Risiko, il rinvio di Mediobanca cambia ancora lo scenario
pubblicato:Slitta a settembre l'assemblea chiave di oggi sulla proposta per Banca Generali. Ennesimo colpo di scena nel settore bancario italiano

Un altro colpo di scena nel risiko bancario italiano. L’importantissima assemblea di Mediobanca prevista per oggi slitta al 25 settembre. I soci di Piazzetta Cuccia erano chiamati ad approvare o respingere l’offerta su Banca Generali, una proposta che prevede di creare un polo del wealth management dando in cambio la partecipazione storica del 13,1% di Generali.
All’ultimo momento, un consiglio di amministrazione domenicale ha deciso a larga maggioranza di rinviare l’assemblea. Si sarebbe espresso contro il consigliere Sandro Panizza e si sarebbe astenuta la vicepresidente Sabrina Pucci. Entrambi furono nominati nel 2023 dalla lista di Delfin, la holding degli eredi del Vecchio che con il 19,81% del capitale è il primo azionista di Mediobanca.
Il comunicato della banca di piazzetta Cuccia è giunto a meno di 24 ore dall’assemblea di oggi, alle 13:20 di domenica 15 giugno 2025 per l’esattezza, e accoglie in parte la richiesta di maggiori informazioni avanzata dal gruppo Caltagirone, ormai accreditato di una quota prossima al 10% del capitale di Mediobanca.
Mediobanca, il cda accoglie le richieste di alcuni soci
Ma restiamo al testo. La nota del consiglio di amministrazione di Mediobanca spiega che “alcuni soci, titolari di un investimento sia in Mediobanca sia in Assicurazioni Generali, hanno sottolineato l’esigenza di conoscere le valutazioni e l’orientamento di Assicurazioni Generali rispetto alla proposta di Mediobanca al fine di potersi esprimere nell’assemblea della stessa Mediobanca, anche considerando che l’adesione di Assicurazioni Generali è essenziale per il perfezionamento dell’operazione (vista la soglia minima irrinunciabile del 50+1% apposta da Mediobanca all’Offerta)”.
Mediobanca ricorda anche che la stessa Generali ha comunicato appena giovedì pomeriggio a mercato chiuso (il 12 giugno) di avere avviato “il processo volto a esaminare compiutamente la proposta avanzata da Mediobanca, nel pieno rispetto della procedura in materia di operazioni con parti correlate del Gruppo”.
In quella stessa occasione il Leone aveva dichiarato di volere esaminare “tutte le implicazioni commerciali, economiche e di valore dell'offerta proposta, che andrebbe a definire una partnership con un primario leader nel settore del Wealth Management”.
Ossia Generali si prepara a valutare non soltanto se accettare il 6,5% del capitale proprio proposta da Mediobanca in cambio del 50% circa del capitale di Banca Generali, ma anche l’accordo successivo con il nuovo polo del wealth management Mediobanca/Banca Generali del quale diventerebbe partner nel campo bancassurance, dell’asset management e dell’insure-banking.
Mediobanca aveva lasciato trapelare che i dettagli di tali partnership industriale non rientrerebbero nelle prerogative dell’assemblea, ma alla fine avrebbe prevalso la pressione degli azionisti per una maggiore chiarezza sull’orientamento della stessa Generali, una componente d’altronde basilare per il successo dell’operazione.
Il management ha quindi deciso di aspettare l’esito delle valutazioni di Generali prima di rivolgersi agli azionisti per un via libera, che a questo punto potrebbe diventare superfluo.
Mediobanca, all'assemblea di oggi a rischio la maggioranza per il via libera su Banca Generali
Un’altra lettura (non necessariamente contraddittoria) riguarda invece gli assetti azionari della stessa Mediobanca e le maggioranze previste in oggi in assemblea.
Il management guidato dal CEO Alberto Nagel avrebbe infatti realizzato all’ultimo che la maggioranza in assemblea a favore dell’offerta di scambio su Banca Generali vacillava.
Si rischiava che circa il 43% del capitale di Mediobanca su un’affluenza prevista all’80% circa del capitale votasse contro o si astenesse (con eguale effetto) al consesso dei soci in calendario per oggi.
Infatti nelle ultime settimane il rastrellamento delle azioni di Mediobanca non sfuggito agli osservatori di Piazza Affari avrebbe spostato gli equilibri.
Oggi all’assemblea si rischiava non soltanto il voto contrario, già previsto del gruppo Caltagirone - che sarebbe a ridosso del 10% - e l'astensione di Delfin (19,81%), ma anche l’astensione delle casse previdenziali Enpam, Enasarco e Cassa Forense, che ormai complessivamente sarebbero oltre il 5% del capitale, e di Unicredit che, secondo la Repubblica di oggi, avrebbe costruito una posizione di quasi il 4% (tra una quota diretta dell’1,92% e una indiretta del 2% circa tramite Jefferies e JP Morgan).
Si sarebbero potuti astenere oggi, in attesa di maggiori informazioni anche i Benetton con il 2,2% e forse alcuni dei pattisti meno allineati.
Il raggiungimento del 50% più un voto del capitale presente era insomma a rischio a il cda, veramente all’ultimo momento ha deciso di rinviare.
Mediobanca, la palla adesso passa ad MPS
A questo punto la palla passa ad MPS e alla sua offerta di scambio su Mediobanca che si potrebbe materializzare prima della prossima assemblea di Piazzetta Cuccia e potrebbe quindi cambiarne radicalmente la prospettiva e renderla persino inutile.
L’offerta di MPS su Mediobanca dovrebbe materializzarsi tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. Le sue tempistiche hanno sempre giocato contro il piano alternativo di Nagel sul polo Mediobanca-Banca Generali da contrapporre alle mire senesi.
Adesso i tempi sembrano ancora più sfavorevoli e a fine settembre Mediobanca potrebbe essere già passata sotto il controllo di MPS o averne evitate le mire, insomma la passivity rule che impone l’assemblea di Mediobanca per l’operazione di Banca Generali potrebbe in un senso o nell’altro decadere per la data del prossimo consesso.
Ma il quadro non è ancora comunque del tutto chiaro, soprattutto perché incombono i pareri di diverse autorità e anche indagini, come quella della Procura di Milano sulla cessione a novembre del 15% di MPS da parte del Tesoro, quell’operazione con cui Caltagirone e Delfin rilevarono il 3,5% ciascuno di Banca MPS e con cui si posero (o almeno consolidarono) le basi per la successiva offerta di scambio su Mediobanca.
Il quadro è insomma in decisa evoluzione e nuovi colpi di scena potrebbero ancora spiazzare il mercato.