Warner-Netflix-Paramount, la guerra di Hollywood continua
pubblicato:Il cda della preda Warner respinge la ricca offerta di Paramount e chiede più garanzie sugli impegni degli Ellison. La famiglia che controlla Oracle è però spalleggiata anche da fondi arabi e dalla Redbird di Cardinale, il patron del Milan. L'amicizia storica con Trump inoltre non fa male e intanto i prezzi a Wall Street si muovono

C’è da guadagnare a Wall Street con la guerra di Hollywood.
Il titolo di Warner Bros Discovery ha guadagnato più del 120% dal 10 settembre scorso e a 28,27 dollari a titolo vale ormai circa 71,6 miliardi di dollari.
Un bel rally scatenato quel giorno dalle prime indiscrezioni su una possibile campagna di Paramount su Warner.
Warner, chi è la Paramount che ha lanciato un'offerta ostile (e cosa c'entrano Oracle, Trump e il Milan)
Paramount era reduce dalla maxi-fusione del cinema tra Skydance Media e Paramount Global che aveva formato il nuovo gruppo con dentro brand di peso come CBS, MTV e la stessa Paramount.
A tenere a battesimo la nuova Paramount Skydance Corporation era stato l’intraprendente David Ellison che aveva costruito un impero con l’aiuto della RedBird Capital di Gerry Cardinale, il patron Milan, e del padre Larry Ellison, il fondatore di Oracle che proprio in quelle ore del 10 settembre era diventato temporaneamente l’uomo più ricco del mondo superando Elon Musk grazie a un accordo con OpenAI.
Da quei record la Oracle del trumpiano della prima ora Ellison è poi scivolata precipitosamente perdendo la metà del proprio valore di Borsa (-49%) mentre i suoi CDS, i credit default swap che ‘assicurerebbero’ contro un suo fallimento sono cresciuti rapidamente di valore proiettando un’ombra cupa su tutto il settore dell’intelligenza artificiale, ma questa è un’altra storia.
Quel che conta è che nella fusione da 8 miliardi di dollari dell’estate 2024 che ha creato Paramount Skydance Corporation la RedBird ha investito circa 1,8 miliardi di dollari ottenendo circa il 22,5% dei diritti di voto. Il resto dei voti vede al 50% David Ellison e al 27,5% il padre Larry Ellison: la fusione ha infatti creato una Paramount Skydance Corporation che ha il 100% dei diritti di voto in mano a questi azionisti che controllano però 'solo' il 77% del capitale nuovo gruppo.
Da allora molte cose sono cambiate, a partire dall’elezione dell’amico degli Ellison Donald Trump alla presidenza, ma il gruppo non ha arrestato i piani di crescita, anzi già a settembre hanno iniziato a diffondersi le voci sulla preparazione di un’offerta Warner che ne hanno ovviamente arroventato i prezzi a Wall Street. A fine ottobre Warner Bros Discovery – che da alcuni mesi aveva annunciato la separazione della Discovery e delle news dal resto – confermava di avere ricevuto un’offerta non sollecitata da diversi soggetti per tutto il gruppo. Indiscrezioni del Wall Street Journal avevano riportato di un’offerta in contanti della Paramount respinta dal Ceo di Warner David Zaslav.
Un’altra storia di grandi appetiti. Già Skydance aveva comprato una Paramount molto più grande di lei, 2,3 mld di ricavi contro i 28 miliardi della preda e 275 milioni di ebitda contro 3 miliardi e aveva così sfruttato le difficoltà della famiglia Redstone dopo un calo del titolo del 60% a Wall Street in un anno e mezzo. Ora, calcolava ancora il Wall Street Journal una Paramount che valeva in Borsa circa 19 miliardi di dollari pretendeva di acquisire una Warner che valeva 40 miliardi di dollari, con un carico di debito da 35 miliardi di dollari.
Warner, la controfferta amichevole di Netflix
Nel mezzo di queste trattative giunge così l’inattesa offerta da 72 miliardi di dollari (82,7 miliardi di dollari con il debito da 10,7 miliardi di Warner Bros) di Netflix che spariglia le carte e viene subito approvata all’unanimità dai consigli di amministrazione delle due società. Si tratta di un’offerta mista di contanti ($ 23,35) e carta (azioni Netflix per altri $ 4,5 dollari, tra 0,046 e 0,0376 azioni Netflix per ogni azione di WBD apportata) che valuta ogni titolo di WBD 27,75 dollari dopo lo scorporo di Discovery che quindi rimane sul tavolo.
Un duro colpo naturalmente per le mire ostili (in senso borsistico) di Paramount che però non rinuncia e dopo pochi giorni mette sul piatto un’offerta tutta in contanti da 30 dollari ad azione per tutto il gruppo WBD che porta la valutazione delle azioni di WBD (intera) a ben 77,9 miliardi di dollari che diventano 108,4 miliardi di dollari in termini di enterprise value ossia con il debito di WBD.
