Ftse Mib: 3 blue chips da seguire. Telecom, Saipem e Banco BPM
pubblicato:Sorprese in arrivo per queste 3 blue chips che da qualche tempo dominano la scena a Piazza Affari. Cosa aspettarsi? Quali strategie adottare?

Le tensioni geopolitiche che si sono accentuate nel mese di febbraio, sfociate poi nello scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, hanno letteralmente sparigliato le carte a Piazza Affari, così come sugli altri mercati azionari.
La volatilità e l'incertezza hanno preso il sopravvento, con vendite diffuse su gran parte dei titoli dei listini, salvo poche eccezioni.
La guerra ha avuto l'effetto anche di far passare un po' in secondo piano alcuni temi caldi di Piazza Affari che già da qualche tempo stavano dominando la scena e che torneranno in auge non appena si allenteranno le tensioni geopolitiche.
Ci riferiamo in particolare a tre blue chips che restano sotto la lente per motivi differenti: Telecom Italia, Saipem e Banco BPM.
Telecom Italia
Partiamo da Telecom Italia che in ordine temporale sta calamitando l'attenzione del mercato da più tempo.
Ripercorrendo la storia degli ultimi mesi, torniamo indietro a novembre 2021, quando KKR, fondo di private equity statunitense, ha presentato una manifestazione di interesse "non vincolante e indicativa", per un'offerta sul 100% delle azioni di Telecom Italia, a un prezzo di 0,505 euro per azione.
Il titolo ha anche superato frazionalmente questo livello nell'intraday del 25 novembre scorso, salvo poi tornare pian piano indietro, tanto da riportarsi a fine febbraio a poca distanza dai valori segnati prima dell'offerta di KKR.
Da allora sono passati poco più di 3 mesi e non ci sono al momento novità su questo fronte, malgrado non poche cose siano accadute a Telecom Italia.
In primis si sono avute le dimissioni dell'ex CEO, Luigi Gubitosi, al posto del quale è arrivato a gennaio Pietro Labriola, quale Amministratore Delegato e Direttore Generale di Telecom Italia.
Un mese prima, a dicembre 2021, il gruppo aveva lanciato il terzo profit warning nel giro di un anno, rivedendo al ribasso le guidance sul 2021 relative all'Ebitda e al debito.
Telecom Italia: doppio appuntamento il 3 marzo
I riflettori sono ora puntati sul duplice appuntamento in agenda il 3 marzo: da una parte Telecom Italia presenterà i risultati dell'esercizio 2021 e dall'altra alzerà il velo sul nuovo piano industriale 2022-2024.
Per i conti dello corso anno le sorprese potrebbero essere più negative del previsto, tanto che alcuni rumor circolati di recente hanno ventilato l'ipotesi di una cessione di Inwit.
Questo sarà uno dei temi del nuovo piano industriale che sarà incentrato anche sulla separazione della rete.
Quanto a KKR, si dovrà attendere con ogni probabilità la metà di marzo per conoscere la risposta di Telecom Italia all’offerta del fondo di private equity USA.
Sarà questo un passaggio cruciale per l'ex monopolista, visto che ad esso è legato anche il tema delle rete unica con Open Fiber di cui ormai si parla da lungo tempo.
Marzo potrebbe essere quindi un mese ricco di sorprese per Telecom Italia e il consiglio è quello di rimanere alla finestra nell'immediato, in attesa di capire quali saranno gli sviluppi su vari fronti, posizionandosi di conseguenza.
Saipem
Un altro titolo che rientra nella lista dei sorvegliati speciali è Saipem che da un mese a questa parte ha attirato su di sè i riflettori del mercato.
Lo scorso 31 gennaio la società ha lanciato l'ennesimo profit warning che ha portato il titolo ha perdere poco più del 30% in una sola seduta.
