Ubaldi Costruzioni, attrezzati per le nuove sfide del territorio
pubblicato:L’ad Massimo Ubaldi ci racconta il percorso di crescita della società marchigiana passato anche dalla Borsa

“Ubaldi Costruzioni ha una storia che risale all’immediato Dopoguerra: fu fondata nel 1946 da Guido Ubaldi, padre di Massimo, l’attuale amministratore delegato, vicepresidente e azionista di controllo. La scomparsa prematura del fondatore lasciò le redini dell’amministrazione all’attuale ad, quando era ancora giovane. La società ha però saputo costruire nei decenni un percorso di crescita, di eccellenza e di autorevolezza nel settore delle costruzioni sia private, che pubbliche, che ha rappresentato anche un vivo contributo alle comunità in cui si è inserita.
Alle attività nell’edilizia privata e nel settore degli immobili commerciali Ubaldi Costruzioni ha affiancato nel tempo una crescente operatività nel campo delle manutenzioni stradali ordinarie e straordinarie e quindi nell’ambito delle infrastrutture pubbliche, specialmente di carattere fluviale e marittimo.
Così negli anni il gruppo ha anche consolidato delle competenze specifiche che rappresentano ormai anche un vantaggio competitivo importante”.
Il presidente di Ubaldi Costruzioni Gennaro Picarelli (in foto sotto) rivendica con orgoglio la credibilità costruita dalla società di Maltignano (AP) in decenni di attività e di confronto con progetti anche sfidanti.
“Un punto di orgoglio particolare della nostra impresa – aggiunge - è la mancanza assoluta di contenziosi legali con la Pubblica Amministrazione: è un risultato che abbiamo ottenuto con la costante concentrazione sulla migliore esecuzione possibile del lavoro e con il confronto continuo con la committenza”.
“Un’evoluzione recente dell’impresa è avvenuta negli ultimi anni – sottolinea l’amministratore delegato e vicepresidente Massimo Ubaldi (foto in apertura dell'articolo) – con la concentrazione della proprietà, lo scorporo del ramo immobiliare e la focalizzazione nelle attività di costruzione e in particolare nelle infrastrutture fluviali e marittime. Ubaldi Costruzioni ha sempre avuto forti competenze ingegneristiche, ma abbiamo deciso di rafforzare ancora di più le nostre capacità con l’assunzione di ingegneri e geometri specializzati, con l’adozione dei più moderni strumenti digitali come il Building Information Modeling – BIM.
La nostra storia ci ha consentito inoltre di accumulare negli anni e nei decenni delle importanti attestazioni SOA: si tratta di certificazioni necessarie per partecipare a determinate gare con la pubblica amministrazione. Alcune delle nostre SOA sono persino senza limite di importo, rappresentano degli asset preziosi che ci consentono di partecipare a gare ristrette a un limitatissimo numero di operatori”.
Questo consolidamento è passato anche dalla decisione di aprire il capitale con l’IPO che all’inizio di quest’anno ha raccolto ben 4,2 milioni di euro. Avete avviato il confronto con la comunità finanziaria, come di recente avvenuto al Next Gems: è stato difficile apprendere il linguaggio dei mercati? Ho notato che già l’anno scorso una domanda esuberante e un backlog robusto avevano accresciuto in maniera importante il circolante: come è andata?
“La quotazione è stata un’altra decisione di Ubaldi Costruzioni tesa a rafforzare l’autorevolezza e la trasparenza della nostra impresa – precisa Massimo Ubaldi – Ma non abbiamo incontrato grandi difficoltà nel processo di quotazione, eravamo già strutturati. Le risorse della quotazione ci hanno aiutato a consolidare la nostra crescita in un momento in cui vediamo una forte domanda soprattutto in quei settori specializzati del mercato come quello fluviale, marittimo e in genere idraulico in cui ci stiamo specializzando”.
Ho notato che almeno due fattori incoraggiano la domanda dei vostri servizi sul territorio: il piano PNRR con i suoi interventi infrastrutturali e il collocamento nell’area dei terribili sismi marchigiani del 2016 e del 2017…
“In realtà il peso dei progetti del PNRR nel nostro backlog da 187 milioni di euro è limitato, è intorno al 10% e andrà rapidamente a esaurirsi. Il ‘cratere’ sismico della nostra area è invece il maggiore d’Europa e richiederà nel tempo interventi per 38 miliardi di euro. Noi puntiamo a fare la nostra parte, grazie soprattutto alle nostre competenze specifiche su progetti complessi. Il nostro backlog comprende però anche altre aree di intervento, dai fabbricati pubblici (scuole, ospedali, palestre), alle infrastrutture stradali, agli interventi di contrasto del dissesto idrogeologico”.
I dati della prima metà del 2025 confermano una forte crescita: il valore della produzione è balzato del 30% a 17,1 milioni di euro; l’ebitda reported è cresciuto del 78% a 4,55 milioni di euro e l’utile è più che raddoppiato a 2,83 milioni circa. A fine periodo avevate un patrimonio netto di 16,8 milioni e una posizione finanziaria netta positiva (cassa) per 4,93 milioni. È una crescita sostenibile? Quali sono i driver del vostro sviluppo?
“Noi riteniamo di potere crescere ancora e guardiamo con ottimismo al futuro anche sulla base dei nostri contratti. Abbiamo un hard backlog di contratti firmati di 187 milioni di euro a fine giugno, ma se si considerano anche le aggiudicazioni più recenti, tra le quali quella importante con Anas sul lotto Acquasanta da 45 milioni di euro di quota soltanto per Ubaldi, il nostro portfolio supera nettamente i 200 milioni. È per questo che abbiamo comunicato al mercato una solida guidance per il 2025 con un valore della produzione tra i 45 e i 47 milioni di euro e un ebitda compreso tra 8,3 e 9,3 milioni di euro. Sono numeri che implicano un’ampia crescita a doppia cifra anche quest’anno. Ma ci sono anche altri fattori che ci spingono all’ottimismo”.
Quali?
“Il territorio italiano ha bisogno di imprese come la nostra, che sanno risolvere con successo progetti complessi e raccogliere le sfide del dissesto idrogeologico. Siamo stati tra i primi ad attuare un progetto di abbassamento del livello di una diga. Le decine di dighe italiane che sono una risorsa energetica di primo piano e una barriera contro gli impatti peggiori del cambiamento climatico e degli eventi metereologici estremi hanno un urgente bisogno di interventi che ne restaurino e rilancino il contributo. Noi, con pochi altri, siamo pronti a dare una mano. Il governo se ne è accorto e presto chiederà investimenti di rilievo ai concessionari e agli operatori. Un discorso simile vale per le casse di espansione lungo i punti critici dei fiumi, per il drenaggio di corsi d’acqua e laghi, per la difesa delle coste. Sono tutte urgenze che le amministrazioni locali e nazionali percepiscono sempre più chiaramente e che ci incoraggiano a guardare con fiducia al futuro”.
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