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Assegno Unico, cosa fare se un figlio diventa maggiorenne: la procedura di integrazione

di Valentina Zappalà pubblicato:
5 min

Cosa succede all'Assegno Unico quando un figlio diventa maggiorenne? L'INPS ha previsto una procedura di integrazione, senza la quale la misura verrà sospesa. Ecco dunque tutti i passaggi da compiere per continuare a percepire l'assegno fino ai 21 anni di età.

Assegno Unico, cosa fare se un figlio diventa maggiorenne: la procedura di integrazione

Le famiglie con figli a carico lo sanno già bene: l’Assegno Unico, nuova misura introdotta per le famiglie, spetta anche per i maggiorenni. Questo perché la normativa prevede l’erogazione del sostegno ai genitori con a carico figli da zero a ventuno anni.

Tuttavia, gli importi erogati per i maggiorenni sono differenti. Cosa accade, dunque, quando un figlio diventa maggiorenne?

C’è una procedura da svolgere se il figlio a carico compie la maggiore età: analizziamola insieme.

Assegno Unico, cosa fare se un figlio diventa maggiorenne: la procedura di integrazione

Anche se è vero che il beneficio noto come Assegno Unico viene erogato anche in caso di figli maggiorenni, al compimento della maggiore età il rinnovo della misura non è automatico.

Questo perché, se il figlio diventa maggiorenne, la misura non spetta in ogni caso, ma solo se si presentano determinate condizioni.

Ed è per tale ragione che, dal momento in cui il giovane compie diciotto anni, andrà inoltrata all’INPS una procedura di integrazione. Se la domanda è già stata presentata, quindi, andrà integrata dopo il compimento del diciottesimo anno di età del giovane.

La procedura di integrazione può essere sia presentata dal genitore per continuare a percepire l’Assegno mensile, sia dal neomaggiorenne.

Il nucleo familiare interessato può infatti procedere in due modi.

Nel caso in cui sia il genitore colui che continuerà a percepire l’Assegno Unico, bisognerà procedere aggiornando la vecchia domanda.

Al compimento della maggiore età di un figlio, l’Istituto pone in stato di Evidenza la vecchia domanda. Al genitore non resta che aggiornarla: mediante la procedura di integrazione bisognerà dichiarare il rispetto dei requisiti normativi previsti.

L’integrazione alla vecchia domanda può avvenire direttamente online. Previa autenticazione al sito ufficiale INPS, il genitore potrà provvedere, alla sezione “Consulta e gestisci le domande che hai presentato a dichiarare il compimento della maggiore età di un figlio.

Basterà cercare e selezionare la voce “figlio neomaggiorenne”.

Una volta salvata l’integrazione, il genitore potrà percepire l’Assegno Unico, ovviamente con gli importi aggiornati previsti per figli maggiorenni.

Nel secondo caso, invece, ossia qualora sia il giovane maggiorenne a voler ricevere le cifre mensili previste dall’Assegno Unico, sarà sufficiente presentare una nuova richiesta.

In questo modo, il vecchio Assegno al genitore decadrà e sarà il giovane il nuovo percettore della misura mensile.

Come cambia l’Assegno Unico per i figli maggiorenni

Possono continuare a percepire l’Assegno Unico fino al compimento dei 21 anni coloro che rispetteranno almeno uno di questi requisiti normativi:

  • iscrizione ad un corso di laurea o corso di formazione;

  • frequenza di attività di tirocinio o attività lavorativa che non conferisca un reddito superiore agli 8.000 euro;

  • svolgimento del servizio civile;

  • registrazione ufficiale come disoccupato.

L’Assegno Unico può essere ricevuto fino al compimento del ventunesimo anno di età solamente se si rispetta una delle quattro condizioni appena descritte. Per quanto riguarda gli importi, infine, sono ben più bassi rispetto a quelli ricevuti nel caso di figli minorenni.

Si va da un minimo di 25 euro mensili fino ad un importo massimo pari a 85 euro, in base all’ISEE familiare presentato. Si tratta di importi che potrebbero aumentare, sulla base delle maggiorazioni previste alla misura per l’anno 2023.