Borsa oggi: Campari finanzia Courvoisier e continua a calare in Borsa
pubblicato:Collocamento (a sconto) misto di azioni e bond convertibili: è la prima volta per il colosso del beverage che perde di nuovo terreno a Piazza Affari. Due le incertezze maggiori per il 2024

Borsa oggi: Campari pggior titolo del FTSE Mib
Seduta in netto calo oggi per Campari, ma non è la prima. Il motivo è strettamente matematico. La società dei liquori ha collocato 650 milioni di euro di azioni con un accelerated bookbuilding (ABB, in pratica fuori mercato) a un prezzo di 9,33 euro ciascuna. Ieri i corsi valevano 9,926 euro in chiusura e quindi in queste ore l’azione perde il 5,54% e si riporta a 9,376 euro.
Un adeguamento insomma all’ultima valutazione dell’operazione di ABB.
In realtà il titolo di Campari è in solido calo dallo scorso luglio, quando un doppio massimo in area 12,95 ha avviato un trend ribassista ancora indiscusso a oggi. Gli affondi di oggi confermano anzi il rischio di ritorni in zona 9 euro e quindi a 8,61, sui minimi dell’ottobre 2022, ma ammesso che questo percorso sia confermato, sicuramente ci saranno rimbalzi e consolidamenti nel frattempo.
Una novità però con l’operazione annunciata al mercato c’è stata.
Borsa oggi: Campari, l'operazione per finanziare Courvoisier
Premessa: i 650 milioni circa servono a finanziare l’operazione del 2023, l’acquisto monstre di Courvoisier, la “più premiata” delle big four del cognac pagata non poco: 1,22 miliardi di euro circa in termini di EV ($ 1,32 mld) pari a un multiplo EV/EBIT di circa 17x e un EV/Vendite (2022) di 5,3x.
L’operazione Courvoisier è tutta a debito, è stata coperta inizialmente con un finanziamento “ponte” da 1,2 miliardi di euro a 24 mesi cui hanno contribuito Credit Agricole, Intesa, BofA, GS e Mediobanca.
Il debito del gruppo passa da 2,6 volte l’ebitda rettificato al 30 settembre a ben 4 volte, ma poi dovrebbe calare. La novità di oggi?
Il collocamento di azioni è affiancato all’emissione di obbligazioni convertibili “senior unsecured” in scadenza al 2029 per 550 milioni di euro ed è la prima volta che Campari promuove un’offerta combinata di nuove azioni e obbligazioni nella propria storia.
Se si sommano i proventi di 650 milioni dalle azioni ai 550 milioni delle obbligazioni si ottengono gli 1,2 miliardi di euro che servono per Courvoisier.
Non è un deal da poco. Le azioni collocate sono pari al 5,6% del capitale di Campari (praticamente la perdita in Borsa di queste ore) e le convertibili spuntano un tasso molto interessante, ma per gli istituzionali che possono spendere 100 mila euro a bond: 2,375% annuo, da pagare semestralmente.
Per capire quanto è poco, basta pensare che il BTP 5 anni italiano paga il 3,23%, ma c’è un motivo.
Il prezzo di conversione iniziale delle obbligazioni è infatti di € 12,3623 e incorpora un premio del 32,5% sul prezzo di riferimento delle azioni, inteso come il prezzo di collocamento delle azioni nell’ambito del collocamento delle nuove azioni e del Delta Placement Contestuale. In altre parole i 12,36 euro che si potranno ottenere (a nastri fermi) dalla conversione sono il 32,5% dei 9,33 euro del collocamento di azioni appena fatto, senza dubbio un bel guadagno. Ma sarà possibile solo dal 7 febbraio 2027 e a determinate condizioni. Ma torniamo al gruppo e alle sue prospettive
Borsa oggi: Campari, le incertezze
Due sono le grosse incertezze con cui il titolo di Campari si confronta: la convenienza effettiva dell’acquisizione di Courvoisier e il cambiamento storico della governance che vede il passaggio, dopo 17 anni di successi e di crescita anche per linee esterne, dello scettro di CEO da Bob Kunze-Concewitz a Matteo Fantacchiotti.
Kunze-Concewitz ha triplicato negli anni vendite e redditività, dal 2007 ha promosso 27 acquisizioni investendo 3 miliardi di euro, in pratica ha creato (finanziariamente e industrialmente) la Campari di oggi ed è normale che Fantacchiotti finisca all’attenzione dei mercati.
Il manager ha guidato la business unit Asia-Pacifico e ha lavorato in colossi come Nestlé, Diageo e Carlsberg. Sarà affiancato da Kunze-Concewitz fino al prossimo aprile e le sue sfide saranno veramente globali.
Courvoisier infatti registra il 60% delle vendite negli Stati Uniti e il rimanente 25% da Regno Unito e Cina (quest’ultima copre l’8% delle vendite). Courvoisier è il cognac più economico tra i grandi, circa 30 dollari per 75 cl, ma sta soffrendo la concorrenza sui prezzi di Hennessy che è scesa a 50 dollari.
Strategica sarà la Cina dove l’invecchiamento minaccia i volumi di vendita ma Courvoisier ha solo l’1% del mercato (dominano Martell, Remy Cointreau ed Hennessy) pur coprendo con esso l’8% delle vendite del gruppo. L’accordo con Camus (che ha le sue stesse piccole quote di mercato) per la distribuzione esclusiva cinese potrebbe regalare qualche sorpresa positiva.
Va inoltre detto che nel portafoglio di Campari, dopo gli aperitivi, il ramo tequila/mezcal e il bourbon, il cognac di Courvoisier fornirà la quarta gamba con un 8% di peso sulle vendite complessive. Nell’ambito ovviamente di quel percorso verso i prodotti premium intrapreso da tempo.
Senza considerare che le munizioni per nuove acquisizioni di Campari nel mondo non sono affatto finite (Barclays le stimava in 20-25 miliardi di euro a dicembre) e si potrebbero vedere quindi ulteriori estensioni del perimetro del gruppo in un anno che, se crisi sarà, potrebbe essere benefico per il settore del beverage.
Detto questo il grafico, per valutare eventuali occasioni di ingresso come quella fornita dal gap down di oggi, andrà studiato con cura. Il titolo quota con un P/E ordinario TTM di 32,1x che non è economico.
Ma la società, va detto, resta ancora relativamente poco indebitata e gode di strutturali e imponenti flussi di cassa in una fase in cui il destocking del dopo Covid si attenua e la domanda potrebbe ripartire.
Borsa oggi: cosa indica il grafico di Campari
Il grafico di Campari evidenzia come il titolo abbia violato nella seduta odierna la linea di tendenza che univa i minimi da ottobre, attualmente a 9,78 circa. Il breakout appare probabile che possa essere confermato anche in chiusura di seduta, considerato che attualmente il titolo si muove nei dintorni di 9,35 euro.
Il segnale sembra dare continuità al trend negativo degli ultimi mesi, circostanza che proietta obiettivi sui bottom del 2022 in area 8,70. Conferme in caso di chiusura settimanale sotto 9,50, prossimo supporto a 9,10 circa.
Necessario il ritorno del titolo oltre quota 10,00 per smorzare le tensioni e prospettare un rimbalzo più duraturo.