Oracle, il fondatore Larry Ellison supera Musk, ecco cosa è successo

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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I big dell’intelligenza artificiale corrono al cloud del colosso tecnologico texano e le prospettive di crescita montano. L’accordo da 300 miliardi con OpenAI porta su nuovi record le azioni

Oracle, il fondatore Larry Ellison supera Musk, ecco cosa è successo

Ieri c’è riuscito, è diventato l’uomo più ricco del mondo.
Larry Ellison, classe 1944, co-fondatore e direttore tecnico (CTO) del colosso tecnologico a stelle e strisce Oracle ha visto il patrimonio personale volare a quota 395 miliardi di dollari, grazie a un rally dei titoli della società di Austin, superando temporaneamente i 384 miliardi di dollari di Elon Musk e rendendolo per qualche ora l’uomo più ricco del mondo nella celebre classifica di Forbes. Ma cosa è successo esattamente?

Oracle, il boom del cloud per l'AI

La texana Oracle ieri ha pubblicato i risultati dei tre mesi al 31 agosto 2025, il primo trimestre dell’esercizio fiscale al 2026 del gruppo.
I ricavi totali del gruppo sono balzati del 12% a 14,9 miliardi di dollari. Poco meno della metà del giro d’affari è però costituito dai proventi del cloud, principalmente un servizio offerto ai big dell’intelligenza artificiale, che hanno raggiunto i 7,2 miliardi di dollari con un tasso di crescita – un +27% - pari a più del doppio del resto del gruppo.

L’utile operativo non GAAP di Oracle è cresciuto del 9% a 6,2 miliardi di dollari e l’utile netto non GAAP è aumentato dell’8% a 4,3 miliardi di dollari.
L’utile per azione non GAAP, il più osservato dagli analisti, è cresciuto del 6% a 1,47 dollari per azione.
Dati neanche troppo brillanti, se si considera che l’EPS adjusted del consensus raccolto da S&P Market Intelligence era superiore, a 1,48 dollari.

Quello che davvero ha colpito i mercati, che ha fatto dire ai cronisti che anche Oracle è entrata a pieno titolo nella cabina di regia dell’intelligenza artificiale accendendo un rally così violento (fino a un +43% a Wall Street) da portare tutto l’S&P 500 su nuovi record, sono state le prospettive e il carburante della crescita del gruppo, quell’infrastruttura cloud su cui gira l’AI.

Ieri il CEO di Oracle Safra Catz ha annunciato: “Abbiamo firmato quattro contratti multimiliardari con tre diversi clienti soltanto in questo trimestre.
Questo ha portato il nostro backlog RPO (Remaining Performance Obligations, è l’indicatore più fedele del libro ordini del gruppo, ndr) a un balzo del 359% a 455 miliardi di dollari".
In soldoni significa più o meno passare da un portafoglio di 100 miliardi a uno di 455 miliardi di dollari: una crescita fenomenale.
"È stato un trimestre sconvolgente – ha aggiunto Catz – e la domanda di infrastruttura cloud di Oracle continua a crescere”.

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Sulla base delle stime aggiornate ora Oracle si aspetta che i ricavi del cloud balzino del 77% a 18 miliardi di dollari nell’esercizio al 2026 e raggiungano addirittura i 144 miliardi di dollari tra quattro anni.

Ellison ha precisato anche che i ricavi del database MultiCloud al servizio di giganti come Amazon, Google e Microsoft hanno registrato l’incredibile crescita del 1.529%. Una crescita che dovrebbe continuare per diversi anni ora che Oracle si prepara a realizzare altri 37 datacenter da aggiungere a quelli dei tre partner Hyperscaler, per un totale di ben 71 centri dati.

A ottobre il gruppo presenterà anche il nuovo servizio di infrastruttura in cloud denominato “Oracle AI Database” che permetterà ai clienti di impiegare il modello linguistico di AI preferito, da Gemini a ChatGPT, a Grok e così via.

A completare il quadro è giunta poi la notizia, riportata fra gli altri dal Wall Street Journal che cita fonti vicine al dossier, secondo la quale OpenAI, la casa di ChatGPT, ha firmato un contratto da ben 300 miliardi di dollari in 5 anni per la fornitura di potenza di calcolo da parte di Oracle.

Si tratta di uno dei contratti in cloud maggiori della storia, che proietta Oracle direttamente nell’Olimpo dei protagonisti dell’intelligenza artificiale e gli richiederà una capacità di ben 4,5 GW, più o meno l’elettricità che serve per 4 milioni di famiglie. Con prospettive così non poteva stupire che il titolo e la capitalizzazione di Austin volassero a Wall Street su nuovi record assoluti.

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Riequilibrati i corsi a fine seduta, a New York, Larry Ellison è tornato al secondo posto della classifica di Forbes, ma la fiammata di popolarità che lo ha illuminato si è tutt’altro che assopita. Si sono moltiplicate le biografie sul manager già molto influente alla Silicon Valley, ma meno popolare di Elon Musk.

Fondata Oracle negli anni Settanta come software house a tutto campo nell’ultimo anno il gruppo ha registrato una crescita irresistibile dovuta alle sue infrastrutture in cloud capaci di ospitare i modelli in intelligenza artificiale più esigenti.
Lo stesso Ellison affermava qualche mese fa che l’AI potrebbe essere un affare migliore della Rivoluzione Industriale e persino dell’energia elettrica: il più grande cambiamento tecnologico della storia insomma.

Dopo aver guidato come CEO Oracle per ben 37 anni, Larry Ellison nel 2014 ha preferito ripiegare sul ruolo di CTO del gruppo (Chief Technology Officer) e nel 2020 ne ha spostato la sede dalla California al Texas. Ancora oggi di Oracle controlla circa il 41% del capitale, anche se il CEO, come visto, è Safra Catz.

Ellison ovviamente siede nel consiglio di amministrazione di Oracle e ha frequentato spesso in passato lo stesso Musk (che ne parla molto bene) e Donald Trump, che ha visto diverse volte a Mar-a-Lago e allo Studio Ovale. Nel contesto del caso Tik-Tok, che potrebbe essere venduta dalla cinese ByteDance per questioni di sicurezza nazionale, sono emerse forti indiscrezioni su un possibile intervento proprio di Oracle.
Appena lo scorso marzo Politico rendeva conto di un’accelerazione del confronto tra Ellison e Trump su questo tema, anche se poi non è emerso nulla di concreto.
In passato Ellison ha inoltre finanziato in maniera consistente Benjamin Netanhyau e l’esercito israeliano.

Ellison è famoso anche per la vita agiata che conduce tra lusso e yacht. Possiede un’isola hawaiana, Lanai, dove ha insediato un resort esclusivo For Seasons per super-ricchi: si tratta solo di una fetta di un ricco patrimonio immobiliare da oltre 1 miliardo di dollari.

Il figlio di Larry David Ellison ha portato a termine lo scorso agosto la maxi-fusione del cinema tra Skydance Media e Paramount Global, creando un colosso dei media con brand come CBS, MTV e la stessa Paramount, in poche parole ha messo il cappello su una delle istituzioni più iconiche di Hollywood. Con il supporto della RedBird Capital di Gerry Cardinale e un coinvolgimento finanziario importante del padre Larry.