Da allora Saipem ha continuato a scivolare verso il basso, tanto da arrivare a segnare nell'intraday del 24 febbraio un bottom a 0,91 euro, con un affondo di oltre il 52% rispetto ai valori del close del 28 gennaio, la seduta precedente il lancio del profit warning.
La società ha rivisto al ribasso alcune voci del bilancio relative alla seconda metà del 2021, anticipando per il 2021 perdite superiori a un terzo del capitale sociale.
I numeri preliminari diffusi il 24 febbraio hanno di fatto confermato queste indicazioni, in attesa poi dei risultati definitivi che saranno resi noti il prossimo 15 marzo.
Saipem: il 15 marzo i conti del 2021 e il piano industriale
In quella stessa giornata sarà diffuso il nuovo piano industriale 2022-2025, di cui Saipem ha anticipato alcun linee guida che prevedono tra le altre cose una razionalizzazione dei costi e la manovra finanziaria finalizzata a rafforzare la struttura finanziaria e patrimoniale del gruppo.
Non sono state fornite al momento indicazioni sull'entità di questa manovra, ma da più parti si parla di un aumento di capitale da 1,5-2 miliardi di euro, con diversi analisti pronti a scommettere su un'operazione nella parte alta di questo range.
Come nel caso di Telecom Italia, ancor più per Saipem vale il suggerimento di mantenere le distanze dal titolo almeno per il momento.
La visibilità è ancora bassa e rimarrà tale fino a quando non si conoscerà l'entità dell'aumento di capitale e più in generale della manovra finanziaria da attuare per risollevare Sapiem.
I giudizi delle banche d'affari sono tutti improntati alla cautela e solo per citarne alcuni ricordiamo che Equita SIM ha un rating "hold", con un prezzo obiettivo tagliato da 1,2 a 1 euro.
Banca Akros invece ha una raccomandazione "reduce", com un target price quasi dimezzato da 1,7 a 0,9 euro.
Banco BPM
Il terzo titolo della lista da monitorare con attenzione è un'altra blue chip e si tratta di Banco BPM, balzato nuovamente agli onori della cronaca in vista di possibilità novità sul fronte M&A.
Per lungo tempo e a più riprese il mercato ha speculato su una possibile aggregazione tra Banco BPM e Bper Banca, ma lo scoppio della pandemia nel 2020 aveva poi raffreddato le attese su questo deal in particolare e più in generale sul risiko bancario.
A febbraio il tema M&A è tornato in auge con alcune indiscrezioni riportate da Il Messaggero relative a un possibile interesse di Unicredit per Banco BPM.
Il mercato ha colto subito la palla al balzo, premiando le azioni della banca guidata da Giuseppe Castagna, con un rally di quasi il 10% nella sessione dell'11 febbraio.
Banco BPM: stop a offerta Unicredit. Rumor su Credit Agricole
Una corsa che però non ha avuto un seguito nei giorni successivi, non solo per via del peggioramento generale del mercato, ma anche per l'indebolimento dei rumor iniziali.
Secondo altre indiscrezioni, Unicredit avrebbe bloccato la sua offerta su Banco BPM, per il quale proprio sul finire di febbraio è stato ipotizzato un altro deal, questa volta con Credit Agricole.
Alcune indiscrezioni hanno parlato di un incontro tra il CEO di Banco BPM e quello di Credit Agricole Italia, in occasione del quale si sarebbe parlato di una possibile operazione.
C'è fermento dunque intorno al titolo Banco BPM che senza dubbio mantiene un elevato appeal speculativo, offuscato di recente dalla negatività abbattutasi sull'intero mercato.
Il titolo è un investimento interessante, stando alle indicazioni di vari analisti, a partire da quelli di Equita SIM che dicono "buy", con un target price a 3,7 euro, al pari dei colleghi di UBS che hanno alzato di recente il prezzo obiettivo da 3,7 a 3,8 euro.
Ancora più generosa la valutazione di Jefferies, che fissa un fair value a 4,5 euro, con una raccomandazione "buy".