BTP future in caduta libera, rendimenti alle stelle. Le cause del ribasso

di Alessandro Chini pubblicato:
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Forte ondata di vendite sui titoli di Stato italiani ed europei in generale. Il rendimento del decennale domestico sale sui massimi degli ultimi 10 anni e si avvicina al 5 per cento. Le prospettive di uno scenario che si sta facendo difficile.

BTP future in caduta libera, rendimenti alle stelle. Le cause del ribasso

BTP future in caduta libera, Rendimenti alle stelle

Forti vendite sui titoli di Stato dell’Eurozona e dell’Italia. Il rendimento del BTP decennale italiano balza di 24 punti base al 4,95% mentre quello del Bund tedesco cresce di ben 17 punti base al 2,96 per cento. Lo spread si allarga quindi a 199 punti base, quasi il 2% Crescono di 19 punti base anche i rendimenti di Francia (3,53%) e di Spagna (19 punti base).

Difficile attribuire tutto alle nuove previsioni economiche dell’Italia con i dati del Nadef di ieri sera, ma certamente anche questo fattore pesa. “Nello scenario programmatico il deficit è del 5,3 per cento nel 2023 e del 4,3 per cento nel 2024”, riportava la nota di ieri sera del governo, si tratta per il 2023 di un incremento di un punto percentuale di Pil di deficit sostanzialmente attribuito al Superbonus e alle spese che comporta.

Per l’effetto del superbonus abbiamo dovuto incrementare l’indebitamento dal 4,3% - che avremmo abbondantemente realizzato mantenendolo sotto l’obiettivo in Europa che era al 4,5% - fino a 5,3%”, ha affermato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

“Per l’anno 2024 - ha aggiunto - abbiamo previsto un indebitamento del 4,3% sul Pil che ci permetterà di confermare la decontribuzione già decisa l’anno scorso, di confermare e di potenziare gli interventi a favore della famiglia e di avviare l’applicazione della delega fiscale con il primo scaglione del 23%”. 

Tra gli interventi previsti nella Nadef, conferma del taglio al cuneo fiscale sul lavoro anche nel 2024, prima fase della riforma fiscale, sostegno alle famiglie e alla genitorialità, prosecuzione dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego, anche con particolare riferimento alla sanità, conferma degli investimenti pubblici, con priorità a quelli del PNRR e rifinanziamento delle politiche invariate.

Di certo la traiettoria del debito/Pil con il 140,1% ancora a fine 2014 è parsa a molti piatta e ha insinuato il timore di una pausa nel processo di riduzione del debito pubblico italiano che potrebbe danneggiare la fiducia sulla disciplina fiscale dell’attuale esecutivo in questa delicata fase di discussione europea sul nuovo Patto di Stabilità.

BTP, sul sell-off pesano anche altri fattori

Anche in Germania i rendimenti del Bund hanno raggiunto nuovi record: il 2,95% per il decennale non si vedeva infatti dal 2011 e si moltiplicano i timori di recessione economica europea. In realtà oggi il dato sull’inflazione tedesca di settembre si è mostrato inferiore alle attese e alla stima precedente, scendendo al 4,5% (al 4,3% per la versione HICP che è quella armonizzata europea): una buona indicazione per la politica monetaria, ma con il rischio che si tratti di un altro segnale del rallentamento economico tedesco.

In giornata ha mostrato un calo importante anche l’indice dei prezzi alla produzione italiano (-12,2% ad agosto), mentre il Pil USA del secondo trimestre in terza lettura è stato alzato come da attese al 2,1% in calo dal +2,2% del primo trimestre.

Da segnalare che anche il Treasury decennale cresce al 4,653%, ma negli States l'inversione della curva permette anomalie come quella di un 6 mesi (6-Month Bill) che rende il 5,557% e di un due anni che rende il 5,092%.

BTP Future, il grafico non promette niente di buono

Sul fronte grafico l'ondata di vendite dell'ultima settimana sul BTP future ha prodotto un ribasso di 6 piunti percentuali. Lo studio del grafico (adjusted) del future non lascia trasparire situazioni particolarmente favorevoli.

La recente accelerazione ribassista si è sviluppata successivamente alla violazione della linea di tendenza che guidava il recupero dai minimi del settembre dello scorso anno, parte inferiore di un range triangolare che aveva trovato in area 117,00 un solido tetto che i prezzi non sono riusciti ad oltrepassare nonostante i molteplici tentativi che si sono susseguiti da dicembre.

Il rischio concreto è che ora il brakout ribassista spinga le quotazioni in basso per un ampiezza pari a quella del range triangolare, vale a dire 14 figure circa, circostanza che proietterebbe obiettivi nei dintorni di quota 100,00, per quanto il calo potrebbe fermarsi anche sul supporto posto a 103,00, dove sono posizionati i minimi del 2022, oltre a quelli dell'autunno 2018 e di settembre 2015, dunque un riferimento tecnicamente rilevante.

Più nel breve lungo tale percorso sostegno intermedio a 107,00, dal quale potrebbe svilupparsi una temporanea reazione, utile per scaricare gli oscillatori più veloci ormai sconfinati in ipervenduto. Segnali di ripresa più concreti solo in caso di superamento di area 112,50, dunque molto più in alto rispetto ai livelli attuali e di conseguenza non sarà sufficiente un semplice rimbalzo affinché il derivato inverta rotta in maniera duratura. Insomma una prospettiva tutt'altro che tranquilla.