Rally di Brunello Cucinelli dopo i dati in crescita

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
7 min

La società di Solomeo ribadisce la previsione di una crescita del 10% quest'anno, Avanti con gli investimenti nella crescita. Il tema dei dazi o quello del mercato cinese sembrano pesare poco. Il titolo potrebbe dare a breve conferme grafiche importanti

Rally di Brunello Cucinelli dopo i dati in crescita

I risultati semestrali di Brunello Cucinelli pubblicati ieri sera arricchiscono di dettagli importanti reddituali e patrimoniali i semplici dati sui ricavi preliminari che lo scorso 10 luglio avevano già indicato al mercato un semestre in crescita a doppia cifra, +10,2%, a 684 milioni di euro di giro d’affari, con buone performance in tutte le aree geografiche.

Sales ‘000.000

1H 2025

% su sales

Var %

Europa

243,2

35,6

10,0

Di cui Italia

78,8

11,5

** **

Americhe

245,2

35,8

8,7

Asia

195,7

28,6

12,5

Ricavi Totali

684,1

100,0

10,2

Var.% a cambi costanti

10,70%

 

Brunello Cucinelli, la questione dei dazi e dei prezzi

Da allora però sono cambiate molte cose in termini di contesto internazionale, a partire dal lungo confronto sui dazi Usa approdato poi a dazi Usa 15% sul settore che non sono il male peggiore, si era paventato anche il 30%, ma rappresentano comunque un colpo, soprattutto se abbinato al forte ribasso del dollaro.

Anche su questo tema però il presidente esecutivo Brunello Cucinelli, l’uomo del capitalismo umanistico, aveva reagito con il garbo che lo contraddistingue: “non è facile per nessuno perdere potere” aveva ammesso con il Financial Times, ma “ci sono cose che non possiamo controllare, come il tempo e i dazi. In tali casi bisogna accettarli con grazia e andare avanti. I dazi statunitensi vanno oltre la nostra influenza”.

In quegli stessi giorni di fine luglio però RBC faceva i conti in tasca al lusso (che nell’ultimo anno ha subito nettamente di più la debolezza della domanda cinese rispetto agli spunti da quella statunitense) e calcolava che le case del lusso mondiali avevano registrato utili da capogiro dalla pandemia a oggi soprattutto grazie a rincari medi del 33% tra il 2019 e il 2023.

Un pricing power che la nuova tornata di dazi metterà alla prova, ma che potrebbe scontrarsi con rilevazioni di Bain secondo le quali l’anno scorso il settore ha perso 50 milioni di clienti, mettendo in dubbio la tradizionale ‘indifferenza’ sostanziale del lusso a ‘piccole’ variazioni di prezzo. Secondo stime di UBS, dazi al 15% potrebbero essere bilanciati dai brand del lusso con un incremento medio dei prezzi negli Stati Uniti del 2% o con un rincaro dei prezzi globali dell’1% in media.

Per i capi di Cucinelli che costano migliaia di euro ciascuno e registrano una crescita a doppia cifra anche in Asia, con un peso delle Americhe sui ricavi totali del 35,8%, sembra un problema gestibile, anche perché il gruppo conferma un’attenzione all’equilibrio dei conti su vari fronti, non solo per esempio sulle geografie, ma anche sui canali (due terzi dei ricavi dal retail, 63,7%, il resto dal wholesale 36,3%) o sull’attenzione alla pari credibilità e rilevanza nel mondo maschile e nel mondo femminile che si traduce in equilibrio nelle vendite per genere.

Sul tema del pricing power, comunque ieri, il management di Brunello Cucinelli è stato chiaro con gli analisti che gli chiedevano di eventuali rincari negli Stati Uniti per l’inverno: i prezzi vengono riallineati ogni sei mesi e quindi saranno quelli che si vedono oggi, “nessun aumento di prezzo”.

Brunello Cucinelli, qualche spunto dai risultati dietro la crescita dell'utile del 20%

Comprendere Brunello Cucinelli richiede però analisi specifiche, perché, come sempre, al di là delle spinte di settore, il gruppo fa la sua strada in maniera estremamente autonoma e in passato l’ha dimostrato anche sul fronte delle quotazioni.

Scorrendo il conto economico dai ricavi in giù si osserva un primo margine invariato al 74,5% e poi un balzo del costo del personale dell’11% quasi a 125,6 milioni di euro. Il gruppo sottolinea che questo riflette l’aumento della capacità produttiva, delle maestranze artigianali come del personale di vendita… in termini numerici l’organico del gruppo pasa da 3.021 a 3.283 FTE (+8,7%). Sono 130 le boutique del gruppo nel mondo a fine giugno e Cucinelli segnala ampliamenti e relocation importanti come quelli di Sloane Street a Londra e Vienna.

