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La BCE cessa gli acquisti diretti di titoli italiani, ponendo una sfida per i BTP

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
8 min

Moody's posticipa l'aggiornamento del rating sovrano dell'Italia. La BCE smette di sostituire le obbligazioni italiane e interrompe gli acquisti diretti di titoli di Stato.

La BCE cessa gli acquisti diretti di titoli italiani, ponendo una sfida per i BTP

Moody's posticipa l'aggiornamento del rating dell'Italia, mentre Fitch e S&P confermano le loro valutazioni

Moody's ha deciso sabato di posticipare l'aggiornamento del rating sovrano dell'Italia, insieme ad altri emittenti come Malta e la città di Zagabria, nonostante fosse programmato per quella giornata.

Questa decisione è stata molto attesa, poiché Fitch e S&P avevano confermato le loro valutazioni. Nel frattempo, il rating del Portogallo è stato confermato da Moody's a Baa2, ma l'outlook è stato migliorato da stabile a positivo.

La classificazione della Repubblica italiana da parte di Moody's rimane quindi per ora Baa3

La classificazione della Repubblica italiana da parte di Moody's rimane quindi per ora Baa3 con outlook negativo. Questo significa che l'Italia mantiene un grado di investimento ma con un outlook che indica una potenziale degradazione del rating in futuro.

L'outlook negativo suggerisce che Moody's ha delle preoccupazioni riguardo alla situazione economica e finanziaria del paese, e potrebbe considerare un taglio del rating nel prossimo aggiornamento.

È importante notare che la valutazione di Moody's influisce sull'accesso ai finanziamenti e sui costi del debito per il governo italiano, oltre a poter influenzare la fiducia degli investitori.

Pertanto, il mantenimento della classificazione Baa3 con outlook negativo sottolinea la necessità di continuare a monitorare attentamente la situazione economica e adottare politiche adeguate per affrontare le sfide attuali e migliorare la stabilità finanziaria del paese.

L'annuncio di Moody's genera interesse nel mercato finanziario

L'annuncio di Moody's di posticipare l'aggiornamento del rating sovrano dell'Italia ha suscitato un certo interesse e curiosità nel mercato finanziario.

Dopo le conferme da parte di altre agenzie di rating, gli investitori erano interessati a conoscere la valutazione di Moody's sull'Italia.

La decisione di posticipare potrebbe riflettere una maggiore prudenza da parte dell'agenzia o una necessità di valutare ulteriormente gli sviluppi economici e finanziari del paese.

Nel frattempo, il miglioramento dell'outlook del Portogallo indica una maggiore fiducia nell'economia del paese, che potrebbe influenzare positivamente gli investimenti e le prospettive future.

Gli investitori rimarranno vigili e attenti a eventuali aggiornamenti futuri sul rating sovrano dell'Italia da parte di Moody's.

La BCE smette di sostituire le obbligazioni italiane e interrompe gli acquisti diretti di titoli di Stato

Dopo il mancato aggiornamento del rating da parte di Moody's, che attualmente si trova a un passo dal grado di "junk" per il debito italiano, i BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) si preparano ad affrontare una nuova sfida.

A partire dal primo luglio, la Banca Centrale Europea (BCE) inizierà a ridurre il proprio bilancio e smetterà di sostituire le obbligazioni che giungono a scadenza e le relative cedole incassate.

Questa decisione della BCE arriva dopo aver già interrotto gli acquisti diretti di titoli di Stato italiani.

Il programma Pepp può indirettamente acquistare titoli di Stato italiani

È importante sottolineare che, nonostante la cessazione degli acquisti diretti di titoli di Stato italiani nel programma App (Asset Purchase Programme), i riacquisti continueranno a essere effettuati nel contesto del piano emergenziale Pepp (Pandemic Emergency Purchase Programme).

Tuttavia, il Pepp è progettato per far fronte alle conseguenze economiche della pandemia di COVID-19 e non è specificamente mirato all'acquisto di titoli di Stato.

Questa distinzione è rilevante poiché l'acquisto di titoli di Stato attraverso il programma App era considerato un meccanismo di sostegno diretto al finanziamento dei governi dell'Eurozona.

