Ferrari, affondo dopo i risultati
pubblicato:Tenaris, brutta seduta dopo la trimestrale, pesano anche i dazi sull'acciaio

Tonfo in borsa per Ferrari che ieri ha perso 11,6 punti percentuali cancellando in un solo giorno oltre 3 mesi di mercato, riportandosi così sui livelli di metà aprile. Stamane, durante i primi scambi, il titolo cede un altro 1,74% e si riporta a 378,6 euro.
I risultati del secondo trimestre 2025 non sono piaciuti al mercato, i Ricavi sono cresciuti del 4,4% su base annuale a 1,787 miliardi di euro, ma il consensus era fissato a 1,82 miliardi, e in rallentamento se confrontato con il +9% del semestre.
Sotto le attese anche l'utile per azione a 2,38 euro (consensus a 2,40), in rialzo del 4% a fronte del +11% del semestre con l'EBITDA che si è attestato a 709 milioni, in aumento del 5,9%.
Il gruppo ha confermato la guidance 2025 rimuovendo il rischio potenziale da 0,5% sui margini alla luce del recente accordo USA-UE sui dazi.
Da segnalare che sul fronte della Formula1, Ferrari ha esteso l'accordo con Fred Vasseur, che continuerà a ricoprire il ruolo di Team Principal della Scuderia Ferrari HP per le prossime stagioni. L'obiettivo è quello di riportare il marchio Ferrari al vertice della Formula 1, nella quale il team non primaggia con un suo pilota ormai dal lontano 2007, quando fu Kimi Raikkonen a vincere il campionato del mondo.
Per quanto concerne le raccomandazioni degli analisti, invece, nelle scorse settimane RBC aveva incrementato il prezzo obiettivo sul titolo portandolo da 490 a 500 euro. Alla luce dell'andamento di borsa di ieri, il target dista ora 30 punti percentuali circa. Restando in ambito grafico possiamo evidenziare come il crollo di ieri, piuttosto inatteso, rischi di portare grande incertezza sul futuro del titolo.
Ferrari, da monitorare a questo punti i 367/370 euro
E' vero che nell'ultimo anno i prezzi si sono mossi per vie laterali attorno ad un baricentro individuabile a 420 euro, con oscillazioni talvolta anche molto ampie come accaduto a novembre o a febbraio scorsi, ma proprio in ragione di certi movimenti i prezzi vanno assumendo caratteristiche che ne minacciano le certezze costruire nei precedenti anni.
Vedremo oggi il livello a cui verrà archiviata la settimana, nel frattempo è salito il rischio che si possa andare verso una correzione più corposa.
I prossimi livelli chiave da monitorare sono posti a 367/370 euro. Se in particolare questa ultima area dovesse venire meno si aprirebbero spazi di ribasso fino a 290,00 circa, con target intermedio nei dintorni di quota 330. Il quadro grafico tornerà in equilibrio in caso di ritorno dei corsi tra 410 e 415 euro.
Tenaris, titolo in forte ribasso dopo i risultati
Giornata no ieri per Tenaris: il titolo ha ceduto il 6,2% a 15,44 euro. I prezzi hanno oscillato tra 15,385 e 16,065 euro. Anche stamane il titolo cede l'1,07% e si riporta a 15,275 euro.
Le vendite nette del secondo trimestre sono diminuite del 7%, passando da 3,32 mld $ a circa 3,09 mld $, principalmente per un calo in Brasile (progetto Raia) e in Europa su tubi per offshore.
Timori sui margini e outlook prudente
Tenaris segnala un moderato calo dei ricavi nel secondo semestre rispetto al primo semestre del 2025.
L’azienda prevede margini erosi dall’aumento dei costi doganali, soprattutto a seguito del balzo dei dazi USA sul settore acciaio/octg.
Previsioni degli analisti
JP Morgan stima una contrazione del 6% dell’Ebitda nel secondo semestre rispetto al primo e una moderata riduzione dei ricavi (in mid‑single‑digit).
Equita valuta positivamente il Q2: i conti sono risultati leggermente sopra le attese, ma l’outlook resta prudente.
Effetto sul titolo: reazione del mercato
Il titolo Tenaris ha subito una flessione di circa -4,5% nelle contrattazioni, mentre alcuni titoli sono scesi fino al -7% su timori legati ai margini e alle vendite future.
Una recente downgrade da parte di analisti (es. Wall Street Zen) ha fissato un target price a €16,00, citando preoccupazioni legate a fluttuazioni valutarie, incertezze sulle vendite e contesto di mercato incerto.
Perché il mercato ha reagito così duramente?
I dazi statunitensi del 50% sull’acciaio stanno aumentando i costi per i produttori globali di OCTG come Tenaris.
Il rallentamento delle vendite nei mercati strategici (Brasile ed Europa) mette sotto pressione la crescita.
Le previsioni sulle performance future sono moderate, con margini deboli attesi in H2.
Gli analisti stanno ricalibrando target e rating al ribasso, riducendo il sentiment sul titolo.
In conclusione
Tenaris sconta un mix di vendite in calo (-7%), costi dazi in aumento, e margini attesi in deterioramento nel semestre. Nonostante un Q2 leggermente sopra stime, il mercato guarda con preoccupazione alla seconda metà del 2025, penalizzando le quotazioni e adeguando le aspettative rialziste.
Tenaris, il titolo completa un doppio massimo, da monitorare area 15,30 euro
Con il ribasso di giovedì Tenaris ha completato il doppio massimo disegnato dal 9 luglio in area 16,60 euro a contatto con la resistenza chiave offerta dal 50% di ritracciamento del ribasso dal top di febbraio. I prezzi sono scesi al di sotto sia della media mobile esponenziale a 50 giorni, sia della base del canale crescente disegnato dal minimo di maggio. Una eventuale discesa anche al di sotto di area 15,30 potrebbe anticipare il test del supporto critico di area 13,70/14 euro. Solo il rientro all'interno del canale crescente citato, a 16,15, potrebbe anticipare un nuovo test della resistenza chiave dei 16,60 euro. Oltre quei livelli possibile la ripresa dell'uptrend con primo target a 17,20, poi a 18, lato alto del gap ribassista del 3 aprile.