Europa, segnali di forza dalla manifattura per la prima volta dal 2022
pubblicato:Cauto ottimismo dall'industria dopo più di tre anni, grazie soprattutto alla domanda interna. Ma persistono delle incertezze che richiedono segnali di conferma. Bene anche l'Italia

L’indice PMI manifatturiero di S&P, che sonda nell’Eurozona l’opinione di circa tremila direttori acquisti di imprese europee, è cresciuto da 49,8 a 50,7 punti ad agosto e ha battuto le attese degli analisti, poste a 50,5 punti, mostrando il miglior dato dal lontano marzo 2022.
Soprattutto il PMI manifatturiero dell’Eurozona ha superato la soglia dei 50 punti, che separa le attività economiche in espansione, da quelle in contrazione. Quello di questo agosto è stato il primo miglioramento delle condizioni operative della manifattura europea dal giugno del 2022.
In altre parole, i responsabili acquisti delle imprese manifatturiere europee, a stretto contatto con l’andamento concreto dell’economia, nell’agosto del 2025 sono tornati a un cauto ottimismo dopo più di tre anni.
Manifattura UE, segnali di ottimismo su più fronti
A incoraggiare la manifattura europea la domanda interna, con il volume di nuovi ordini per la prima volta in crescita in quasi tre anni e mezzo, mentre le vendite per l’export declinavano per il secondo mese di fila.
I livelli di magazzino sono calati più rapidamente e le imprese hanno aumentato il livello massimo degli acquisti. Sono cresciuti i costi all’input per la prima volta da marzo, anche se marginalmente, mentre i prezzi imposti si sono ridotti. La pressione sulle capacità operativa, nonostante la crescita dei nuovi ordini, è rimasta limitata, con una riduzione dei backlog complessivi per il 39esimo mese.
Sono continuati i tagli del personale nella manifattura dell’Eurozona per il 27esimo mese di seguito, anche se questa volta sono stati marginali.
L’industria manifatturiera è rimasta in modalità ‘taglio delle scorte’, il magazzino è infatti calato e anche gli acquisti sono diminuiti. Il tempo di ciclo all’approvvigionamento (input lead time) ha registrato il maggiore allungamento dal novembre del 2022, segnalando la possibilità di nuove pressioni sulle filiere d’approvvigionamento.
Cyrus de la Rubia, capoeconomista alla Hamburg Commercial Bank che elabora i PMI manifatturieri tedeschi, ha sottolineato che la ripresa economica del settore manifatturiero si sta rafforzando e che i nuovi ordini puntano a una ripresa sostenibile.
“Gli ordini domestici sono cresciuti – ha affermato – e stanno bilanciando l’indebolimento della domanda dall’estero. Infatti il miglior rimedio contro i dazi Usa potrebbe essere il rafforzamento della domanda interna, compreso il mercato interno europeo.
Il potenziale è significativo, se consideriamo che il Fondo Monetario Internazionale stima che le barriere interne europee equivalgono a dazi del 44%. Le società sperano in progressi su questo fronte e un certo ottimismo ha preso piede”.
“La ripresa è reale, ma resta fragile”, ha messo in guardia de la Rubia: i livelli di magazzino continuano a flettere e pesano comunque fattori di incertezza derivanti dai dazi Usa e dalla geopolitica”.
PMI, segnali di ripresa anche dalla manifattura italiana
Anche in Italia la manifattura invia un segnale di forza. L’industria manifatturiera italiana ha fatto la sua parte con un ritorno alla zona di espansione e un PMI manifatturiero di agosto di 50,4 punti contro i 49,8 punti di luglio e delle attese degli analisti. Nel caso di Roma, era dal marzo del 2024 che non si registrava una variazione positiva.
Il rapporto di S&P sottolinea che i volumi di produzione italiani hanno registrato la migliore crescita degli ultimi due anni e mezzo, anche se l’espansione dei nuovi ordini è stata contenuta dalle minori vendite estere. La produzione italiana ha superato i nuovi ordini riducendo l’inevaso e generando nelle imprese una riduzione degli organici, anche se marginale, collegata a un calo di fiducia sui minimi da 4 mesi. Le imprese hanno cercato anche di ridurre l’approvvigionamento, seppure limitatamente. Si sono registrati dei cali nel prezzo dell’energia e un andamento dei tassi di cambio più favorevole, ma la scontistica alla vendita è stata modesta.
