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Criptovalute: a che punto siamo?

di Enrico Dannapubblicato:

Come sta andando il mercato delle criptovalute? Vediamo di fare alcune riflessioni e capire qualcosa di più di questo mercato che, da una parte può ingolosire, dall’altra fare decisamente paura

Criptovalute: a che punto siamo?

Come sta andando il mercato delle criptovalute? E, nello specifico, quale è stato l’andamento degli ultimi mesi di sua maestà Bitcoin?

Di sicuro, la maggior parte dei risparmiatori ha sentito parlare o ha letto notizie sulle criptovalute: magari quando erano ai massimi, ovvero nemmeno un anno fa.

Vediamo di fare alcune riflessioni e capire qualcosa di più di questo mercato che, da una parte può ingolosire, dall’altra fare decisamente paura.

Criptovalute: sua Maestà Bitcoin

La criptovaluta per antonomasia, come ricordato in precedenza, è sicuramente il Bitcoin. Periodicamente ritorna ad essere sulla bocca di molti, se non di tutti. Capita che anche al bar si sentano narrare le mirabolanti imprese dei munifici guadagni ottenuti grazie ai Bitcoin. Poi, quando le cose banno meno bene, il silenzio torna a farla da padrone.

Alcuni dati, oggettivi, parlano chiaro: nel novembre 2021, la valutazione del Bitcoin ha raggiunto quasi i 60.000 euro. A meno di un anno di distanza, la quotazione è scesa di quasi un terzo, trovandosi poco al di sopra dei 20.000 euro. Se però guardiamo lo storico degli ultimi cinque anni, veniamo a conoscenza di un dato impressionante a livello di performance: +535%. Numeri che fanno rabbrividire, che possono ingolosire, ma che devono anche essere letti nella giusta ottica.

Il Bitcoin, il mercato delle criptovalute in generale, sono ambiti con una volatilità decisamente elevata e che comportano la presa di coscienza di un alto grado di rischio da sopportare. Non si tratta quindi di un investimento da prendere in considerazione a cuor leggero o da mettere in atto sulle ali di un entusiasmo sfrenato dovuto ai rendimenti abnormi che il passato ha riservato.

Questo non significa che si debba starne alla larga a tutti i costi. Come tutti gli ambiti operativi, vanno sempre valutati tutti i pro e i contro che derivano dall’entrare a far parte di un certo mercato ricordandosi che, ogni persona, fa storia a sé.

Criptovalute: la svolta Ethereum

Il mondo delle criptovalute, però, non è solo rappresentato dal Bitcoin. In particolare, Ethereum, ha dato il via ad una svolta che può essere considerata epocale nel digitale. Che cosa cambia? Cerchiamo di essere sintetici e di usare un linguaggio facilmente comprensibile, per quanto possibile.

A differenza della classica blockchain per la convalida delle operazioni, Ethereum prevede che a controllare e validare le transazioni non siano più costosi macchinari ma i detentori stessi degli asset digitali per un controvalore di almeno 50.000 euro.

Tutto questo ha la finalità di ridurre il consumo energetico, diventato insostenibile nel corso degli anni con la diffusione e la proliferazione degli scambi su questa tipologia di mercato.

Il sistema di blockchain e di autenticazione, infatti, ha necessitato via via di un numero di macchinari e di strutture sempre più ampi con un incremento dei consumi di energia da far impallidire anche l’attivista ambientale più morigerato. Proprio l’alto impatto ambientale causato dal livello elevato dei consumi ha tenuto in passato lontani, da questo mondo, sia i fondi di investimento che gli investitori.

Questa mossa punta a rendere Ethereum appetibile e a far si che questo asset digitale venga considerato non solo sicuro ed affidabile, ma anche a basso impatto ambientale. In senso generale, le previsioni sulle criptovalute, da qui ai prossimi due/tre anni sono buone, nel senso che si stima che potrebbero dare buoni ritorni agli investitori.

Ricordiamo sempre, però, che un conto sono le previsioni e le attese, e un altro è la realtà. Quindi, piedi sempre ben piantati a terra, informazione e corretta pianificazione. Tutto può avere un senso, se inserito nel giusto contesto.

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