UK, cosa succede nel Regno Unito
pubblicato:La crisi degli ultimi giorni viene da mesi di sfide politiche ed economiche. Il primo governo laburista da 14 anni funziona più all'estero che in patria, ma Starmer sapeva che non sarebbe stato facile

Il Regno Unito ha un rating AA di S&P e DBRS, un AA- di Fitch e un Aa3 di Moody’s. Debito di alta qualità insomma oltre la Manica, ma anche una posizione estremamente scomoda per un governo per la prima volta di sinistra dopo 14 anni di opposizione a un partito conservatore che ne aveva fatte di cotte e di crude, lasciando poi in eredità – questa è la vulgata del Labour – un buco nero nei conti di 22 miliardi di sterline (circa 25,5 miliardi di euro).
Quando Starmer è salito al potere un anno fa le cose volgevano verso il sovranismo in buona parte del mondo occidentale, da Trump alla Meloni, da Milei all’Afd, sembrava che i progressisti fossero in ritirata un po’ per mancanza di ricette e competenze, un po’ per quella tendenza all’assonanza americana che è ancora un motore potente della politica globale.
Gordon Brown e Tony Blair erano nomi lontani e anche se lo shock di Liz Truss aveva cancellato d’un tratto l’appeal fotogenico di Rishi Sunak, alla fine il Regno Unito aveva affidato all’avvocato londinese Keir Starmer la guida del Paese attraverso le secche economiche del dopo-Brexit che non si sono mai del tutto ammorbidite e che chiedevano – era lampante – una politica di austerità che forse a quel punto era più facile, come spesso avviene, da sinistra. Il fuoco amico si sa, a volte fa meno male.
Il cancelliere dello scacchiere avrebbe insomma avuto un peso fondamentale nel nuovo corso e per questo Starmer scelse Rachel Reeves, laureata in science politiche a Oxford con master alla London School of Economics ed esperienze alla Bank of England e nel gruppo finanziario HBOS. Che la Cancelliera dello scacchiere, ossia il ministro delle finanze UK sarebbe stato lei, era chiaro, perché era il ministro ombra dal 2021.
Nel Regno Unito hanno questa cosa simpatica di creare doppioni del governo per marcare stretti gli esecutivi, un po’ come sta facendo Trump con Powell cercando di nominare in anticipo il suo successore. Reeves era già in politica da almeno 16 anni però e aveva avuto tra i suoi mentori Lord Alistair Darling, già ministro dell’economia sotto Gordon Brown. Ma stiamo ai numeri.
UK, l'economia oltre la Manica
Lo scorso 19 giugno la Banca d’Inghilterra (BOE) ha mantenuto il tasso d’interesse al 4,25%, praticamente sui livelli degli Stati Uniti e molto molto lontano da quelli della BCE. Il presidente della BOE Andrew Bailey, il cui predecessore Mark Carney è diventato il premier del Canada, negli ultimi anni è riuscito piegare l’inflazione del dopo-Covid che a fine 2022 aveva sfiorato il 10% e a marzo era scesa al 2,6%, ma poi ad aprile è balzata al 3,5% per via dei rialzi dei costi dell’energia, ma non solo: l’inflazione dei servizi nel Regno Unito era del 4,7% a marzo e quella alimentare era del 4,4% a maggio. Anche gli alcolici avevano un’inflazione del 5,4%. Sono prezzi che causano scossoni politici non da poco, basti guardare al famoso caso delle uova di Trump.
Comunque sia il governo di Starmer a un anno dalla nascita si muove in acque agitate (copyright dell’Economist), così il casus belli del primo luglio, quando il premier ha dovuto fare un passo indietro sui tagli più duri del welfare per scongiurare una rivolta del suo stesso partito in Parlamento, acquista prospettiva. La promessa di stabilità dopo la Brexit del 2016 s'avvita nei nuovi consensi del Reform UK di Nigel Farage, che ora si definisce l’unico partito di opposizione dopo un successo alle ultime elezioni amministrative del primo maggio.
