AXA IM - La seconda metà del 2025 si preannuncia impegnativa per i mercati

di FTA Online News pubblicato:
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Chris Iggo, Chief Investment Officer di AXA IM Core.

Con la conclusione del ciclo di politica monetaria post-Covid, i mercati si trovano a fare i conti con un nuovo contesto dominato dall'incertezza. L'economia globale è sempre più influenzata da shock dal lato dell'offerta – dal commercio internazionale alla geopolitica – che riducono lo spazio per una gestione attiva della domanda e complicano il compito delle Banche Centrali. Sebbene le autorità monetarie si muovano con cautela, i rischi restano molteplici: da un possibile rimbalzo dell'inflazione trainato dall'energia, all'impatto dei dazi statunitensi su crescita e utili societari. In questo scenario fragile, caratterizzato da premi per il rischio in aumento e maggiore volatilità, l'approccio ai mercati deve essere selettivo, flessibile e consapevole della natura strutturale delle tensioni in atto.

Rischi inflazionistici

L'attenzione degli investitori è puntata sul petrolio e sui prossimi dati sull'inflazione statunitense. Poco prima degli attacchi degli USA contro l'Iran, il prezzo del greggio era aumentato del 25% nel solo mese di giugno, facendo salire i prezzi all'ingrosso della benzina. Questo shock inflazionistico si è per ora arrestato grazie al cessate il fuoco, ma la situazione in Medio Oriente resta molto fluida. Inoltre, si ritiene che gli effetti dei dazi già introdotti inizieranno a manifestarsi nei dati economici concreti nei prossimi mesi. Di conseguenza, c'è il rischio che l'inflazione headline negli Stati Uniti superi nuovamente il 3% già quest'estate. In tal caso, alla Fed sarà ancora più difficile tagliare i tassi. Il rischio per il mercato obbligazionario statunitense è che vengano meno le attese per due tagli entro fine 2025 – attualmente prezzati – con conseguente aumento dei rendimenti lungo tutta la curva. A meno di un chiaro rallentamento dell'attività economica e di segnali evidenti di debolezza sul mercato del lavoro, gli strumenti a lungo termine a reddito fisso continueranno probabilmente a sottoperformare.

Mercato obbligazionario: comprare sui ribassi nel credito

I mercati del credito hanno mostrato una resilienza notevole negli ultimi anni, riflettendo il miglioramento dei bilanci aziendali. Una delle domande più frequenti tra gli investitori riguarda proprio se, a fronte del deterioramento delle finanze pubbliche, il miglioramento dei fondamentali del settore privato giustifichi uno scenario di spread creditizi strutturalmente più compressi. Tuttavia, come si è visto in aprile, in caso di shock macroeconomico gli spread tendono ad allargarsi rapidamente. Una nuova escalation in Medio Oriente, accompagnata da timori per crescita e inflazione, potrebbe innescare una reazione simile. La domanda di credito, tuttavia, rimane molto solida grazie ai livelli di rendimento attuali. Riteniamo quindi che i mercati del credito possano beneficiare di una strategia di acquisto sui ribassi, offrendo agli investitori l'opportunità di bloccare rendimenti più alti e migliorare al contempo la qualità del credito in portafoglio.

Fare previsioni per singole regioni o Paesi risulta difficile in un contesto in cui i movimenti di avversione al rischio tendono ad essere altamente correlati. È altrettanto complesso conciliare un peggioramento dei fondamentali con flussi guidati principalmente dal sentiment. L'andamento del dollaro ne è un esempio: il biglietto verde si è indebolito nel 2025 per molteplici motivi che potrebbero continuare a pesare nei prossimi mesi. Tuttavia, il dollaro è storicamente visto come valuta rifugio nei momenti di incertezza geopolitica. Altre valute che potrebbero beneficiare di una maggiore cautela da parte degli investitori includono il franco svizzero (già molto forte) e lo yen giapponese. Anche l'oro dovrebbe mantenere il suo trend rialzista.

Mercato azionario: maggiore volatilità in vista?

I mercati azionari europei hanno nettamente sovraperformato quelli statunitensi nella prima parte dell'anno. A contribuire a questo risultato sono stati le valutazioni relative, l'incertezza sulla politica economica USA e le attese di un impulso fiscale in Europa. Tuttavia, le economie europee restano vulnerabili a un eventuale shock energetico, mentre gli Stati Uniti sono oggi esportatori netti di energia. Un periodo prolungato di prezzi elevati del petrolio potrebbe compromettere le prospettive di utili in Europa e in altri mercati. Di contro, prezzi energetici più alti dovrebbero fornire ulteriore slancio agli investimenti nelle energie rinnovabili, a beneficio delle aziende attive nella produzione di impianti solari ed eolici e nelle infrastrutture di distribuzione elettrica associate.

Sarebbe sorprendente se la combinazione tra dazi commerciali, ampi disavanzi di bilancio e un conflitto militare in Medio Oriente non finisse per scuotere i mercati finanziari. I mercati azionari e del credito sono i più esposti a una revisione al ribasso delle prospettive di crescita e dei flussi di cassa aziendali, con il mercato azionario statunitense che rischia di perdere di più in termini di valutazioni. Anche in assenza di un'escalation – nel caso in cui Iran e Stati Uniti riescano a trovare una soluzione diplomatica allo stallo sul presunto arricchimento dell'uranio – il potenziale di rialzo per gli asset rischiosi appare comunque limitato da valutazioni elevate e possibili eventi negativi sul fronte delle politiche economiche. Una maggiore diversificazione geografica dei portafogli azionari, che riduca quindi l'esposizione assoluta agli Stati Uniti, è un tema sempre più ricorrente tra gli investitori. Sul fronte obbligazionario, con la Fed ferma e la Bce che sembra aver "concluso" il ciclo di tagli – almeno per ora – gli attuali livelli di rendimento continueranno a offrire agli investitori un flusso di reddito modesto ma costante.

La seconda metà del 2025 si preannuncia impegnativa per i mercati. In molte asset class, i rendimenti dei primi sei mesi sono stati già superiori a quanto previsto per l'intero anno.

Per l'obbligazionario, le strategie globali diversificate dovrebbero continuare a generare risultati interessanti, mentre le strategie a breve scadenza e quelle legate all'inflazione sembrano particolarmente adatte in questo contesto.

Sul versante azionario, la forte performance dei titoli europei ha riflesso le aspettative di uno stimolo fiscale in arrivo dalla Germania e i guadagni significativi del comparto difesa. Tuttavia, non è affatto scontato che, in caso di un nuovo shock macro di matrice geopolitica, questi rendimenti possano essere mantenuti.

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