Generali, passo indietro a Piazza Affari dopo i conti
pubblicato:Risultati trimestrali misti. Calano i premi del Vita, ma il Danni batte il consensus. L’utile netto normalizzato cresce del 7,6% a 1,2 miliardi di euro e supera le attese degli analisti. Le partite vere, però, saranno quelle di Banca Generali e di Natixis

Generali in ripiegamento dopo i conti del primo trimestre 2025. Il titolo non ha recuperato lo stacco, lunedì 19 maggio, del dividendo da 1,43 euro, ma dopo tre sedute di tentennamento oggi cede l’1,8% e si riporta a 32,7 euro. Il minimo a 32,56 ha penetrato pericolosamente i baluardi dei 32,9 euro, che ospitano gli importanti supporti statici fondati da una sequenza di massimi segnati tra la fine di marzo e l’inizio di aprile.
Ma la trimestrale di oggi è andata tanto male? In realtà no, i risultati sono in crescita, anche se non sempre battono le attese degli analisti.
Nei tre mesi Generali ha registrato premi lordi sostanzialmente stabili a 26,54 miliardi di euro (+0,2%), ma va detto che il consensus raccolto dalla stessa compagnia indicava in media un’attesa posta un miliardo più in alto, a 27,54 miliardi.
Generali, debole il Vita nel trimestre, ma la redditività migliora
I premi del Vita sono calati del 4,5% ponendosi a 16,17 miliardi a fronte di un consensus di 17,26 miliardi, facile intuire che gran parte della delusione sul volume d’affari proviene da qui.
Il Leone spiega che il primo trimestre del 2024 era stato particolarmente forte, mentre sul primo quarto di questo esercizio si registrano cali dell’11,9% nella linea di prodotti risparmio tradizionali e del 6,5% per i prodotti ibridi e le unit-linked (-6,5%), mentre la linea puro rischio e malattia cresce a doppia cifra, con un bel +10,5% Un segnale positivo viene dalla raccolta netta del Vita che balza del 30,4% a oltre 3,04 miliardi cui contribuiscono soprattutto Italia e Germania.
Il risultato operativo del Vita cresce comunque del 2,3% (a fronte di premi in calo, è una performance da sottolineare) e si porta a 992 milioni di euro, non troppo lontano dal target degli analisti fissato a 999 milioni in media.
Generali, soddisfazioni dal Danni
I premi lordi del business Danni crescono dell’8,6% a 10,36 miliardi di euro e in questo caso battono il consensus degli analisti a 10,27 miliardi. Il risultato operativo di questo ramo balza del 18,7% a quasi 1,03 miliardi, superando in questo caso le attese degli analisti ferme a 962 milioni. Come il Vita, anche il Danni è un business articolato: si registra la raccolta in crescita del 16% di Europ Assistance grazie anche a una nuova partnership in Australia. Cresce dell’8,9% la linea non-auto del danni, mentre la linea auto migliora del 7,2%
Più finanziariamente parlando, il loss ratio del danni di Generali, ossia il rapporto tra il costo dei sinistri pagati e i premi incassati nel periodo, è sceso di 90 punti base al 60,8% (indicazione positiva). C’è poi l’expense ratio (l’incidenza fra i costi sostenuti per le polizze e i premi raccolti nel periodo) che è calato di 40 punti base al 28,9%. Se si sommano loss ratio ed expense ratio si ottiene quell’indicatore fondamentale delle compagnie assicurative danni che si chiama combined ratio: flette di ben 1,4 punti percentuali all’89,7%, in altre parole la compagnia è più redditizia.
Generali, l'utile che batte le attese
Complessivamente il risultato operativo di Generali nel primo trimestre cresce dell’8,9% a 2,067 miliardi e batte il consensus fissato in media a 2,033 miliardi. Contribuisce il risultato operativo dell’Asset & Wealth Management (proprio quel business che Mediobanca con l’offerta su Banca Generali vorrebbe sottrarre alla compagnia) che cresce del 3,3% a 272 milioni, ma scivola sotto il consensus degli analisti posto a 284 milioni.
Il periodo chiude con un utile netto normalizzato di Generali in crescita del 7,6% a 1,20 miliardi di euro, ben superiore al consensus (1,12 mld). Sul calo del 4,8% dell’utile netto complessivo a 1,95 miliardi influisce il venir meno di un utile non ricorrente da 58 milioni l’anno scorso collegato alla cessione di TUA Assicurazioni, un business danni italiano, precedentemente nell’ecosistema di Cattolica Assicurazioni, venduto ad Allianz per 280 milioni in totale con l’aiuto di Mediobanca e Rothschild.