Con la fine di tale programma, la BCE si sta concentrando sul Pepp per fornire liquidità e mantenere condizioni di finanziamento favorevoli durante la crisi pandemica.

E' importante notare che il Pepp può ancora contribuire indirettamente all'acquisto di titoli di Stato, in quanto gli acquisti possono avvenire attraverso l'acquisto di obbligazioni societarie e strumenti finanziari collegati, che potrebbero includere anche titoli di Stato.

Pertanto, pur non essendo il principale obiettivo del programma, i titoli di Stato italiani potrebbero comunque beneficiare dell'intervento della BCE attraverso il Pepp.

La fine degli acquisti diretti della BCE potrebbe mettere a dura prova i BTP italiani

La fine degli acquisti diretti nel contesto del programma App rappresenta comunque un cambiamento significativo nella politica monetaria della BCE e richiederà un'attenta gestione da parte delle autorità italiane.

Sarà importante che l'Italia mantenga una posizione di solidità finanziaria e lavori per rafforzare la fiducia degli investitori, al fine di garantire condizioni di finanziamento sostenibili per il proprio debito pubblico.

La riduzione del bilancio della BCE e la cessazione delle sostituzioni delle obbligazioni rappresentano un cambiamento significativo nella politica monetaria, il che potrebbe avere un impatto sui tassi di interesse e sulla domanda per i BTP italiani.

L'assenza di un ulteriore sostegno diretto dalla BCE potrebbe mettere a dura prova i BTP italiani, poiché ci si aspetta che la riduzione del bilancio influenzi l'offerta di titoli sul mercato.

Questo potrebbe portare a un aumento dei rendimenti dei BTP, rendendo il finanziamento del debito italiano più costoso.

Il quantitative tightening rappresenta una sfida per i titoli italiani

Il fenomeno del quantitative tightening (QT) rappresenta una sfida significativa per i mercati, compresi i titoli italiani. Il QT si riferisce alla riduzione del bilancio della Banca Centrale Europea (BCE) e alla cessazione degli acquisti di titoli, il che comporta una diminuzione della domanda di titoli sul mercato.

Quando la BCE smetterà di rimpiazzare le obbligazioni che giungono a scadenza e interromperà gli acquisti diretti di titoli di Stato italiani, si creerà un vuoto nella domanda di questi titoli sul mercato.

Sarà quindi necessario che altri investitori, come istituzioni finanziarie, investitori privati o investitori esteri, sostituiscano questa domanda mancante.

La riduzione del bilancio della BCE influenzerà i tassi di interesse e la domanda per i BTP italiani

La reazione dei mercati alla decisione annunciata dalla BCE il 4 maggio sembra indicare che gli investitori avevano già incorporato questa prospettiva nei loro prezzi.

Di conseguenza, gli spread dei titoli italiani, che rappresentano il differenziale di rendimento tra i titoli italiani e quelli di riferimento come i titoli tedeschi, non hanno subito un'ampia variazione o una significativa volatilità.

Tuttavia, nonostante la relativa tranquillità finora osservata, è importante mantenere una stretta osservazione sui possibili effetti del QT sui titoli italiani e sul mercato in generale.

Sarà fondamentale valutare se altri investitori saranno disposti a rimpiazzare la domanda mancante di titoli e come ciò potrebbe influire sui rendimenti dei titoli italiani e sugli spread.

Inoltre, gli sviluppi futuri nell'economia italiana, come l'andamento del debito pubblico, la crescita economica e la situazione politica, potrebbero influenzare la fiducia degli investitori e la loro volontà di investire nei titoli italiani.

Pertanto, sarà cruciale per l'Italia mantenere politiche economiche solide e promuovere la stabilità per garantire condizioni di finanziamento sostenibili anche in un contesto di QT.

La gestione dei mancati reinvestimenti della BCE sui BTp italiani richiede attenzione

L'analisi condotta da UniCredit evidenzia che nel 2023 gli asset complessivi detenuti dalla Banca Centrale Europea (BCE) attraverso i programmi di riacquisto subiranno una diminuzione di circa 210 miliardi di euro, con una riduzione di 165 miliardi di euro solo per i titoli di Stato.

