SpaceX verso un'IPO da record

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
6 min

La società di Musk potrebbe valere 800 miliardi di dollari, si valuta una quotazione l'anno prossimo. Potrebbe far bene anche Stmicroelectronics, ecco perché

SpaceX verso un'IPO da record
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SpaceX potrebbe volare anche a Wall Street. La società di Elon Musk che da anni fa parlare dei suoi successi spaziali punta decisamente molto in alto, forse su Marte e anche la Borsa di New York potrebbe farle da trampolino di lancio.

Secondo alcuni sarebbe questo l’obiettivo dell’IPO: raccogliere risorse per rilanciare la corsa verso Marte, un target che è anche un sogno, un’ambizione che è anche un investimento. Così 800 miliardi di dollari di valutazione non sembrano pochi, soprattutto se si considera che non molto tempo fa giravano valutazioni sotto i 400 miliardi di dollari, quindi decisamente più basse.

SpaceX, le conferme dopo i rumors

Ma andiamo per ordine. Il CFO Bret Johnsen è un pilastro di SpaceX, ci lavora da 14 anni, ossia dal 2011 quando giunse da Broadcom dopo il quarto anno di seguito di redditività di SpaceX e il superamento di 3 miliardi di dollari di contratti con la NASA e dei 40 lanci, quando già SpaceX impiegava 1.300 dipendenti.

Bene, Johnsen in una lettera ai dipendenti ha rivelato un accordo in base al quale vecchi e nuovi investitori e la stessa SpaceX compreranno fino a 2,56 miliardi di dollari di azioni da azionisti ‘elegibili’ a 421 dollari ad azione: “Stiamo preparando la società per una possibile quotazione nel 2026”, ha aggiunto Johnsen. Il manager però ha anche sottolineato che ci sono ancora diverse incertezze, ovviamente, sull’esito dell’eventuale quotazione e sulle valutazioni possibili, pur ammettendo che “un’offerta pubblica [leggi quotazione/IPO] potrebbe raccogliere un ammontare significativo di capitale”.

In parte si tratta di una conferma: il 5 dicembre, 10 giorni fa, il Wall Street Journal avevano parlato proprio di una vendita secondaria di azioni in vista dell’IPO nel 2026 per una valutazione complessiva di 800 miliardi di dollari. In quei giorni Johnsen aveva parlato di possibile IPO, ma senza fare cifre.

La valutazione di 800 miliardi era nei rumors raccolti dal WSJ e separatamente da The information e implicava decisamente un balzo in avanti, visto che appena a luglio una vendita di titoli dei dipendenti aveva stimato SpaceX sui 400 miliardi di dollari, il 16% in più di un anno prima, ma decisamente meno delle cifre che circolano adesso.

SpaceX, potrebbe essere un'IPO da record

In realtà l’ipotesi di una valutazione da 800 miliardi potrebbe rivelarsi persino ingenerosa, visto che sono girate sul mercato voci su una probabile quotazione oltre il trilione di dollari (mille miliardi) e appena all’inizio della scorsa settimana Bloomberg aveva pubblicato un rapporto in cui sosteneva che SpaceX potrebbe valere anche 1.500 miliardi di dollari e preparare una quotazione da oltre 30 miliardi di dollari di raccolta che supererebbe il record della compagnia petrolifera Saudi Aramco da 29,4 miliardi di dollari del 2019.

Musk potrebbe insomma riportare negli Stati Uniti l’IPO del secolo e soprattutto ottenere risorse preziose per i suoi piani ambiziosi.

SpaceX, ricavi attesi oltre i 15 miliardi quest'anno

Di SpaceX si sanno alcune cose, per esempio lo scorso 3 giugno sul suo X Elon Musk ha sottolineato che nel 2026 i ricavi commerciali di SpaceX dallo spazio supereranno l’intero budget della NASA, una pietra miliare cui contribuiranno quest’anno ricavi 2025 attesi intorno ai 15,5 miliardi di dollari dei quali 1,1 miliardi di dollari provenienti dalla Nasa. Cifre interessanti ma da contestualizzare nell’ambito dello scontro con il presidente Usa Donald Trump che in quei giorni minacciava di tagliare tutti i contratti miliardari del governo con il patron delle Tesla e di SpaceX.