Non ci sono state nuove aperture nei sei mesi, ma si attendono novità in questa seconda parte dell’anno in parte riflesse nell’aumento degli affitti dell’8,9% a 31,7 milioni di euro, la voce non tiene conto dei leasing (IFRS 16), con essi ci sarebbe un aumento del 20% a 87,2 milioni di euro che sconta anche gli attesi interventi sul network.

Il gruppo segnala anche, sul fronte della comunicazione, un calo da 44,6 a 44,4 milioni dovuto però soltanto alla maggiore concentrazione degli eventi in questa seconda metà dell’anno.

Si possono notare sul fronte reddituali anche gli ammortamenti balzati del 18,6% a 86,8 milioni di euro (quindi con incidenza sulle vendite in crescita al 12,7% di quasi un punto percentuale, sempre per effetto soprattutto dei nuovi contratti di locazione).

Tutto questo si traduce in un risultato operativo (ebit) da 113,8 milioni di euro che cresce dell’8,8%, meno dei ricavi e quindi con un margine in calo dal 16,9% al 16,6%.

La gestione finanziaria registra però un calo importante degli oneri da 9,3 a 6,5 milioni di euro ed è la combinazione di oneri finanziari balzati da 28,6 a 53,68 milioni di euro e di proventi finanziari e da partecipazioni cresciuti da 19,26 a 47,2 milioni di euro.
Questa complessa voce vede negli oneri finanziai una componente di utili su cambi passata da 2,2 milioni nella prima metà del 2024 a 12,4 milioni nella prima metà del 2025 (prevalentemente non realizzati) e al contempo un incremento della componente finanziaria ricorrente da 13,2 a 20,4 milioni di euro per i nuovi contratti di locazione e l’aumento dell’indebitamento netto del periodo caratteristico che è passato in un anno da 102,3 a ben 197,2 milioni di euro ante IFRS 16, cioè senza i leasing che porterebbero ad altre cifre (i debiti per leasing erano circa 678 milioni di euro a fine 2024) a fronte di un patrimonio netto da 506 milioni di euro.

Comunque sia il miglioramento della gestione finanziaria che in pratica pesa per il 30% in meno contribuisce alla fine al balzo dell'utile netto complessivo del 16% a 76,65 milioni di euro (nonostante tasse in crescita a 30,7 mln).

Brunello Cucinelli ha dunque investito in produzione e crescita, anche tramite il personale, ma non solo, per esempio anche in boutique e rinnovi. Gli investimenti del gruppo nel semestre sono cresciuti da 44,8 a 63,5 mln (confronto a/a). Tutto nell’ambito del piano di lungo periodo dedicato alla produzione artigianale Made in Italy di altissima qualità al 2035. In questo contesto vanno ricordati senz’altro i circa 400 laboratori artigianali italiani dei quali quasi il 70% + in Umbria. Il cashmere di pregio viene dalla Mongolia, ma le mani che lo lavorano sono italiane e fare una giacca uomo d’un certo livello non è cosa per tutti. Al riguarda va segnalata la nuova sede a Gubbio da circa 3 mila metri quadri.

Brunello Cucinelli, la guidance

Il gruppo di Solomeo quindi ha ribadito gli investimenti nella crescita. Per il 2025 è confermata la previsione di un +10% dei ricavi con “profitti giusti ed equilibrati”.
D’altronde la raccolta ordini nel semestre è stata giudicata “ottima” e “la raccolta ordini della collezione Autunno Inverno 2025 – già conclusa all’inizio dell’anno con riscontri molto positivi – si è puntualmente tradotta in ricavi nel canale wholesale nell’ultima parte del primo semestre”.

Brunello Cucinelli, il titolo alle prese con livelli importanti

A metà della seduta che per prima sconta gli arricchimenti reddituali delle ultime comunicazioni di Brunello Cucinelli, il mercato premia il titolo confermando movimenti su livelli di prezzo molto importanti. Va ricordato che l’azione ha perso il 14% dai massimi dell’11 luglio allo scorso 6 agosto, poi ha recuperato fino ai top di ieri e di oggi in zona 103,7 euro.

E’ un’area che ospita resistenze statiche di un certo peso (ha ostacolato rimbalzi a giugno e maggio), ma soprattutto che scavalca le resistenze dinamiche di lungo periodo costituite dalle medie mobili esponenziali a 200 e a 100 sedute in transito più o meno a 102,5 e 102,14 circa rispettivamente.

Dai 103 euro passa oggi anche la linea di tendenza in calo dai lontani massimi di febbraio a 133,4 euro, insomma delle conferme potrebbero confermare i recuperi dell’ultimo mese, coì quelli avviati dagli affondi di aprile in concomitanza con le fasi più aspre della guerra dei dazi.

Si parla di oscillazioni nei prezzi dell’ordine del 30% circa, come vista, mica bazzecole.

Eppure anche Brunello Cucinelli sembra anche oggi domare i double digit – come direbbero gli analisti - con grazia, forse questa è la sua vera cifra.