Banche centrali al centro della scena: mercati cauti tra Asia debole e attese su Fed, BoJ e BCE

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
6 min

Inflazione in graduale rientro, mercato del lavoro in raffreddamento e valutazioni elevate: la Fed resta data-dependent in vista della riunione di gennaio

Banche centrali al centro della scena: mercati cauti tra Asia debole e attese su Fed, BoJ e BCE

Segnale di forza per Piazza Affari

La settimana si apre con un segnale di forza per Piazza Affari, che archivia la prima seduta con un deciso rialzo: il Ftse Mib chiude in progresso dell’1,39%, recuperando terreno dopo le incertezze delle ultime giornate e beneficiando di un clima complessivamente più costruttivo sui mercati europei.

Sul fronte macroeconomico internazionale, tuttavia, il quadro resta tutt’altro che lineare. Dalla Cina arrivano dati che confermano un ulteriore indebolimento della dinamica economica nel mese di novembre.

La crescita dei consumi, degli investimenti e della produzione industriale si è rivelata inferiore alle attese, alimentando i timori su una ripresa ancora fragile della seconda economia mondiale.

Le vendite al dettaglio sono aumentate in Cina appena dell’1,3% su base annua

Nel dettaglio, le vendite al dettaglio sono aumentate appena dell’1,3% su base annua, ben al di sotto delle previsioni (+2,8%) e in netto rallentamento rispetto al +2,9% di ottobre.

Anche la produzione industriale ha deluso, crescendo del 4,8% annuo, contro attese per un +5%, segnando l’espansione più debole dall’agosto 2024.

Ancora più preoccupante il dato sugli investimenti in beni strumentali, inclusi quelli immobiliari, che nel periodo gennaio-novembre registrano una contrazione del 2,6%, peggiore delle stime e la più marcata dal 2020.

Un segnale che evidenzia come il settore immobiliare continui a rappresentare un freno strutturale per l’economia cinese.

Il quadro macro Usa non fornisce indicazioni più rassicuranti di quello cinese

Negli Stati Uniti, il quadro macro non fornisce indicazioni più rassicuranti. L’Empire State Manufacturing Index della Federal Reserve di New York crolla a -3,9 punti a dicembre, dai 18,7 di novembre, deludendo nettamente le attese del mercato che indicavano una lettura intorno a quota 10.

Il dato segnala un peggioramento improvviso delle condizioni del manifatturiero nell’area, rafforzando l’idea di un’economia americana in fase di rallentamento ciclico.

Il buon andamento di Piazza Affari dipende da fattori tecnici

In questo contesto, il buon andamento di Piazza Affari appare soprattutto come il risultato di fattori tecnici e di flussi, più che di un miglioramento del quadro macro globale. I mercati restano quindi sospesi tra segnali contrastanti: da un lato la resilienza degli indici europei, dall’altro dati macro che invitano alla prudenza e mantengono alta l’attenzione sulle prossime mosse delle banche centrali.

Nasdaq Composite zavorrato da Broadcom

Il Nasdaq Composite, fortemente esposto ai titoli legati all’intelligenza artificiale, arretra dello 0,6%, zavorrato dal forte calo di Broadcom e di altre società dell’ecosistema AI. Più contenute le perdite per gli altri indici: lo S&P 500 cede lo 0,2%, mentre il Dow Jones limita il ribasso allo 0,1%, pari a 41 punti.

Dopo mesi di rialzi quasi ininterrotti e nuovi massimi storici, la volatilità è tornata protagonista. Nelle ultime settimane gli investitori hanno iniziato a interrogarsi con maggiore insistenza sulla sostenibilità del “trade AI” e, più in generale, sulle prospettive dell’economia statunitense.

Il ripensamento non ha ancora prodotto un’inversione vera e propria, ma ha introdotto una maggiore selettività e una crescente sensibilità alle notizie negative.

Nonostante le prese di beneficio, è importante sottolineare che tutti e tre i principali indici restano a poca distanza dai massimi storici, segno che il trend di fondo non è stato ancora compromesso.

E' stato molto difficile non partecipare alla grande festa dei titoli tecnologici, una frase che sintetizza bene il dilemma attuale degli investitori: restare esposti a un comparto dominante, pur riconoscendone valutazioni sempre più tirate.