Generali, analisti divisi
Queste naturalmente sono considerazioni che nascono da un meccanico confronto fra risultati e consensus.
Ma non molti analisti sono entusiasti, d’altronde il titolo del Leone in un anno ha guadagnato più del 40% e con valutazioni a 13,7 volte gli utili (P/E extra items TTM che prendiamo da Reuters) non è regalato.
Barclays, che è underweight con prezzo obiettivo a 25 euro, evidenzia che la forza del danni ha bilanciato le debolezze del resto del business e che i buoni volumi del vita sono stati bilanciati da margini più bassi, mentre nell’asset management il margine operativo sotto il consensus sarebbe da attribuire a minori commissioni di performance in Banca Generali e maggiori costi.
Jefferies invece ha confermato un buy con prezzo obiettivo a 28,5 euro (in realtà inferiore ai corsi attuali) e valuta leggermente sopra le attese i risultati.
Banca Akros resta neutral sul Leone con un prezzo obiettivo a 32 euro. Secondo i loro analisti il trimestre è leggermente migliore del previsto grazie al minore costo del rischio.
Generali, patrimonializzazione forte
E il patrimonio di Generali? Il Solvency Ratio, che rapporto il patrimonio di una compagnia al capitale al requisito di capitale minimo richiesto (Solvency Capital Requirement), si mantiene per Generali su un solido 210% (ma la compagnia spiega di sottrarre solo il dividendo pro-rata, mentre il reporting normativo richiederebbe di dedurre l’intero dividendo annuale). A fine marzo il patrimonio netto di Generali era di 31,121 miliardi di euro (+2,4%) e gli asset under management erano di 858,26 miliardi (-0,5%). Per sbirciare un po’ più in profondità fra le masse in gestione del Leone di Trieste bisogna tornare al bilancio 2024, che restituisce una visione più dettagliata.
Alla fine dello scorso esercizio va notato che le masse della compagnia erano balzate del 31,6% a 863 mld (un po’ di più del dato di marzo): dentro c’erano 366 miliardi di asset di parti terze e 496,9 miliardi di investimenti del gruppo. Fra gli investimenti di General Account, che sottraggono a quelli di gruppo i 123 miliardi di coperture di riserve tecniche, passività da contratti di investimento e riserve dalla gestione di fondi pensioni, si notava un 78,8% degli investimenti in reddito fisso, ossia circa 294 milioni di euro. Di questi 139 miliardi in Titoli di Stato.
Generali, la scelta difficile sulla proposta di Mediobanca
Non sono dettagli per la “cassaforte del risparmio italiano” alle prese con partite delicatissime per la finanza italiana. E’ verosimile infatti che nelle prossime settimane sarà ancora il risiko bancario a fare da driver dei prezzi anche di Generali.
Subito dopo la vittoria della lista di Mediobanca che ha confermato sostanzialmente il board uscente di Generali per un nuovo mandato, ora quello stesso consiglio di amministrazione dovrà confrontarsi con una tema caldissimo.
Dovrà in particolare decidere se accettare il 6,5% del capitale proprio di Generali al posto della quota di controllo di Banca Generali finita nel mirino di Mediobanca con l’obiettivo di creare un polo del wealth management (e scaricare la tensione di Delfin e Caltagirone).
Rinunciare a un business molto redditizio, come visto, per ottenere titoli propri la cui utilità per il Leone non appare chiara? Sarà una scelta difficile. Al tempo stesso gli offerenti sono quelli che hanno appena nominato il nuovo board. Sarà insomma una gatta da pelare per il comitato parti correlate.
Intanto va notato che oggi il termine Natixis, ossia l’odiosamato piano per la fusione dell’asset management Leone con quello dei francesi in un colosso europeo da 1.900 miliardi di masse in gestione, non ricorre neanche una volta nel comunicato di oggi. Un piano tanto contrastato che il gruppo Generali ha pubblicato delle FAQ con le proprie posizioni sull'operazione.
Dossier congelato?
O forse aveva ragione Caltagirone quando diceva al Sole che la “sua” lista di minoranza con 6 nomi sarebbe bastata per bloccare “lo sciagurato progetto Natixis” che rischia di smantellare Generali?