Tesla vede il record poi inverte la rotta

di Simone Ferradini pubblicato:
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Azioni deboli nel pre-market dopo i dati cinesi e il no nel fondo norvegese al pacchetto retributivo autoproposto da Musk

Tesla vede il record poi inverte la rotta
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Tesla in correzione nel pre-market al NASDAQ dopo aver toccato ieri a 473,80 dollari il massimo da fine 2024, a non molta distanza dal record storico a 488,54. Dai minimi di aprile il titolo del gruppo creato da Elon Musk ha messo a segno un notevole +120%, rimediando a quasi tutta la correzione vista tra la fine dello scorso anno e l'inizio della guerra commerciale al mondo intero (o quasi) dichiarata da Donald Trump.

L'imprenditore di origine sudafricana non può certo lamentarsi dell'andamento del titolo della propria creatura. Qualcosa da ridire sullo Statens pensjonsfond utland invece probabilmente ce l'ha. Si tratta del fondo pensione sovrano norvegese che investe i proventi della florida attività di estrazione di petrolio. É il fondo sovrano numero 1 al mondo con circa 2 mila miliardi di dollari in asset gestiti.

Lo stop del fondo norvegese ai guadagni di Musk

Il fondo è il settimo azionista di Tesla con l'1,12%, una partecipazione del controvalore di 17 miliardi di dollari, e ha votato no al pacchetto retributivo proposto dall'amministratore delegato, ovvero Musk, per se stesso. Parliamo di una cifra che potrebbe arrivare a 1000 miliardi di dollari grazie alle stock options previste dal piano nei prossimi 10 anni.

Gli azionisti saranno chiamati a decidere il 6 novembre. Il fondo Baron Capital ha già detto che voterà a favore, mentre altri grandi investitori istituzionali come BlackRock, Vanguard e State Street non hanno ancora comunicato alcunché a riguardo.

Dati vendite ottobre negativi

L'altro fattore che ha dato il via alle vendite dopo la chiusura di Wall Street è rappresentato dai dati dell'associazione cinese dei produttori di autovetture. A ottobre le vendite dei modelli Tesla prodotti presso lo stabilimento di Shanghai - che produce non solo per la Cina ma anche per l'esportazione verso altri mercati come quello europeo e indiano - hanno fatto segnare una flessione del 9,9% a/a. Da segnalare che il calo dei Model 3 e Model Y, quelli meno costosi, è stato del 32,3% rispetto al mese precedente, segno che la concorrenza nella fascia bassa del mercato è elevata.

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