Questa riduzione rappresenta circa il 6,5% degli asset totali, un ritmo inferiore rispetto a quello attuato dalla Federal Reserve e dalla Banca d'Inghilterra.

Tuttavia, l'attenzione si sposta sulla questione di come saranno redistribuiti i reinvestimenti e quanti riguarderanno i titoli di Stato italiani.

Inoltre, sorge la domanda su chi potrà sostituire il ruolo precedentemente svolto dalla Banca Centrale come acquirente di ultima istanza.

Secondo le stime di UniCredit, entro la fine dell'anno, i titoli pubblici italiani che necessitano di essere rimpiazzati ammontano a circa 23 miliardi di euro, con il rischio che questa cifra possa aumentare dato che i rimborsi dei titoli di Stato sono particolarmente abbondanti nella seconda metà dell'anno.

Commerzbank, invece, prevede che nel secondo semestre del 2023 i mancati reinvestimenti della BCE per il Tesoro italiano potrebbero raggiungere circa 26 miliardi di euro, pari al 24% dell'offerta lorda prevista per quel periodo.

Anche se cifre significative, Germania, Francia e Spagna sembrano avere un'incidenza percentuale minore rispetto all'Italia, mettendole relativamente più al riparo da possibili sorprese.

In termini di gestione, ottobre sembra essere il mese più complesso, con circa 52 miliardi di euro di titoli ex-BCE che dovranno trovare nuovi acquirenti in tutta la zona euro, seguito da luglio con 31 miliardi di euro.

Per quanto riguarda i BTp, Commerzbank ritiene che le quantità stimate non siano particolarmente allarmanti, considerando il modo agevole con cui il mercato ha assorbito un'offerta netta positiva ancora più consistente nel primo trimestre, registrando perfino un rally rispetto ai Bund (i titoli di Stato tedeschi).

In sostanza, l'impatto dei mancati reinvestimenti della BCE sui BTp italiani è da tenere sotto osservazione, ma le valutazioni iniziali sembrano indicare una relativa resilienza del mercato italiano nel gestire questa situazione.

Tuttavia, sarà importante monitorare attentamente l'evoluzione del mercato e la capacità di altri investitori di sostituire la domanda precedentemente garantita dalla Banca Centrale.

Le grandi banche riducono l'esposizione nel secondo semestre, mentre le medie e piccole possono diventare venditrici nette

L'analisi di Commerzbank evidenzia che l'influenza delle grandi banche è stata significativa nella prima metà del 2023.

Tuttavia, la banca lancia due avvertimenti: le grandi banche tendono a ridurre l'esposizione nella seconda metà dell'anno, soprattutto verso la fine dell'anno, mentre le banche di medie e piccole dimensioni potrebbero diventare venditrici nette per gestire i prossimi rimborsi dei finanziamenti Tltro (Targeted Longer-Term Refinancing Operations).

La restituzione dei finanziamenti Tltro vede l'Italia in prima fila

La restituzione dei finanziamenti Tltro concessi dalla BCE a condizioni favorevoli, prevista a giugno e ammontante a 477 miliardi di euro a livello continentale, vede l'Italia in prima fila sia in termini di ammontare da restituire che perché è l'unico Paese in cui le banche hanno più fondi Tltro in circolazione rispetto alla liquidità in eccesso, pari a circa 60 miliardi di euro.

Di conseguenza, c'è il rischio che alcune banche, oltre a cercare alternative tramite operazioni di rifinanziamento ordinarie della BCE o la raccolta di fondi sul mercato dei capitali, siano costrette a disfarsi dei titoli italiani.

Questo scenario indica che potrebbe esserci una pressione aggiuntiva sui titoli di Stato italiani, poiché alcune banche potrebbero essere costrette a vendere tali asset per gestire le restituzioni dei finanziamenti Tltro.

È importante monitorare attentamente come le banche si comportano nel contesto dei rimborsi e come ciò potrebbe influenzare il mercato dei titoli italiani.