Francia, aumenta la tensione e il costo del debito
pubblicato:In vista del voto di fiducia dell'8 settembre crescono i rendimenti sul titolo decennale Oat. La maggior parte degli analisti si aspetta un nuovo esecutivo, ma gli attriti non mancano. Improbabile un intervento dell'FMI, la BCE getta acqua sul fuoco

A pochi giorni dal decisivo voto di fiducia sul governo di Francois Bayrou del prossimo 8 settembre torna a crescere la tensione sui titoli del debito pubblico francese.
In queste ore il rendimento dell’Oat francese a 10 anni – il corrispondente del nostro BTP - torna al 3,53%, dopo un allungo oltre il 3,54%, sui massimi del periodo toccati con il colpo di scena del nuovo voto di fiducia sui tagli del deficit da 44 miliardi di euro in 4 anni.
Lo spread a quasi 80 punti base circa sul rendimento del Bund tedesco è stato sottolineato da diversi analisti.
Le tensioni sono diffuse su tutto il sovereign Ue, che registra qualche punto di rialzo su tutti i rendimenti decennali.
Al centro dell’attenzione resta però Parigi, mentre si fa sempre più probabile, secondo la maggior parte degli osservatori, una caduta del governo Bayrou seguita dalla nomina di un nuovo governo.
Non mancano le pressioni per un cambiamento ancora più radicale, con l’anticipo delle elezioni presidenziali e la sostituzione di Emanuel Macron, ma i numeri dei previsori per ora non si spingono così lontano.
Francia, probabile un nuovo governo
Il presidente francese Emanuel Macron, in caso di (probabile) caduta del governo, potrebbe nominare un nuovo premier, incaricandolo di portare avanti una manovra fiscale che sarebbe probabilmente meno stringente di quella immaginata da Bayrou e quindi rischierebbe di mancare quell’obiettivo di comprimere il deficit/Pil dal 5,4% previsto quest’anno a soltanto il 4,6% nel 2026 con effetti conseguenti sul già alto rapporto debito/Pil al 115 per cento.
Meno sostenibili politicamente per l’Eliseo sembrano le alternative di nuove elezioni dopo lo scioglimento anticipato delle camere che ripiomberebbe il Paese nell’incertezza della scorsa estate o addirittura le dimissioni dello stesso presidente Macron con nuove elezioni presidenziali (fino alla scorsa settimana il presidente ha ribadito di voler completare il mandato fino al 2027).
Francia: Bayrou, "in gioco il futuro del Paese"
La crescita del premio al rischio chiesto dal mercato per i titoli francesi si pone comunque al centro dell’attenzione. Domenica mattina anche il leader socialista Oliver Faure ha confermato la sfiducia all’esecutivo di Bayrou: “La sola cosa che mi aspetto da lui adesso è che dica addio”, ha detto.
Bayrou ha reagito con diverse interviste con le televisioni in cui ha ribadito la convinzione che il taglio della spesa pubblica francese sia fondamentale e che quindi il voto del prossimo 8 settembre avrà in gioco non il governo, ma il destino di tutta la Francia.
Il premier francese ha attaccato anche l’Italia accusandola di dumping fiscale e di avere attratto con politiche favorevoli i miliardari francesi. Secche le smentite del governo Meloni e sorprendente il mancato impiego di tematiche di questo tipo nei confronti di Paesi come l’Olanda, l’Irlanda o anche il Lussemburgo.
Francia, la BCE getta acqua sul fuoco
Il balzo recente dei rendimenti francesi ha fatto temere anche un intervento della BCE, anche se lo strumento che potrebbe impiegare sarebbe solo quello del TPI che è uno strumento molto flessibile, ma serve essenzialmente a correggere eventuali difetti della trasmissione della politica monetaria di Francoforte che non sono per ora alle viste.
La presidente della BCE Christine Lagarde ha comunque rilasciato un’intervista Radio Classique in cui ha ammesso che la caduta di qualunque governo dell’Eurozona è preoccupante, ma ha aggiunto che la situazione del sistema bancario francese è molto più solida di quanto non fosse durante l’ultima crisi finanziaria, una precisazione non peregrina vista la responsabilità diretta della BCE sul monitoraggio dello stato di salute delle banche e la prima reazione del mercato con forti vendite proprio sugli istituti di credito francesi. Ancora oggi BNP Paribas segna un calo di circa l’8% sui valori precedenti questa crisi politica.
Lagarde – che per anni ha diretto l’FMI - ha comunque seccamente smentito l’ipotesi di un intervento del Fondo Monetario Internazionale temporaneamente paventata dal ministro dell’Economia Eric Lombard. L’FMI interviene quando il bilancio corrente è gravemente deficitario e il Paese non fa fronte alle proprie obbligazioni, difficilmente Parigi avanzerebbe una simile richiesta al Fondo, che comunque probabilmente risponderebbe che non ci sono le condizioni e bisogna ‘soltanto’ mettere in ordine la finanza pubblica.
Di certo questa nuova fase di incertezza politica francese, che rischia di protrarsi ben oltre l’8 settembre, giunge in una fase delicata per tutta l’Europa, compressa tra le pressioni di Trump sui dazi (e il deprezzamento del dollaro) e quelle della Russia sull’Ucraina, tra la crisi di Gaza e la crescente competizione cinese.
Francia, per il nuovo esecutivo circolano i nomi di diversi ministri
Sono già circolati diversi nomi per il prossimo presidente francese, dal ministro per la Difesa Sebastien Lecornu, al ministro del Lavoro Catherine Vautrin o a quello dell’Industria Roland Lescure. Sono stati fatti anche i nomi di Xavier Bertrand, a destra, e di Bernard Cazeneuve a sinistra. In ambito ministeriale sono stati indicati tra i papabili anche Gerald Darmanin (Giustizia) e Bruno Retailleau (Interni).
Qualcuno ha anche ipotizzato il deputato Charles de Courson, per la sua competenza contabile che potrebbe risultare preziosa in una fase in cui comunque la Francia è chiamata a regolare una spesa pubblica capace di generare interessi sul debito superiori ai 75 miliardi di euro quest’anno.