaglio sono invece calate dello 0,2% contro il precedente rialzo dello 0,9% (0,3% in agosto) e l'incremento dello 0,1% del consensus di Bloomberg.
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