Eni, l'azione apre ben l'ottava, ecco gli spunti principali

di FTA Online News pubblicato:
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Borsa Italiana, Dovalue in rally ieri dopo l'annuncio di un bond senior garantito per l'acquisto di coeo

Eni, l'azione apre ben l'ottava, ecco gli spunti principali

Eni al rialzo in avvio di ottava: il titolo ha guadagnato lo 0,67% a 15,942 euro. I prezzi hanno oscillato tra 15,704 e 15,954 euro.

Il titolo Eni torna sotto i riflettori del mercato, sostenuto da una serie di revisioni positive da parte delle principali case d’investimento. Dopo la pubblicazione dei risultati del terzo trimestre, che hanno mostrato una buona tenuta nonostante un contesto di prezzo meno favorevole per petrolio e gas, gli analisti hanno riconosciuto la capacità del gruppo di mantenere margini robusti e di migliorare ulteriormente le proprie prospettive per il 2025.

Barclays ha rivisto il prezzo obiettivo su Eni da 17,5 a 18,5 euro, confermando il giudizio overweight. La banca britannica ha sottolineato la solidità del bilancio, la crescita sopra la media del settore e la forza dei risultati trimestrali, definiti “resilienti”.

Anche Oddo BHF ha alzato il target da 14 a 15 euro, mantenendo una raccomandazione neutral: secondo gli analisti francesi, la guidance 2025 è risultata circa il 9% superiore alle aspettative sull’Ebit, e questo ha spinto a ritoccare al rialzo le stime di utile per azione.

Equita Sim, infine, ha confermato la raccomandazione buy e il target price a 16,5 euro, migliorando del 2% le previsioni di flusso di cassa operativo adjusted per il 2025.

Nel dettaglio, il terzo trimestre ha confermato la capacità di Eni di generare valore anche in uno scenario di mercato complesso.
L’utile netto adjusted è sceso solo del 2% su base annua, mentre il cash flow è salito del 14%, sostenuto da una crescita dei volumi del 6%.

Il gruppo ha inoltre alzato la propria guidance 2025 sul CFFO adjusted a circa 12 miliardi di euro (dai precedenti 11,5 miliardi) e quella sulla free cash flow (FCF) a oltre 7 miliardi (da 5,5).

Questi livelli coprono ampiamente la remunerazione agli azionisti, pari a 4,8 miliardi, tra dividendi e buyback, quest’ultimo potenziato a 1,8 miliardi, in controtendenza rispetto a un settore che sta invece riducendo le distribuzioni.

Dalla conference call analizzata da Equita emergono diversi elementi di interesse. La produzione è attesa in ulteriore crescita nella parte finale dell’anno, grazie a nuovi avvii in Angola (Agogo), Norvegia (Balder X) e nel Mare del Nord (Johan Castberg).

La guidance prevede un’accelerazione a 1,78–1,80 milioni di barili equivalenti al giorno nel quarto trimestre, fornendo maggiore visibilità sulla produzione del 2026.

Un altro pilastro strategico è il rafforzamento del business LNG (gas naturale liquefatto), dove Eni si sta affermando come uno dei player più dinamici grazie al modello Floating LNG (FLNG), caratterizzato da costi più contenuti e maggiore flessibilità. Progetti chiave come Coral North in Mozambico, Congo FLNG e Argentina LNG (in decisione finale di investimento nel 2026) consolidano questa posizione.

Sul fronte transizione energetica, prosegue anche la valorizzazione delle controllate. La cessione del 20% di Plenitude al fondo Ares, per circa 2 miliardi di euro, dovrebbe essere completata nel quarto trimestre, mentre Enilive, la divisione dedicata ai biocarburanti, beneficia del recupero dei margini e della crescente domanda di carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF). In questa direzione si inserisce anche la nuova bioraffineria di Sannazzaro, in avvio nel 2028, che sarà una delle più avanzate del gruppo.

Infine, il tax rate è stato rivisto al ribasso al 46–48% (dal 50%) grazie al ritorno alla redditività delle attività italiane e all’espansione geografica del portafoglio produttivo.

In sintesi, Eni conferma un profilo finanziario solido e una strategia chiara di crescita organica e sostenibile.

Equita stima per il 2025 un utile netto adjusted di circa 5,2 miliardi di euro, superiore al consenso di 4,5 miliardi, e una valutazione interessante: il titolo tratta a circa 9 volte gli utili attesi, con un free cash flow yield del 7% e una remunerazione complessiva agli azionisti del 10,4%.

In un contesto di volatilità delle commodity, Eni emerge come una delle major europee meglio posizionate, capace di coniugare disciplina finanziaria, generazione di cassa elevata e politiche di remunerazione stabili, elementi che la rendono particolarmente attraente per gli investitori a medio termine.

Venerdì Eni ha superato la resistenza offerta a 15,83 euro dal massimo del 27 ottobre 2023. Lunedì i prezzi hanno confermato la rottura, ma la candela giornaliera disegnata dai prezzi è un "impiccato" (hanging man), elemento potenzialmente ribassista. Per adesso il segnale di forza appena inviato resta attivo, ma se i prezzi dovessero scendere sotto area 15,70 emergerebbe il rischio di una ricopertura del gap del 23 ottobre, base a 15,16 euro. Se i prezzi sapranno confermarsi oltre area 16 euro la buona impostazione grafica delle ultime sedute troverebbe conferma, attesi in quel caso rialzi verso are 18,50 euro almeno. Prima resistenza a 16,89, top di maggio 2018.

Dovalue, bond al servizio dell'acquisizione di coeo Group

Apertura di ottava positiva per doValue che ha guadagnato più di 4 punti percentuali salendo in chiusura a 2,8280 euro. Il gruppo ha annunciato l'offerta di un prestito obbligazionario senior garantito con scadenza nel 2031, per un importo complessivo in linea capitale pari a 300 milioni di euro.
I proventi dell'offerta, assieme alla liquidità disponibile della Società, saranno utilizzati per acquisire l'intero capitale sociale di coeo Group GmbH e per pagare le commissioni e le spese sostenute in relazione a tale operazione. Entro gennaio 2026 è previsto il perfezionamento dell'operazione.

DoValue, l'azione in recupero, ma servono conferme

Il titolo doValue ha reagito positivamente alla notizia, risalendo dal supporto a 2,70 euro, testato sia nella seduta di venerdì che in quella del venerdì precedente, senza che venisse violato. La reazione si è però infranta sulla media esponenziale a 50 sedute, riferimento a 2,87 euro, che aveva ben accompagnato il rialzo da aprile, ad eccezione di qualche sedute a cavallo di metà luglio, e che era poi stata violata al ribasso lo scorso 16 ottobre.

La permanenza al di sopra di 2,70 appare strategica per garantire continuità al rialzo in atto da aprile e per scongiurare, allo stesso tempo, il proseguimento della correzione verso 2,45, dove il titolo andrebbe a coprire il gap rialzista lasciato aperto il 6 agosto.

Necessario tuttavia il superamento di 2,95 affinchè il recupero avviato ieri acquisisca spessore e permettendo il ritorno in area 3,10/3,15, altra resistenza chiave sulla quale i prezzi si giocheranno l residue possibilità di rivedere i top di settembre a quota 3,37.

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