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Cina non cambia sul Covid-19. Il vaccino rimane protagonista

di Raffaele Rovati pubblicato:
3 min

Da Pechino progressi sul vaccino ma le proteste della popolazione nel weekend non bastano. In Cina non cambia la politica di tolleranza zero contro la pandemia di Covid-19.

Cina non cambia sul Covid-19. Il vaccino rimane protagonista

Dopo un weekend di proteste il governo di Pechino prende la parola in una conferenza stampa che spinge i mercati azionari della Cina. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano infatti il 2,31% e il 3,09% rispettivamente, a fronte di un rialzo del 2,14% per lo Shenzhen Composite. Vola Hong Kong: l'Hang Seng chiude in rally del 5,24% (rimbalzo del 6,20% per l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China).

Dopo le proteste la Cina non cambia la sua politica di tolleranza zero

La Cina, però, non cambia la sua politica di tolleranza zero nella gestione della pandemia di Covid-19. La conferenza stampa ha infatti come unico argomento il vaccino. Il tutto mentre per altro lunedì 28 novembre, secondo i dati del National Health Commission, è stato registrato il primo declino dell'ultima settimana nel numero di contagi.

Domenica centinaia di dimostranti si erano scontrati con la polizia a Shanghai ma le manifestazioni contro i lockdown e contro il presidente Xi Jinping si erano tenute anche nelle città di Wuhan e Chengdu e in numerosi campus universitari del Paese.

Successivamente le proteste si erano allargate anche a Hong Kong. La gran parte della popolazione della Cina sta dimostrando di essere sempre meno disponibile a sopportare le restrizioni imposte dal governo.

Solo qualche segnale di allentamento delle restrizioni sul Covid-19 in Cina

Nelle scorse settimane i mercati cinesi erano stati spinti in rally da continue indiscrezioni circa il possibile allentamento delle rigide regole imposte per contenere i contagi. Allentamento che finora non era mai arrivato e anzi in alcuni casi le restrizioni erano diventate persino più dure.

Dopo le proteste, però, senza alcun comunicato ufficiale da parte del governo centrale qualche segnale si è visto. L'amministrazione locale di Pechino ha annunciato che non installerà più cancelli per bloccare l'accesso ai complessi residenziali in cui vengono rilevati contagi e a Guangzhou è stata anticipato un passo indietro nel ricorso a test di massa per la popolazione.

Il governo, invece, ha parlato solo di vaccino che, come già in precedenza notato dagli economisti di Goldman Sachs, è il fattore cruciale per il ritorno della Cina alla normalità. "L'effettiva riapertura è ancora lontana poiché i tassi di vaccinazione degli anziani rimangono bassi e quelli di mortalità sembrano alti tra i non vaccinati", spiegava Hui Shan di Goldman.

In Cina il vaccino rimane protagonista per uscire dall'emergenza Covid-19

Per Shan la fine della politica di tolleranza zero è difficile possa concretizzarsi prima del secondo trimestre 2023. E tutto dipenderà proprio dai vaccini. Pechino ha annunciato che tra i cittadini over 80 il tasso di vaccinazione con booster è salito al 65,8% dal 40% dell'11 novembre.

Progresso significativo che tutto il mondo spera sia un passo avanti verso la fine dell'emergenza in Cina. Visto che i lockdown imposti in poli cruciali per l'economia globale come Shenzhen o Shanghai sono uno dei fattori che stanno contribuendo alla sempre più imminente recessione.