Anche per l’Italia Nils Müller, Junior Economist della Hamburg Commercial Bank, accosta alla parola ‘ripresa’ la parola ‘fragile’.
PMI manifatturiero, la ripresa leggera delle maggiori economie Ue
Gli spunti positivi, con livelli di espansione oltre i 50 punti, hanno comunque riguardato quasi tutte le economie della moneta unica, con due vistose eccezioni, Germania e Austria.
A Berlino, però, i 49,8 punti della lettura di agosto (a 49,9 punti le stime medie degli analisti, ma a 49,1 punti la lettura precedente) sono stati il dato migliore degli ultimi 38 mesi; a Vienna i 49,1 punti rilevati sono stato il miglior PMI manifatturiero degli ultimi 37 mesi. Per il sesto mese di seguito la produzione è cresciuta.
In Germania de la Rubia ha sottolineato il sesto miglioramento consecutivo del PMI manifatturiero, anche se persistono molte difficoltà collegate, anche in questo caso agli shock commerciali, all’intensificarsi della competizione con la Cina, alla pressione esercitata dal rafforzamento dell’euro: “L’industria manifatturiera tedesca combatte su più fronti. I prezzi all’output restano sotto pressione, il backlog degli ordini continua a cedere e la domanda di beni stranieri è calata ad agosto dopo diversi mesi positivi. In risposta le imprese tedesche hanno tagliato più posti che in passato. Il lato positivo è che cresce la produttività del lavoro mentre la produzione aumenta a un ritmo solido”.
Anche la Germania mostra ordini e produzione in crescita e si segnalano le performance del settore industriale e dei beni intermedi, mentre il settore dei beni al consumo, che comprende anche farmaceutici e alimentari, ha registrato una stagnazione. La politica fiscale e gli investimenti pubblici in infrastrutture e difesa dovrebbero fornire altri spunti positivi.
Nonostante la forte crisi politica e fiscale in corso, anche la Francia ha inviato un segnale di solidità con un PMI manifatturiero balzato da 48,2 a 50,4 punti, in area espansiva e ben oltre i 49,9 punti attesi dal mercato. Il calo della domanda d’Oltralpe si è stabilizzato, con una flessione minore dei nuovi ordini e una crescita delle vendite nei settori dei beni al consumo e intermedi. I livelli di produzione si sono stabilizzati nel mese con il restante calo produttivo dei beni industriali, ma diversi operatori hanno sottolineato il calo della domanda Usa.
Si registrano sforzi di riduzione delle scorte, anche se il calo dei volumi di acquisto è stato meno aggressivo. È invece cresciuta l’occupazione per il quarto mese di seguito con il maggiore incremento degli ultimi tre anni e ha segnalato un miglioramento della fiducia. Crescono invece le pressioni sui costi.
Jonas Feldhusen, Junior Economist della Hamburg Commercial Bank, ha affermato “La fase di contrazione della manifattura francese sembra essere finita”, ma non mancano ancora i segnali di fragilità, dai cali di produzione e nuovi ordini, alla natura temporanea dei nuovi contratti di lavoro, allo sfidante contesto internazionale e competitivo.
Ancora una volta sono invece decisamente migliori le performance della Spagna rispetto al resto del Continente. Il PMI manifatturiero spagnolo di agosto è balzato da 51,9 a 54,3 punti, bene oltre le attese degli analisti (52,1).
Ad agosto la manifattura spagnola ha registrato la crescita più forte dell’ultimo anno con un miglioramento sia della produzione, che dei nuovi ordini, che dell’impiego. Anche in questo caso la crescita del mercato domestico è stata essenziale, mentre quella estera è stata modesta. In miglioramento a Madrid anche la fiducia, sebbene gli acquisti delle imprese manifatturiere siano stati limitati.
Fra le economie dell’Eurozona, soltanto il PMI manifatturiero della Grecia, con i suoi 54,5 punti ad agosto (massimo dei 5 mesi), si è dimostrato migliore di quello spagnolo, più a distanza seguono i Paesi Bassi (51,9 punti) e l’Irlanda (51,6 punti).
Il quadro generale è - come visto - coerente: un po’ a sorpresa la manifattura europea ad agosto ha fatto meglio delle attese e si è sviluppata, facendo leva sulla domanda interna, mentre quella estera rallentava o segnava il passo. È un segnale chiaro di una ripresa che però sui livelli attuali appare ancora un po’ fragile. Serviranno conferme più decise nei prossimi mesi.