Mediobanca, Caltagirone chiede un rinvio dell'assemblea

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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L'imprenditore chiede i dettagli dell'accordo futuro tra Generali e Mediobanca. Donnet intanto difende il progetto con Natixis (che Caltagirone boccia)

Mediobanca, Caltagirone chiede un rinvio dell'assemblea

 

Cresce ancora lo scontro in Mediobanca in vista dell’assemblea del prossimo 14 giugno chiamata a deliberare sull’offerta di scambio promossa su Banca Generali. Anzi ieri a mercato chiuso in un durissimo comunicato Francesco Gaetano Caltagirone, accreditato di una quota del 7,4% circa di Mediobanca (che però nelle scorse sedute potrebbe essere salita fino a sfiorare il 10%), ha chiesto allo stesso consiglio di amministrazione della banca guidata dall’ad Alberto Nagel di rinviare l’assemblea perché non ci sarebbero elementi informativi adeguati e sufficienti per valutare l’offerta.

Mediobanca, Caltagirone solleva il nodo dei rapporti futuri con Generali

In particolare Caltagirone ha fatto un esplicito riferimento alla Relazione illustrativa dello stesso consiglio di amministrazione di Mediobanca all’operazione. Mediobanca prevede sì di scindere il legame azionario con Generali dandole le proprie quote della compagnia assicurativa in cambio delle azioni di Banca Generali, ma prevede comunque che all’indomani del deal il nuovo gruppo Mediobanca-Banca Generali stringa una forte partnership industriale con la stessa Generali. Il nuovo polo del wealth management di Nagel dovrebbe insomma comunque collaborare nella banqueassurance, nell’asset management e nell’insure-banking con Generali tramite degli accordi industriali.

Di più su questi accordi industriale la relazione del board di Mediobanca rivolta ai propri azionisti – tra i quali lo stesso Caltagirone – per l’assemblea del 14 giugno non dice e su questo si incentrano le critiche di Caltagirone che afferma che la conoscenza di tali accordi è un “elemento irrinunciabile dell’offerta” e sarebbe anche indispensabile per la permanenza dei promotori di Banca Generali che dovrebbero essere informati su obblighi, garanzie e rimedi regolati nei rapporti tra Generali e Banca Generali.

La mancanza di tali informazioni insomma configurerebbe - secondo Caltagirone - la richiesta all’assemblea dei soci di Mediobanca di una sorta di delega ‘in bianco’ per il cda, una discrezionalità che, aggiunge il finanziere (che si esprime tramite il cda della società VM 2006 Srl del Gruppo Caltagirone), richiederebbe ua esplicita previsione statutaria.

In questo contesto la società di Caltagirone VM 2006 Srl annuncia anche che si rivolgerà alla Consob per chiedere “piena, integra e tempestiva informazione al mercato”. La posizione sarebbe condivisa, secondo i rumors raccolti dal Corriere della Sera, anche Delfin, la holding degli eredi Del Vecchio con poco meno del 20% del capitale di Mediobanca.

Mediobanca, il cda difende il percorso stabilito

Al contrario la risposta informale fatta filtrare dal cda di Mediobanca già ieri sera sarebbe di avviso opposto. I manager di Mediobanca riterrebbero che i dettagli degli accordi di distribuzione non rientrerebbero nelle prerogative dell’assemblea degli azionisti. Anzi l’assemblea stessa è stata convocata soltanto per via della passivity rule imposta dall’annuncio di un’offerta di MPS sulla stessa Mediobanca e, come rivela anche Radiocor citando fonti vicine al dossier, secondo il management di Mediobanca la richiesta di un posticipo dell’assemblea confermerebbe “l’evidente conflitto di interessi del socio Caltagirone presente sia nell’azionariato di Mediobanca, che di Generali, che di MPS”.

Mediobanca, intanto Donnet difende i piani di Generali con Natixis

In definitiva quindi gli attriti crescono ancora. Fra l’altro va segnalato che proprio oggi la Repubblica ha pubblicato una lunga intervista a Philippe Donnet, amministratore delegato di Generali fresco di riconferma alla guida della compagnia assicurativa triestina. L’ad come il presidente Andrea Sironi e gran parte del consiglio di amministrazione proviene dalla lista presentata dalla stessa Mediobanca per l’assemblea dello scorso 24 aprile. Lista vincente contro quella di minoranza presentata dallo stesso Caltagirone tramite la solidità VM 2006.

Oggi Donnet ribadisce la richiesta di indipendenza di Generali dalle mire di Caltagirone, rivendica il lavoro fatto finora con il sostegno di Mediobanca per la crescita della compagnia, ribadisce l’obiettivo di creare il primo asset manager europeo fondendo le attività di questo business con quelle di Natixis. L’operazione, sempre secondo Donnet, non metterebbe a rischio i 36 miliardi di titoli di Stato italiani in Generali e il risparmio nazionale. Ma il manager ammette che se il governo si dovesse mettere di traverso, l’operazione salterebbe.

Se abbiano parlato ieri anche di questo la premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron non è dato sapere ma intanto è importante tenere insieme questo piano di un colosso franco-italiano del risparmio gestito con le manovre di Caltagirone e Delfin sul dossier che da MPS passa per Mediobanca e arriva a Generali. Proprio Caltagirone qualche giorno fa – il 27 maggio – ha infatti confermato in una lunga intervista a Bloomberg tutta la propria avversione al piano Generali-Natixis. Secondo il manager con quest’operazione Generali cadrebbe “in mani sbagliate”, distruggerebbe una struttura costruita in due secoli per gestire il risparmio italiano in cambio di una partnership fragile con il polo del gruppo francese Bpce nella quale l’imprenditore scorge sinergie e benefici minimi.

Una visione insomma radicalmente opposta a quella di Donnet cui quest’ultimo risponde oggi. Ma nel frattempo lo scontro per ora si concentra su Mediobanca. E’ infatti essenziale per i piani del suo ad Nagel che alla prossima assemblea del 14 giugno passi il via libera all’offerta su Banca Generali. La record date di domani 5 giugno ha sostanzialmente chiuso i giochi in vista dell’eventuale riassetto azionario pre-assembleare.

Allo scontro vivo tra questi blocchi si aggiunge anche l’imponderabile: è infatti mancato Angelo Casò, lo storico presidente del patto di sindacato di Mediobanca che ne riunisce oggi l’11,87% del capitale e proprio oggi era chiamato a riunirsi in vista della prossima assemblea. I lavori forse andranno avanti con un sostituto.

Il meccanismo che sta muovendo gli assetti di Generali, Mediobanca, MPS, Banca Generali e una buona metà del risiko italiano resta carico di frizioni e di scontri che non si attenuano, ma si acutizzano con il passare dei giorni.