L’anno prossimo comunque potrebbe essere la volta di Wall Street, anche perché se le dichiarazioni del CFO Johnsen pongono esplicitamente l’opzione IPO sul tavolo, già nel 2020 Musk aveva annunciato che nel giro di qualche anno avrebbe quotato SpaceX, quando i ricavi si sarebbero fatti più stabili e prevedibili. Guarda caso qualche mese fa li ha previsti.

Ora si parla di bake-off, ossia della infornata delle offerte delle banche di investimento, dalla prossima settimana, per comprare i titoli di SpaceX in vendita. Musk è il maggiore azionista di SpaceX con circa il 40% del capitale, ma nella compagine azionaria dal 2015 almeno sono presenti anche Alphabet (la casa di Google) e Fidelity Investments che allora investirono un miliardo di dollari nel 10% di SpaceX.

La compagnia già starebbe inoltre selezionando le banche che dovranno fornire la consulenza per l’IPO.

SpaceX, dalle navi spaziali e alle telecomunicazioni

Gli americani di SpaceX hanno completato 591 missioni e 551 atterraggi, con la rivoluzione del recupero e del riuso dei razzi lanciatori che prima andavano perduti che si si è trasformato, oltreché in un risparmio di costi che ha rivoluzionato l’industria spaziale globale, anche in un fenomeno mediatico con milioni di spettatori nel mondo davanti agli schermi per osservare l’atterraggio dei razzi della società.

Se la famiglia dei Falcon 9 e il dimostratore Grasshopper hanno introdotto questa nuova epoca dei lanci nel secondo decennio di questo millennio (tra 2011 e 2012), adesso l’attenzione mondiale e la mission di un’”umanità multiplanetaria” si concentrano sul Sistema Starship, il sistema spaziale che dovrebbe trasportare uomini e merci in orbita terrestre, sulla Luna, su Marte e oltre… Circa 123 metri di altezza, 9 metri di diametro e una capacità di 100-150 tonnellate pienamente riusabili.

Oltre al “Super Heavy Rocket” riusabile da 71 metri, per 9 di diametro e 3.400 tonnellate di capacità di combustibile, si sottolineano i motori 3 Raptor metano-ossigeno del diametro di 1,3 metri ciascuno e i 3 Raptor Vacuum (RVAC) del diametro di 2,3 metri per aumentare l’efficienza nello spazio.
Tutto al servizio della Starship da 52 metri di altezza e 9 di diametro che potrà caricare 100-150 tonnellate e ospitare gli astronauti e il loro carico. Dovrebbe riportare l’uomo sulla Luna e spingerlo anche oltre.

Ma c’è anche l’internet veloce nello spazio di Starlink ad arricchire il business di SpaceX, costellazioni di microsatelliti che stanno cambiando le telecomunicazioni mondiali, oltre 10 mila satelliti nello spazio, oltre 8 milioni di utenti e terminali e la dichiarazione di oltre 20 mila terminali al giorno per la spedizione ai clienti in più di 150 Paesi. Secondo diversi osservatori sarebbe proprio Starlink ormai la maggiore fonte di ricavi del gruppo. Payload Space ha stimato che nel 2023 tutta SpaceX avrebbe registrato ricavi da 8,7 miliardi di dollari con utili da 3 miliardi e nel 2024 il giro d'affari avrebbe fatto un balzo di oltre il 50% a 13,3 miliardi con utili da 4,5 miliardi di dollari. Proprio questa ricerca valuta in 8,2 miliardi nel 2024 l'apporto ai ricavi di Starlink contro i 4,2 miliardi di dollari di ricavi da lanci e altri 720 milioni di altre revenue.

SpaceX, perché ci guadagna anche SpaceX

Stamattina alza la mano anche Stmicroelectronics, che festeggia dieci anni di collaborazione con SpaceX e con la sua divisione Starlink.

Aiuta appunto anche la franco-italiana STM che fornisce miliardi di prodotti l’anno con la co-progettazione di chip chiave in Francia e in Italia, la produzione dei prodotti in Francia e package e test tra Malesia e Malta. Remi El-Ouazzane, presidente della divisione di STM dedicata a Microcontrolli, Digital IC e prodotti RF (MDRF), che comprende tutti i circuiti integrati digitali e i microcontrollori di ST (automotive compreso), i circuiti in radiofrequenza, gli ADAS (Advanced Driver Assistance Systems), ha sottolineato l'importanza di questa partnership a conferma delle competenze anche spaziali di ST.

Ma il prossimo boost probabilmente sarà a Wall Street.

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