Intendiamoci da quando è cominciata questa partita Paramount Skydance ha perso sonoramente a Wall Street, circa il 37% del suo valore, come spesso accade agli offerenti, e anche Netflix ha perso più dell’8% dall’annuncio dell’offerta dopo aver già registrato mesi difficili (ma dopo un rally di oltre il 700% dal 2022 al giugno 2025).
Warner, il cda boccia la proposta di Paramount e ribadisce l'appoggio a Netflix
Adesso però il dossier Warner preme. Ieri, come da attese, il consiglio di amministrazione della preda ha deciso all’unanimità di bocciare la proposta di Paramount Skydance e ribadito il proprio sostegno a quella di Netflix.
Secondo il board di Warner l’offerta di Netflix resta la migliore se si considerano i 23,25 dollari in contanti più i 4,5 dollari in titoli Netflix più il valore aggiuntivo delle azioni di Discovery Global che saranno scorporate.
Soprattutto il cda di Warner ha sottolineato che la proposta di Paramount include un impegno patrimoniale di ben 40,65 miliardi di dollari senza alcun impegno formale della famiglia Ellison.
Sulla carta Paramount mette sul piatto 77,9 miliardi di dollari, più dei 72 miliardi di Netflix che però lascia agli azionisti anche tutto il lato cable della Discovery.
Le coperture della proposta degli Ellison sono però messe in dubbio dalla stessa Warner o almeno dal suo consiglio di amministrazione.
L’offerta di Paramount parte da 40,65 miliardi di dollari che dovrebbero essere messi dalla famiglia Ellison e da RedBird e ci aggiunge ben 54 miliardi di dollari di debiti finanziati da Bank of America, Citi e Apollo.
In altre parole il cda di Warner vuole vedere i soldi e gli impegni firmati perché ritiene che “un trust revocabile non possa sostituire un impegno garantito da un azionista di controllo”.
Il riferimento è The Lawrence J. Ellison Revocable Trust u/a/d 1/22/88, l’”Ellison Trust” che già si è impegnato con Skydance nella fusione con Paramount e che però, reclama il documento di offerta di quest’ultima, controlla risorse ben maggiori di quelle richieste, a partire dagli 1,16 miliardi di titoli Oracle che valgono circa 252 miliardi di dollari.
Ci sarebbero inoltre da considerare partner finanziari aggiuntivi dell’offerta Paramount: il fondo sovrano dell’Arabia Saudita, L’imad Holding Company PJSC (Abu Dhabi), la Qatar Investment Authority (Qatar) e la Affinity Partners di Jared Kushner, il genero di Donald Trump.
Complessivamente lo schema dell’offerta Paramount prevede che dei 40,65 miliardi di dollari da garantire 11,8 miliardi venissero dalla famiglia Ellison, ben 24 miliardi dai tre citati fondi di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar e altre risorse da RedBird.
Il ruolo della Affinity Partners sarebbe dovuto essere inferiore al miliardo di dollari, ma poi martedì è emerso che alla fine Kushner aveva deciso di ritirarsi dal dossier e lasciare la partita.
Il braccio di ferro rischia comunque di essere soltanto agli inizi e non è detto che Paramount rilanci per vincere l’offerta di Netflix nonostante la bocciatura del cda di Warner, anzi.
Warner, la Paramount si appella agli azionisti e intanto gioca sponde politiche
Secondo il Wall Street Journal la moral suasion è direttamente rivolta agli azionisti della Warner Bros Discovery che dovranno alla fine dei giochi decidere a chi dare le azioni del gruppo e chi premiare.
Dato poi il valore politico strategico della partita non si possono tacere le manovre politiche in campo e non soltanto per il coinvolgimento di Kushner.
Appena l’altro martedì sera a Washington David Ellison e il responsabile legale della Paramount Makan Delrahim hanno cenato con diversi rappresentanti della Casa Bianca e parlamentari, compreso il senatore Ted Cruz che presidente il Comitato del Commercio al Senato.
Nel frattempo i rapporti si tirano: Ellison è un vecchio sostenitore finanziario della carriera politica di Donald Trump, ma di recente il presidente USA ha criticato il trattamento riservatogli dalla trasmissione "60 Minuti" della CBS News controllata proprio da Paramount Skydance: "Se questi sono gli amici, non voglio immaginare i nemici!", ha commentato l'inquilino della Casa Bianca sul suo social network Truth.
Il piano politico parallelo a quello della battaglia finanziaria non sarà insomma secondario, anzi. Intanto a Wall Street i titoli di Warner volano.
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