OpenAI firma un accordo da 38 miliardi con Amazon
pubblicato:La fine dell’esclusiva con Microsoft apre una nuova fase per l’azienda di Sam Altman, che punta a sostenere la crescita di ChatGPT e dei futuri modelli generativi con investimenti per oltre 600 miliardi di dollari in capacità computazionale

OpenAI accelera la corsa alla potenza di calcolo e firma un nuovo maxi accordo con Amazon, del valore stimato di 38 miliardi di dollari. L’intesa pluriennale – la prima in assoluto tra le due aziende – garantirà ad OpenAI l’accesso all’infrastruttura cloud di Amazon Web Services (AWS), inclusi i potentissimi chip Nvidia presenti nei data center del gruppo di Seattle.
Una partnership strategica per entrambe le aziende
L’accordo rappresenta una mossa cruciale per Amazon, che sta cercando di rilanciare la crescita del proprio business cloud, dopo che i rivali Microsoft e Google hanno conquistato terreno grazie alla domanda legata all’intelligenza artificiale. AWS resta il più grande fornitore mondiale di servizi cloud, ma i tassi di espansione si erano rallentati negli ultimi trimestri.
L’intesa con OpenAI contribuisce a invertire questa tendenza, rafforzando la presenza del gruppo nel cuore dell’ecosistema AI.
Secondo i termini dell’accordo, OpenAI potrà addestrare nuovi modelli di intelligenza artificiale nei data center Amazon e utilizzare la potenza di calcolo anche per ChatGPT.
Inoltre, l’azienda potrà impiegare le CPU di Amazon per sviluppare sistemi di agentic AI, cioè tecnologie in grado di svolgere compiti autonomamente, una delle frontiere più promettenti del settore.
Un mosaico di alleanze globali
Il nuovo accordo con Amazon si inserisce in una strategia di diversificazione delle fonti di calcolo che OpenAI ha avviato dopo la fine del suo rapporto di esclusiva con Microsoft.
Solo nelle ultime settimane, la società guidata da Sam Altman ha firmato:
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un accordo da 300 miliardi di dollari con Oracle,
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un impegno da 250 miliardi con Microsoft,
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e un’intesa anche con Google, il cui valore non è stato reso noto.
 
Nel complesso, OpenAI ha oggi impegni cloud per quasi 600 miliardi di dollari, distribuiti tra i principali operatori mondiali. L’obiettivo è chiaro: garantire la capacità di calcolo necessaria a sostenere la crescita esplosiva di ChatGPT e dei futuri modelli generativi.
Crescita esponenziale e fame di energia computazionale
OpenAI dovrebbe generare 13 miliardi di dollari di ricavi nel 2025, ma per sostenere gli investimenti in hardware e data center dovrà mantenere un ritmo di crescita straordinario. Sam Altman ha ammesso che la società sta affrontando gravi carenze di capacità computazionale, ma prevede un’accelerazione dei ricavi man mano che nuove risorse diventano disponibili.
Nel frattempo, Amazon non resta ferma: ha appena inaugurato un mega campus da 11 miliardi di dollari in Indiana, destinato soprattutto al rivale Anthropic, nel quale ha investito 8 miliardi. Tuttavia, Anthropic ha recentemente firmato un accordo con Google per l’utilizzo di un milione di chip TPU, segnale della crescente frammentazione e competitività del mercato AI.
Una nuova geografia della potenza digitale
Il quadro che emerge è quello di un’intensa ridefinizione delle alleanze nell’intelligenza artificiale, dove ogni big tech si muove per assicurarsi quote del futuro “oro digitale”: la potenza di calcolo.
L’accordo tra OpenAI e Amazon segna così una tappa importante verso un nuovo equilibrio nel settore, in cui la capacità di accedere a infrastrutture massicce e scalabili diventa la vera moneta del potere tecnologico.
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