La settimana si preannuncia particolarmente densa di appuntamenti chiave

Lo scenario resta inoltre in evoluzione, perché la settimana si preannuncia particolarmente densa di appuntamenti chiave. Martedì sono attesi i dati sul mercato del lavoro di ottobre e novembre, pubblicati in ritardo a causa dello shutdown federale, mentre giovedì sarà la volta di un dato cruciale sull’inflazione, capace di influenzare le aspettative sui tassi della Federal Reserve.

In parallelo, arriveranno anche alcune trimestrali rilevanti, tra cui quelle di Nike e FedEx, utili per valutare lo stato della domanda e della logistica globale.

Mercato in attesa delle prossime mosse della Bank of Japan

L’attenzione degli investitori si sposta dalle sole dinamiche azionarie alle decisioni di politica monetaria attese in Europa e in Giappone. In Asia, le Borse hanno mostrato debolezza, con i titoli tecnologici che hanno seguito il passo incerto di Wall Street della scorsa settimana.

Il rafforzamento dello yen nei confronti del dollaro segnala una crescente sensibilità del mercato alle prossime mosse della Bank of Japan, mentre i dati macro dalla Cina continuano a evidenziare un rallentamento dell’economia, contribuendo a un sentiment più prudente.

Negli Stati Uniti, il focus resta saldamente sulla Federal Reserve

Negli Stati Uniti, il focus resta saldamente sulla Federal Reserve. Il presidente della Fed di New York, John Williams, ha difeso con decisione il taglio dei tassi di 25 punti base deciso la scorsa settimana, definendolo “la mossa giusta” per posizionare la banca centrale di fronte a un’economia che, a suo giudizio, è avviata verso risultati “piuttosto buoni” nel 2026.

Con questo intervento, il Federal Open Market Committee ha spostato la politica monetaria da una postura modestamente restrittiva verso una più neutrale, senza però dichiarare vittoria definitiva sull’inflazione.

Williams ha ribadito che riportare l’inflazione al 2% resta imperativo, ma senza creare rischi eccessivi per il mercato del lavoro. Anzi, nella sua valutazione, negli ultimi mesi i rischi per l’occupazione sono aumentati, a causa di un raffreddamento progressivo del mercato del lavoro, mentre quelli legati all’inflazione si sono leggermente attenuati.

È un equilibrio delicato, che spiega perché la Fed mantenga un approccio fortemente “data dependent”: in vista della riunione del 27-28 gennaio, Williams ha chiarito che è troppo presto per anticipare la prossima mossa, e che servirà prima valutare l’insieme dei dati in arrivo.

Il messaggio di Williams è di moderato ottimismo

Sul fronte macro, il messaggio è di moderato ottimismo. Williams si è detto più fiducioso sulla crescita statunitense nel prossimo anno, grazie alla riduzione dell’incertezza e al raffreddamento delle pressioni inflazionistiche.

Ha inoltre osservato che l’impatto delle tariffe sui prezzi si è rivelato finora inferiore alle attese, producendo aumenti una tantum piuttosto che una spirale inflazionistica persistente.

Secondo le sue stime, l’inflazione potrebbe scendere al 2,5% nel 2026 e raggiungere il 2% nel 2027, mentre il tasso di disoccupazione, atteso salire al 4,5% nel breve, potrebbe poi ridiscendere gradualmente con una crescita intorno al 2,25%.

Un passaggio rilevante riguarda anche i mercati finanziari. Williams ha riconosciuto che le valutazioni azionarie sono elevate, se osservate con le metriche tradizionali, ma ha sottolineato come la ricchezza generata dal mercato azionario possa diventare un fattore di sostegno alla crescita economica nel prossimo anno.

In questo contesto si inserisce anche la decisione della Fed di avviare acquisti di Treasury per la gestione delle riserve, una misura definita “tecnica” ma che alcuni osservatori leggono come una forma indiretta di stimolo alla liquidità.

Fed più vicina alla neutralità, ma ancora prudente

In sintesi, il quadro che emerge è quello di una Fed più vicina alla neutralità, ma ancora prudente, alle prese con un mercato del lavoro che rallenta senza segnali di deterioramento brusco e con un’inflazione che scende lentamente.

In parallelo, i mercati globali restano sospesi tra l’attesa delle prossime decisioni delle banche centrali e i segnali di rallentamento provenienti dall’Asia, in un equilibrio che rende questa settimana particolarmente delicata per il sentiment degli investitori.

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