I britannici sono stati delusi dal nuovo aumento dei piccoli migranti che in barca attraversano la Manica, oltre 43 mila ormai (+38%), nonostante i toni molto duri di Starmer in campagna elettorale. Anche il Regno Unito ha un problema di crescita: in 5 anni il Pil è cresciuto del 4% contro il 13% degli Stati Uniti.
Poi c’è la casa: il governo Starmer ha promesso 1,5 milioni di nuove case nel Regno Unito, ma in pratica le nuove costruzioni al netto delle demolizioni sono calate a 201 mila al mese, i minimi di 9 anni. Anche l’energia è un problema, più per il costo delle bollette, che per il cambiamento climatico, ma dopo la prima tempesta russa e i 60 miliardi di sterline spesi dal governo conservatore per scudare le famiglie dai rincari dell’energia, ora le bollette stanno calando: più una congiuntura internazionale, che una politica del governo, ma conta anche quello.
La salute è un altro tema caldissimo, il sistema del National Health Service (NHS), un pilastro del welfare globale: appena ieri Starmer ha annunciato un piano a 10 anni, anche nel Regno Unito il Covid ha piegato il sistema sanitario pubblico, con un allungo delle liste di attesa e tempi sempre più insostenibili anche al pronto soccorso, il governo rivendica 170 nuovi centri diagnostici, nuovi hub chirurgici, nuove ambulanze, serve nuovo staff medico, ma ci sono problemi anche con i trasporti e con l’ambiente.
Ma con la popolarità del premier scesa al 23% non si può scherzare.
La fondamentale riforma del welfare si è scontrata con i ribelli laburisti in Parlamento su temi delicati come i sussidi per i disabili, adesso lo spazio di manovra per Reeves si fa ancora più difficile.
Le finanze pubbliche ereditate in cattivo stato sono state bilanciate nel primo budget dello scorso ottobre con aumenti straordinari delle tasse per ben 40 miliardi di sterline, ma anche con investimenti per 100 miliardi in 5 anni.
Senza aumentare – come promesso – le tasse sui lavoratori, l’IVA o i contributi previdenziali la strada economica del governo si fa sempre più stretta e i successi internazionali dell’accordo con Trump o del ruolo britannico nella crisi ucraina potranno coprire il quotidiano domestico fino a un certo punto.
Nel primo trimestre l’economia UK è cresciuta dello 0,7% appena, nell’intero 2024 il Pil è aumentato dell’1,3%, rispetto all’1,5% del 2023.
Il Pil britannico è stato l’anno scorso di 2.564 miliardi di sterline, poco meno di 3 mila miliardi di euro. Il debito ha raggiunto i 2.810 miliardi di sterline, ma per uno sfalsamento il rapporto debito/Pil è del 95,9% Il deficit pubblico è stato del 4,8% ma anche i privati soffrono: le famiglie non sono più indebitate come un tempo, ma il loro debito è ancora pari al 117,2% del loro reddito disponibile. La domanda da molti anni è quella di un minore costo della vista, di più case a disposizione, di una maggiore sicurezza finanziaria. Molto simile alla situazione di diverse famiglie statunitensi.
Il governo ha fatto delle promesse e ha dovuto anche usare del pragmatismo, ma i mercati hanno dimostrato che la Reeves fornisce garanzie di affidabilità agli operatori.
Il balzo dei rendimenti del Gilt, il BTP britannico, dal 4,44% a un massimo del 4,68% (e parliamo di un decennale) ha fatto capire che i bond vigilantes sono attivi anche a Londra.
Il titolo UK a 30 anni è al 5,32%, un livello che a Washington sarebbe insopportabile. La soglia critica del 5% è stata superata alla fine del 2024, nel 2021 lo yield era dell’1% appena, ma da allora la crescita è stata continua e impetuosa, probabilmente per via dell’inflazione che ha ferito molte economie.
In un mondo sempre più imprevedibile, bisogna aumentare la crescita potenziale del Regno Unito, ha sottolineato Bailey di recente, bisogna vincere la paura, con il supporto delle istituzioni. Il governo Starmer è avvertito.